Artifact – Recensione

Siamo in un’epoca in cui moltissimi giochi, sopratutto quelli per cellulari, per fare cassa contano sulle microtransazioni. Molti titoli esclusivi per PC o console non fanno eccezione, potremmo parlare per esempio di Overwatch e le sue casse per gli elementi estetici, o di Hearthstone e i suoi pacchetti dove per trovare una carta Leggendaria è necessaria la discesa di molti santi. Il fattore casuale è diventato qualcosa che gli sviluppatori stanno sfruttando il più possibile per monetizzare, tuttavia Valve ha da poco rilasciato il suo originale gioco di Carte virtuali, cambiando questo concetto fin dalle sue basi.

Artifact

Innanzitutto Artifact non è un gioco free to play, ma è un titolo a pagamento. Già questo bloccherà di certo moltissime persone, poichè al giorno d’oggi l’acquisto è visto come qualcosa su cui riflettere attentamente e molto probabilmente scartare, mentre il gioco free to play ha quel fascino che ha conquistato milioni di giocatori per ogni genere videoludico. Tuttavia, anche se è sempre possibile acquistare nuovi pacchetti tramite soldi reali (e non tramite valuta virtuale, cosa che bloccherà gli utenti ancor di più), la cosa interessante è che è possibile acquistare le carte singolarmente tramite lo Steam Workshop. Questo significa che per completare il nostro mazzo ci basterà andare nella sezione degli acquisti, vedere quanto è valutata al momento la carta di cui abbiamo bisogno, e comprarla da qualcuno tramite un acquisto automatico. Naturalmente vale anche il contrario: è infatti possibile vendere tutte le carte che vogliamo che siano in nostro possesso.

Cosa differenzia Artifact da tutti gli altri giochi di carte? Visivamente è tutto molto incentrato sulla serietà dell’interfaccia, il che lascia comprendere che Valve è interessata nel creare un gioco di carte vero e proprio, senza troppi fronzoli nè persone che abbiano un interesse superficiale. Un vero e proprio nuovo Magic o Yu-Gi-Oh!, che è mirato a giocatori “pochi ma buoni”.

Artifact

I personaggi delle carte sono incentrate sugli eroi del famosissimo Moba della Valve: Dota2. Per questo il gameplay stesso vuole “mimare” una partita di Moba, risultando in qualcosa di mai visto prima in questo tipo di giochi: il tabellone è infatti diviso in tre differenti sezioni, ognuna di esse a sè stante e con una torre, come a mimare le tre corsie del suddetto gioco strategico.

Il nostro mazzo sarà composto da 5 eroi, (3 dei quali saranno presenti direttamente all’inizio della partita, uno per lane) e svariate creature e magie. Il colore degli eroi presenti in una corsia determina i colori delle carte che potremo giocare in quello stesso tabellone. Se, per esempio, in una corsia abbiamo posizionato un eroe verde e un eroe rosso, in quella corsia potremo giocare solamente carte di quei due colori. Così come su Magic la nostra varietà dipende dal numero di colori a cui appartiene il nostro mazzo ma che ne inficia la capacità di pescare ciò di cui abbiamo bisogno in un determinato momento.

Ogni turno di gioco è composto da diverse fasi:
– la fase di scelta di posizionamento degli eroi non ancora presenti in campo
– la fase di pescaggio, in cui otterremo due nuove carte dal nostro mazzo
– la fase di gioco di creature e magie sulla prima corsia, ogni carta o potere giocata a turno tra noi e il nostro avversario
– la stessa fase precedente ma sulla seconda, e poi sulla terza corsia
– l’acquisto di carte oggetto dal negozio tramite i soldi conquistati uccidendo creep o eroi nemici

Artifact

Ogni turno si ripete poi allo stesso modo, con ogni corsia nella quale avremo un valore di mana a sè per giocare le nostre carte. Ogni corsia possiede una torre alleata e una torre avversaria: scopo del gioco è distruggere due delle torri del nemico. Tuttavia, distruggendone una, scopriremo l’Antico del nemico, che possiede il doppio di punti vita delle torri. Basterà anche solo distruggere l’Antico avversario per vincere la partita. Questo significa che le strategie di vittoria possono essere molteplici, tra il tentare di distruggere due torri tra tutte le corsie, o il tentare invece di dominarne una sola per conquistare l’Antico.

Il tutorial del gioco fa un ottimo lavoro nello spiegarci le basi di Artifact, e dopo averlo provato per diverso tempo possiamo affermare che il fattore strategia e serietà è di certo molto alto. Il titolo è così ben strutturato che pensiamo non faticherebbe affatto a scalare le vette dei giochi competitivi, purtroppo però il fatto che esso vada acquistato e che non sia possibile ottenere pacchetti tramite una valuta virtuale ottenuta nel gioco bloccherà in maniera forte la popolarità del gioco Valve.

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Artifact è un investimento. Un gioco di carte da acquistare e non free to play, e soprattutto che costringe l'utente ad acquistare singolarmente le carte che servono per completare i migliori mazzi. Tuttavia, se si è volenterosi di superare tale ostacolo, risulterà in una delle migliori esperienze di Carte Collezionabili mai provate finora.Artifact - Recensione
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