Fist of the North Star: Lost Paradise è la trasposizione videoludica per PS4 del famosissimo manga Hokuto No Ken degli autori Buronson e Tetsuo Hara noto nel nostro paese come Ken Il Guerriero, anime degli anni 80 che ancora oggi conta migliaia di fan.
Il gioco, sviluppato da Ryu Ga Gotoku Studio e prodotto da Sega e disponibile sugli scaffali dai primi di Ottobre, riuscirà, dopo le non proprio esaltanti uscite precedenti , ad ambire ad essere un tie-in di livello su Playstation 4 ?
Scopritelo insieme a noi di Nerdpool.it leggendo questa recensione !
La Trama
Le vicende riprendono solo in parte ciò che è raccontato nell’anime .
Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio lavoro di reimagining da parte degli sviluppatori che mescolano storie, luoghi, e personaggi già noti nel manga, con altri totalmente nuovi.
Tale scelta che inizialmente potrebbe far storcere il naso ai fan più accaniti della serie, alla lunga, capitolo dopo capitolo, riesce a solleticare la curiosità di tutti.
La storia di Fist of the North Star: Lost Paradise ha inizio con un prologo , utile come tutorial per prendere confidenza con i comandi, in cui Ken Shiro si scontra con il suo nemico Shin, colui che tempo prima ha portato via con la forza al guerriero di Hokuto l’amata Yuria.
Ken Shiro attraversa il palazzo di Shin facendo fuori i vari scagnozzi del biondo discepolo di Nanto.
Arrivato allo scontro finale con il suo nemico dopo una cruenta battaglia che lo vede vincitore viene a sapere che la sua Yuria non è li ma è fuggita.
Il nostro eroe si mette così alla ricerca della sua amata girovagando senza meta nel deserto.
Lungo questo viaggio Ken Shiro viene a conoscenza che probabilmente Yuria si è messa a capo di una violenta banda si trova nella città di Eden.
Eden è l’unica oasi di prosperità in una terra segnata dalla devastazione post-nucleare ed è intorno a questo luogo inedito nel manga che girerà l’intera vicenda narrata nel gioco.
Una scelta sì azzardata, ma il proporre nuovi personaggi , ambientazioni, e dialoghi non presenti nella serie originale è una scelta anche coraggiosa e apprezzabile.
Il Gameplay
Fist of the North Star: Lost Paradise è un action game in terza persona con note da RPG.
Lunghe fasi di dialoghi e cutscene si alternano a momenti in cui si prende il totale controllo di Ken Shiro, protagonista di numerose sezioni di combattimento.
Ed è proprio il sistema di combattimento che fa alzare il livello del gioco in quanto è capace di dare la sensazione al videogiocatore di essere Ken Shiro. E chi tra gli appassionati della serie non ha sognato almeno una volta di esserlo ?
Oltre ad attacchi rapidi e potenti, schivate, e parate, una volta stordito il nemico premendo il tasto cerchio si genera una QTE in cui massacrare l’avversario in pieno stile Ken Shiro.
Durante questi rapidi quick time event con la pressione al momento giusto dei tasti che compaiono a video vengono inflitte al nemico le letali tecniche dell’Hokuto Shinken, e vedere gli avversari deformarsi ed esplodere come nell’anime è davvero soddisfacente!
La scelta della tecnica è casuale e dipende dalla posizione rispetto l’avversario, dal numero dei nemici presenti sullo schermo e dalla tecnica sbloccata all’interno di un’apposita schermata.
All’interno di essa è possibile utilizzare delle sfere che si guadagnano passando di livello necessarie per potenziare le tecniche o sbloccarne di nuove.
Durante le numerose “scazzottate” si caricherà un indicatore rappresentante l’orsa maggiore, che, una volta riempitosi, grazie alla pressione del tasto R2 sul pad attiverà la Burst Mode, che aumenta la potenza dei nostri attacchi per un breve lasso di tempo.
A lungo andare l’azione potrebbe regalare una sensazione di ripetitività, ma questo viene contrastato dalla soddisfazione che regala vedere i nemici soccombere, soddisfazione che aumenta sempre più con il progredire nel gioco.
Tante le substories e i minigiochi presenti che aiutano a conquistare sfere o talismani che torneranno utili per migliorare le nostre tecniche sia di attacco che di difesa da utilizzare in battaglia.
Grazie a queste attività secondarie sarà possibile vedere Ken Shiro cimentarsi dietro il bancone di un bar nella preparazione di cocktails, oppure guarire pazienti a ritmo di musica, o ancora tentare la fortuna al casinò di Eden, il tutto sfruttando le tecniche della Divina Scuola di Hokuto.
L’esecuzione delle attività secondarie aggiungono al titolo più di una decina di ore di gioco e quindi a meno che non si decida di cimentarsi solo nella storia principale si possono superare le 30 ore di gioco totale per una longevità che definiamo buona.
La Grafica
Per quanto riguarda l’aspetto puramente grafico Fist of the North Star: Lost Paradise non è un titolo che lascia a bocca aperta.
Buona la caratterizzazione ed il design di Ken Shiro e dei suoi comprimari che, nonostante un po di “legnosità” nelle animazioni, risultano quasi fedeli agli ultimi volumi del manga.
Sostanzialmente buono il frame rate da 60 fps.
Ciò che lascia perplessi in questo titolo è tutto il resto dell’ambientazione: davvero troppo old gen con un livello di dettaglio ed effetti luce al di sotto delle aspettative, con un basso grado di complessità delle costruzioni poligonali e dei personaggi che fanno da contorno.
Anche i nemici che incontriamo lungo il cammino risultano essere sempre troppo somiglianti tra loro e questo non fa altro che aggiungere quel senso di ripetitività di cui parlavamo prima.
Il Sonoro
Il comparto audio di Fist of the North Star: Lost Paradise è decisamente da promuovere con musiche davvero notevoli e un doppiaggio audio di altissimo livello.
Presente il doppio audio sia originale che inglese.
Noi, per la nostra prova abbiamo optato per la versione nipponica con sottotitoli in inglese per un’esperienza di gioco ancora più di impatto.