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Tutti in piedi : la Francia che non ti aspetti più al cinema

TUTTI IN PIEDI, GODIBILISSIMA COMMEDIA CAPACE NELLE RISATE DI FAR ANCHE RIFLETTERE SU ALCUNI LUOGHI COMUNI E TABU' LEGATI ALLA VITA DI PERSONE CON HANDICAP FISICI.

Sebbene con i loro movimenti cinematografici i cugini transalpini abbiano partecipato in maniera più che attiva alla fondazione del cinema, sono decenni che il cinema francese ha perso colpi.

Negli ultimi tempi il genere più sviluppato ed esportato dai francesi è la commedia. Una commedia sempre riconoscibile dai suoi standard, quasi preconfezionata.
Spesso però questo genere di produzioni rischiano di essere dunque prevedibili e sono ree del peggior peccato che una commedia possa commettere. Non far ridere.

“Tutti in piedi” dunque può essere dunque considerato una piacevole svolta per il genere, capace di procurare sane risate.

La trama

Jocelyn è un uomo sulla soglia dei cinquant’anni, realizzato e sentimentalmente libero come il vento. 
La sua libertà di movimento con il genere femminile lo ha però reso misogino ed estremamente irrispettoso nei confronti dei rapporti interpersonali.

A seguito della scomparsa della madre Jocelyn (interpretato da Franck Dubosc, anche regista qui) si ritrova a svuotare degli effetti personali l’appartamento di questa.

Immerso tra vecchi ricordi, foto del padre mutilate e pannoloni contenitivi comincia a cantare la canzone preferita della madre ad alta voce.

In quel momento la nuova giovane e bella vicina di casa entra e lo sorprende cantare sulla sedia a rotelle della madre.

Coscienzioso di riuscire nell’impresa di seduzione Jocelyn rimane al gioco e si finge paraplegico.

La nuova vicina dopo uno scambio di parole lo invita a casa sua per un barbecue dove gli presenta la sorella (Florence). Lei veramente paraplegica.

Jocelyn finirà poi con il provare qualcosa per Florence rimanendo però ingabbiato dalla sua bugia.

I due cominceranno a frequentarsi per finire poi nel più profondo rapporto sentimentale che il protagonista abbia mai affrontato.
Il tutto culmina con un amplesso non solo fisico. Al termine del quale Florence confessa di provare solo piacere cerebrale nel sesso.
Questa scena funge da chiave di volta della storia, è forse riconducibile con il punto in cui Jocelyn si convince totalmente del sopruso che sta architettando.

Dopo molti giorni di frequentazioni la giovane sorella di Florence scopre in un uscita con il fratello di Jocelyn che lui non è disabile e gli condona 48 ore per confessare alla sorella le sue bugie.

Non sapendo come uscire dal suo labirinto di menzogne Jocelyn decide di invitare a Lourdes Florence. Lì fingerebbe poi di essere guarito dalla fiamma sacra.

Florence prima della partenza confessa alla sorella di essere già a conoscenza della bugia dell’uomo. Ma di volersi godere il bel tempo che passano assieme anche se frutto di una bugia.

A Lourdes l’uomo preso dal rimorso di creare false aspettativi nei pellegrini riversati in città rinuncia al suo teatrino, convinto anche da un faccia a faccia con un prete del posto.

Di ritorno dal viaggio a Lourdes Jocelyn ancora finge la paraplegia ma per salvare Florence da un incidente è costretto ad alzarsi e spingerla via.

Dopo uno scambio di finti richiami al miracolo, Florence lascia Jocelyn a una stazione di servizio.

Perseguito dal rimorso, giorni dopo, il protagonista blocca il pullman dell’orchestra nel quale suona la donna e le chiede perdono, davanti a tutti.

Nella scena finale Jocelyn quasi al traguardo della maratona di New York stremato quasi abbandona, quando gli si pone davanti Florence che lo invita a finire la corsa insieme.

Conclusioni

I liked

Per tutto la proiezione di “Tutti in piedi” si è certi che questa esperienza abbia mosso qualcosa all’interno dell’animo di Jocelyn.
Egli diventa infatti più rispettoso nei confronti della segretaria, che pur essendo infatuata di lui lo aiuta con Florence.

I suoi rapporti interpersonali per una volta dopo anni non sono solo atti al compimento sessuale bensì a uno scopo più nobile e cerebrale.

La sceneggiatura di questa commedia a tratti si eleva esponenzialmente.
La già squallida menzogna di Jocelyn raggiunge un livello aberrante quando anche davanti l’evidenza della sua salute finge al miracolo.

Il suo personaggio evolve, cambia e inizia a pensare il mondo, anche lavorativo, in maniera diversa.

Lontano da qualsiasi convenevole capisce i famosi riguardi che meritano per lo spirito e la voglia di vivere che hanno le persone come Florence.

Il personaggio di Florence interpretato da una splendida e bravissima Alexandra Lamy, guarda, anche se da seduta, tutti dall’alto.

Coscienziosa di essere stata soggiogata per uno scopo puramente fisico accetta di perdonare, vedendo oltre gli errori di Jocelyn.

Si concede inoltre pur non provando vero godimento fisico ma puramente mentale a Jocelyn, elevandosi a vera Donna con l’iniziale maiuscola. Desiderosa di trovare qualcuno che riesca ancora ” a guardarla come si guarda una donna”.

I didn’t like

Per quanto sia riuscita la scrittura dei personaggi “Tutti in piedi” non evita di presentare qualche pecca.

Seppure lo spettatore coscienzioso del finale ovvio non si aspetterebbe un cambio così repentino di idea di una persona con la forza di spirito di Florence.

Il finale risulta essere quasi sbrigativo e velocizzato per non sforare nei limiti di tempo imposti.

Nel complesso “Tutti in piedi” rimane una piacevole sorpresa e finisce ad onorem nella lista dei film consigliati alla visione in questo settembre ormai agli sgoccioli.

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