Recensicorner #2 – THE HAPPY PRINCE

L'ULTIMO RITRATTO DI OSCAR WILDE

spot_imgspot_img

The Happy Prince è un bio-pic sugli ultimi anni di vita di uno dei geni letterari della storia moderna, Oscar Wilde.

Nella proposizione della pellicola è totalmente tralasciata la parte della vita in cui egli arriva all’apice della carriera e della società mondana. Si incentra invece sulla parte finale della sua vita che, come molti grandi geni prima e dopo di lui, ha vissuto nella povertà e solitudine.

LA TRAMA

L’opera ha inizio in medias-res prevedendo un minimo di conoscenza arretrata della vita del personaggio da parte dello spettatore.

Nelle prime scene del film Oscar prende parte a delle scorribande nella cittadina di Parigi con una coppia di ragazzini. Uno sugli otto anni e il secondo forse ancora sotto i diciotto. Con il secondo il drammaturgo ha da tempo intrapreso una relazione sessuale a pagamento senza tralasciare però il suo proverbiale lato amoroso.

A seguito di una sbornia Oscar si vede costretto a stare in degenza, dove riceve la visita di un amico, Robbie Ross.

La presenza di un punto di collegamento con la vita passata fornisce un ponte perfetto per cominciare a illustrare la vita pregressa  inizialmente tralasciata.

A seguito di una relazione con un giovane inglese, Lord Alfred Douglas, Oscar Wilde fu imprigionato e condannato a due anni di lavori forzati.

Passando questi anni in campi di lavoro in forza alla corona Britannica il protagonista matura un forte risentimento nei confronti della sua terra natale. Finiti i due anni di reclusione decide di trasferirsi a Parigi, dove c’è Robbie Ross che lo aspetta.

Trasferitosi in Francia Oscar adotta il finto nome di Sebastian Melmoth, prendendo spunto dall’opera del suo prozio Charles Robert Maturin intitolata Melmoth l’errante. Status confacente alla sua situazione di cittadino del mondo.

Tutte queste precauzioni non bastano per nascondersi da sguardi indiscreti, finché un giorno dopo essere stato riconosciuto da dei ragazzi inglesi in vacanza sull’altra sponda della manica lo inseguito e insultano. Finendo lui però con un attacco di rabbia per scacciare i giovani, mostrando una parte di sé che neanche lui era conscio di avere.

Dopo qualche periodo di rimanenza nella capitale francese Oscar, o meglio Sebastian riceve una lettera da parte dell’uomo stesso che lo ha denunciato alle autorità inglesi. Il suo amante, Lord Alfred Douglas soprannominato da tutti Bosie.

Anche dopo lo sconsiglio da parte del Sig. Ross, che intanto aveva rinnovato i suoi sentimenti per il protagonista, Oscar decide di incontrare Bosie. Una volta incontrati alla stazione del treno Oscar non riesce a fare a meno di seguirlo a Napoli.

Nel sud Italia i due prendono parte a scorribande amorevoli con gli abitanti del posto, ma una volta conclusi i denari il Lord è costretto a lasciare Oscar per riottenere la paga che la madre gli aveva sospeso a causa della loro relazione.

Ricevuta anche la notizia della morte della moglie in patria, Oscar decide di farla finita con l’uomo che per un atto di ripicca gli ha sottratto tutto: libertà, denaro, una moglie e due figli.

Finito questo capitolo della sua vita lo scrittore si trasferisce a Parigi, dove ci si ricollega alle avventure viste a inizio film.

La pellicola si conclude con gli ultimi momenti della vita dello scrittore, che sul letto di morte si scusa per la sua condotta con una visione della moglie e dei due figli. Seguito fino a dopo la morte dal suo caro amico Robbie Ross che fu l’unico a stargli accanto qualunque cosa combinasse.

GIUDIZIO PERSONALE

Parte fondamentale del giudizio di un’opera ambientata nel passato sono sicuramente i costumi. In questo film la ricerca dei costumi di scena è azzeccatissima e fa rivivere in pieno lo stile sia negli ambienti di sfarzo sia quando più poveri.

Registicamente si lasciano molto apprezzare gli intrecci della storia raccontata a tratti con salti temporali e riprese, che rimangono facili da intendere e ben incastrati.

E’ ragguardevole come l’intero film è incentrato sulle sole parti negative di un grande uomo della storia moderna che, dopo la sua morte ha lasciato un seguito importantissimo per l’umanità.

I 105 minuti di film non sono sempre eccitanti e frenetici, ma tutto sommato con un sapiente utilizzo della colonna sonora non si lascia mai perdere d’animo e intrattiengono lo spettatore.

CONCLUSIONE

La pellicola è consigliabile ad un pubblico intenzionato a conoscere “The dark side of the moon” di un personaggio su cui si sa molto e molto poco allo stesso tempo.

Personaggio dispotico, geniale, a tratti egoista che in vita sua fu colpevole di tutto, ma che fu incolpato per l’unica crimine che non commise mai. AMARE.

CORRELATI

×