Il nome della rosa: recensione dei primi due episodi della serie

Lunedi 4 Marzo sono andati in onda i primi due episodi della miniserie de "Il nome della rosa" adattamento del celebre romanzo di Umberto Eco

Il nome della rosa è il nuovo adattamento televisivo del famoso romanzo omonimo di Umberto Eco. La serie italo-tedesca è stata creata da Giacomo Battiato, Andrea Porporati e Nigel Williams e diretta dallo stesso Battiato. La miniserie, co-produzione tra Rai Fiction, Tele Munchen, 11 Marzo film e Palomar, è andata in onda per la prima volta su Rai 1 il 4 Marzo ed è disponibile su Rai Play.

Trama

La storia segue il frate francescano Guglielmo da Baskerville (John Turturro) che si reca insieme al suo novizio Adso da Melk (Damian Hardung), in un abbazia benedettina sulle Alpi per partecipare ad un importante disputa che segnerà il futuro della chiesa.
Al loro arrivo si trovano coinvolti in un mistero che coinvolge diversi frati assassinati. L’abbate Abbone (Michael Emerson) chiederà a Guglielmo di indagare in quanto il frate è famoso per la sua enorme intelligenza e perspicacia. Il mistero porterà Guglielmo e Adso ad indagare sulla famosa ed impenetrabile biblioteca dell’abbazia. Un indagine che dovrà essere portata a termina prima dell’inizio della disputa tra la delegazione francese e quella papale.

Guarda QUI il trailer

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Un’opera internazionale

La serie Rai non sfigura per niente di fronte alle grandi produzioni internazionali del momento, per questo non stupisce che sia stata già comprata da molti paesi, tra i quali anche Inghilterra e Stati Uniti.

Al centro dei primi due episodi c’è il rimando continuo allo scontro tra le due delegazioni che dovranno incontrarsi all’abbazia per la disputa, uno scontro che pare dovrà decidere il futuro della chiesa.
A parte un lento inizio nella prima puntata per dare modo ai personaggi di essere presentati, ci vorranno entrambe le puntate per dare quella sensazione di voler assolutamente vedere il resto della storia e restare con il fiato sospeso.

Una buona dose di suspence e un ottima interpretazione dei personaggi hanno reso davvero piacevole la visione dei primi due episodi, ma lasciamo aperto il giudizio in quanto mancano ancora 6 puntate alla fine della miniserie.
John Turturro, risulta molto credibile della sua interpretazione di Guglielmo da Baskerville (è intervenuto anche personalmente nella scrittura dei suoi discorsi), un uomo dotato di un intelligenza straordinaria, un incredibile intuito e un grande spirito d’osservazione, che farà di tutto per svelare il mistero della biblioteca dell’abbazia.

ll nome della rosa John turturro guglielmo da baskerville

Un mix ben riuscito

Ben si sposa il mix di attori stranieri ed italiani, da John Turturro al tedesco Damian Harding che esalta l’ingenuità e la brillantezza del giovane Adso, la serie da spazio anche ad altre aggiunte come i Dolciniani. Dolcino, interpretato da Alessio Boni, e Margherita la sua compagnia bruciata sul rogo. Poi la loro figlia, Anna, una donna fiera e combattiva interpretata da Greta Scarano che da il volto ad entrambe le donne.
Altra donna del cast è Antonia Fotaras che interpreta la giovane occitana di cui si invaghisce Adso.
Arriviamo poi ai grandi nomi, Rupert Everett che interpreta il terribile inquisitore, realmente esististo, Berbardo Gui, e Fabrizio Bentivoglio che presta il volto al cellario dell’abbazia Remigio. Michael Emerson (Ben in Lost) è l’abate Abbone da Fossanova e per finire un trasfigurato Stefano Fresi nel ruolo del deforme Salvatore.

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Voi avete i primi due episodi della serie?
Che ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti 🙂

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