Eternity: The Last Unicorn – Recensione

Annunciato nel 2017 da Void Studios, Eternity: The Last Unicorn è un Souls-Like travestito da RPG che guarda (graficamente) agli anni ’90

Era il 2017 quando Void Studios annunciava il lancio di un nuovo RPG Fantasy che, secondo loro, avrebbe conquistato il mercato Steam. Nei seguenti due anni, il team di sviluppatori indipendenti ha alacremente lavorato per riuscire a finire Eternity: The Last Unicorn e lanciarlo il 5 Marzo 2019. Il risultato è un Souls-Like Game travestito da RPG con un gusto grafico/estetico molto vecchio, stile fine anni ’90/primi 2000. Noi abbiamo provato la versione per PC.

La Storia

La storia di Eternity: The Last Unicorn si svolge in terre nordiche lontane, di Tolkeniana memoria. Siamo in tutto e per tutto immersi nelle ambientazioni e nelle dinamiche delle leggende della cultura Norrena.
I due protagonisti (che si possono impersonare) sono l’Elfa Aurehen e il Guerriero umano Bior. La loro missione è quella di recuperare quella parte del loro popolo non corrotto dalla maledizione che ha colpito l’Ultimo Unicorno. Dovranno anche, ovviamente, salvare e guarire l’Ultimo Unicorno.

Aurehen non sembra avere un particolare amore per i cavalli cornuti, è solo preoccupata che la loro estinzione possa significare la fine dell’immortalità elfica.

Però, sullo sfondo della storia giocabile, è presente una parentesi ampia sulla storia delle divinità norrene e dei vichinghi. Oltre alla (breve) storia sui due personaggi, ci sono i mostri, i luoghi visitati e gli NPC. Il tutto risulta anche piacevole da leggere durante il gameplay.

Il GamePlay

Distribuito come RPG, Eternity: The Last Unicorn, latita proprio nel lato personalizzazione del personaggio. A parte la scelta fra i due eroi da interpretare, manca tutta la parte ruolistica che decisamente trasforma il titolo più in un moderno Souls-Like che non in un classico RPG Fantasy.

Dopo una prima fase tutorial, in cui si prende dimestichezza con le ambientazioni e i controlli, si inizia il gioco vero e proprio.
Il primo elemento che salta agli occhi è l’impossibilità da parte del giocatore di gestire la telecamera. Una visione, quindi, decisa “a tavolino” dal programma che, di volta in volta, cambia il punto di vista e la visione generale in base agli ambienti. Spesso questa decisione degli sviluppatori aiuta nella velocità di esecuzione, ma a lungo andare lascia interdetti in quanto un fattore molto retrò e anacronistico.

Dal punto di vista della struttura degli attacchi, altra nota dolente. La classica sequenza Colpo, Schivata, Aimlock è l’unica possibile. Quindi il risultato è una sequenza di attacchi facile da gestire per un giocatore poco esperto, ma che risulta quasi totalmente inefficace in fase di difesa. La maggior parte dei nemici infliggeranno non trascurabili danni che il giocatore non potrà eludere. Però, fortunatamente, è possibile fare delle esecuzioni se il nemico è abbastanza debole o un colpo speciale se la barra d’energia è carica. La cosa interessante di questa meccanica è il fatto che queste Istant Kill riescano a dare dell’energia al nostro PG. In diverse occasioni questo sistema salva la vita del giocatore.

Veniamo ai comandi. Per la versione PC, la distribuzione dei tasti è molto poco ergonomica. Dopo appena un’ora di gioco si rischia la tendinite in quanto i tasti sono troppo distanti gli uni dagli altri e non sono personalizzabili dai giocatori. Immaginiamo che il tutto si risolva con un controller.

La struttura e lo Storyline

Come dicevamo, la struttura è molto lineare. Il giocatore dovrà seguire lo scorrere delle missioni, risolvere enigmi, collezionare oggetti per creare amuleti, oggetti e pozioni riutilizzando ciò che i nemici si lasciano dietro.

La fase di combattimento, anch’essa molto semplificata, non risulta così entusiasmante in quanto si risolve molto in un continuo premere i tasti e nulla più. Una leggera impostazione tattica risulta essere ben poca cosa per risollevare le sorti del lato Action del gioco.

Lo storyline. Uno dei più grandi latitanti in Eternity: The Last Unicorn. Oltre al background fornito direttamente dalle leggende norrene, gli sviluppatori non hanno ampliato il raggio. I due protagonisti sono i primi due personaggi che verrebbero in mente anche all’ultimo dei ruolatori classici: un’Elfa e un Guerriero umanoide. Non ci sono caratterizzazioni o personalizzazioni degli eroi. Anche lo storyline è ad un solo livello. C’è una presenza malevola da combattere ed enigmi da risolvere. Nessuna sottotrama o ampliamento della storia. Abbiamo solo il minimo sindacale per considerare il titolo un gioco a tutti gli effetti.

Musiche e Grafica

Un punto a favore, la scelta delle musiche. Ovviamente di matrice Fantasy, sono onnipresenti andando a ricoprire il ruolo di narratore non verbale. La scelta di eliminare i dialoghi parlati e lasciarli solo scritti ha aiutato ad eliminare la possibile pesantezza del gioco.
Ovviamente, pur essendo un punto di forza, le musiche risultano dopo un po’ leggermente ripetitive, ma è un dettaglio trascurabile.

La grafica. Uno dei nodi da sciogliere. Evidentemente Old Style. Il team della Void Studios l’ha indicata come “scelta autoriale”. Sicuramente è il risultato di una scelta, è evidente. Ma è stata una scelta azzeccata? Ni.
Se si voleva dare quel tocco di “antico”, ci sono riusciti alla perfezione. Ma la dinamicità e la bellezza delle ambientazioni ci perde a man bassa.

Vuoi per colpa di superflui bug, vuoi per una alternata perdita di framerate, spesso il personaggio si freeza obbligando il giocatore al fatidico ALT+F4. Le ambientazioni, uno dei punti cardini di un gioco fantasy, sono belle e anche ben curate in alcuni particolari. Ad esempio il fogliame e le foreste sono ben modellate. Peccato che tutto lo sforzo grafico e visuale venga parzialemente rovinato da una fluidità che spesso latita e ingabbia un gioco dal potenziale elevato.

CORRELATI

Eternity: The Last Unicorn, un Souls-Like travestito da RPG Action e Fantasy, dalle potenzialità enormi, ma che risulta come incompleto. La scelta di una grafica "vecchia guardia", la presenza di bug superficiali, il riscontro di lag e freeze delle azioni, vanno a danneggiare un lavoro di modellazione e animazione che avrebbe punti di forza non trascurabili. Un titolo che si conclude in una decina di ore, che affonda le radici nelle infinite saghe nordiche che avrebbe potuto dare molto di più soprattutto a livello di storyline e character design.Eternity: The Last Unicorn - Recensione