Oscar 2019: commento ai vincitori e ai mancati pronostici

Gli Oscar sono andati in scena. Tra pronostici rispettati, incognite e sconvolgimenti. Rami Malek e Olivia Colman i nomi della serata.

La cerimonia degli Oscar 2019 è passata, fugace, rapida e non senza spunti di cui parlare.

Tra pronostici ampiamente rispettati e colpi di scena si è andata definendo una cerimonia che sicuro verrà ricordata negli anni a venire.

Cerimonia senza host

La cerimonia di quest’anno degli Academy Awards, nel suo piccolo si sapeva che sarebbe stata già un evento.
La 91esima premiazione degli Oscar è infatti la prima delle serate di premiazioni organizzata dall’Academy senza un presentatore fisso in ben trent’anni.

Fruendo la visione dello spettacolo, inutile negarlo, la mancanza si è sentita. Senza intermezzi comici o comunque di riflessione la cerimonia ha assunto toni poco saturi, smunti.

La presentazione dei presentatori dei premi e degli ospiti sul palco è stata tutta ad appannaggio della famosa (O. S.). La voce fuori campo.

Con tutte le vicissitudini che hanno preceduto la premiazione, non si può certo definirla come un completo disastro, ma di sicuro l’appassionato spettatore dello sfarzo dell’intrattenimento tipico statunitense può essere stato deluso.

Oscar 2019

I premi assegnati d’ufficio

Black Panther

Uno dei tanti motivi per il quale gli Oscar 2019 verranno ricordati è di certo il numero di nomine che un cine-comics ha ricevuto. Black Panther è difatti il primo cine-comics a ricevere la nomina a Miglior film oltre che essere candidato in premi più ‘tecnici’.

La presenza o meno di Black Panther è stato uno dei grandi casi cinematografici dell’anno. Tra addetti ai lavori non proprio propensi a un’elevazione dell’opera e una controparte popolare che invece chiedeva a gran voce la competizione tra i big per l’opera.

Nella stagione delle premiazioni Black Panther ha portato, tra gli altri, a casa il premio al Miglior Cast ai SAG Awards. Un premio di sicura rilevanza.
Alla cerimonia degli Oscar però la deflessione dell’Academy nei riguardi del film è stata evidente.
Il film ha infatti portato a casa premi, così definibili, meno importanti: Miglior scenografia, Migliori costumi, Miglior colonna sonora.

La ‘concessione’ di questi premi che, per quanto fondamentali, non incontrano il focus popolare, ha permesso, quasi con un gesto di concessione, l’Academy di sgraviarsi del peso di possibili “rivolte” dei fan del film e dei cine-comics più in generale.

Bohemian Rhapsody

Altro film che nella popolarità ha avuto enorme seguito è Bohemian Rhapsody. Il bio-pic sulla vita di Freddy Mercury e sui Queen in generale ha riscosso un gran successo ed era uno dei grandi titoli della serata.

La scelta dell’Academy, anche qua, è sembrata ragionata al tavolino piuttosto che pensata. Il film ha difatti ricevuto, come sopra, premi più tecnici. Al Miglior audio e al Montaggio audio e il premio al Miglior montaggio.
Premio che però alla viglia sembrava più ad appannaggio della produzione di Vice: un uomo nell’ombra.

Rami Malek Oscar

I pronostici mancati

Sebbene i sondaggi davano per scontati la vittoria di Rami Malek, così come di Lady Gaga, nei rispettivi ruoli di protagonisti, la sensazione era quella che il furor democratico non avrebbe incontrato il volere dei giudizi.

La performance strepitosa di Christian Bale in Vice avrebbe forse meritato il premio come miglior attore, andato poi a Rami Malek per la sua versione di Freddy Mercury.

Un personaggio agghiacciante, grottesco e spietato magistralmente reso dal genio del trasformismo Christian Bale che, con le sue capacità ha di certo reso veridicità al personaggio che ha portato in scena.

La vittoria di Malek però, delinea come l’emozionalità della resa del personaggio abbia avuto, per la premiazione a Miglior attore protagonista, la meglio.

Il grande colpo di scena della serata avviene però durante la premiazione a Miglior Attrice Protagonista.

Il premio ormai dato per scontato sulla mensola di Glenn Close ha infatti prediletto essere accompagnato alla nuova dimora da Olivia Colman per la sua performance ne La Favorita.

Il mancato pronostico alla vigilia della premiazione alla Colman non era tanto una detrazione alla sua magnifica performance, tanto quanto l’ormai data per scontata vittoria della sette volte nominata Glenn Close. Il personaggio portato in scena in The Wife, sembrava avere tutte le carte in regola per la vittoria.
Tornata a mani vuote anche quest’anno la protagonista di The Wife ha dovuto soccombere all’interpretazione ‘regale’ della Colman.

Olivia Colman

Politically Correct

Tirando le somme della cerimonia non si può che fare ricorso anche all’ormai noto dettame del politicamente corretto che spesso, anche forzatamente, viene messo in atto dall’Academy.

Mai come quest’anno forse la presenza del così detto Black Power è stato così preponderante.

Dal discorso di Spike Lee con riferimento alle elezioni presidenziali del 2020, alla presenza di due super eroi di colore tra i premiati (in Black Panther e Spider-Man: Into the spider-verse) al curato assortimento delle coppie dei presentatori.

L’organizzazione della cerimonia cinematografica si fa portavoce di un eterno messaggio di eguaglianza che va divulgato a gran voce nel mondo.
Il perseguire di tale nobile scopo potrebbe essere però agli occhi di un attento esame inteso come una forzatura ‘troppo ragionata’.
Questo fa pensare che l’esistenza del bisogno di sensibilizzazione verso alcuni temi delinea ancora una grande crescita che l’essere umano ha ancora da fare in quanto creatura di massima intelligenza.

Spike Lee Oscar

Al seguente link potrete trovare la lista di tutti i vincitori della 91esima edizione degli Oscar.

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