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Apex Legends: la filosofia di Respawn fa a botte coi preordini

Ci servono davvero i preordini se i giochi possono uscire coi loro tempi e un numero minimo di bugs? Apex Legends insegna.

Sappiamo tutti qual’è il gioco del momento: Apex Legends. Il gioco di Respawn Entertainment ha preso alla sprovvista e rivoluzionato il panorama videoludico recente soppiantando di fatto Fortnite sulla vetta dell’attuale trend dei Battle Royale.

I motivi sono molteplici, e li potete trovare in qualunque articolo che riguardi il videogame più gettonato del momento.

Cosa c’è davvero da notare di Apex Legends?

Qui voglio invece parlarvi di un paio di aspetti peculiari che difficilmente troverete sottolineati in altri articoli (in fase di redazione di questo ne ho trovato uno solo).

Il primo su cui vorrei soffermarmi e far soffermare la vostra attenzione è l’estrema cura e intelligenza con le quali Respawn si è mossa essendo nella loro condizione di sviluppatori.

Tutte le loro azioni si sono svolte seguendo una dinamica che risulterà familiare a chi ha vissuto la fase dei videogiochi precedente alla loro popolarizzazione e diffusione in massa.

Apex Legends è stato realizzato “come una volta”

Parliamo della realizzazione del gioco: esso non è mai stato annunciato precedentemente, è stato sviluppato espressamente su spinta e per iniziativa della casa di sviluppo.

apex legends ea borsa
Queste leggende stanno facendo la storia del videogioco

Almeno a quanto sembra, nella realizzazione di Apex Legends i colletti bianchi di EA non hanno mai messo becco.
Nessun diktat su come fare le cose, in quanto tempo. Nessuna particolare restrizione o condizionamento sul politically correct.
Nessun particolare incanalamento del gioco verso una direttrice ispirata al possibile successo commerciale.
Insomma per Respawn è stata un’impostazione “alla Blizzard” : il gioco esce quando è pronto.

Apex Legends ha da subito mostrato il grado di polish e di raffinamento del prodotto, in particolare attraverso la scarsità di bugs (per il tipo di prodotto rilasciato) e la funzionalità e la praticità del sistema di notifiche in game. Quest’ultimo mostra chiaramente le numerosissime iterazioni avvenute sul tema.
Molti infatti hanno chiaramente indicato tale sistema di comunicazione, in grado di rendere un giocatore totalmente indipendente dall’uso del microfono, come il nuovo landmark per le comunicazioni in game e il punto dove tutti i titoli successivi dovrebbero arrivare.

Anche la scelta di non annunciarlo è stata molto intelligente. Essendo da tempo molto atteso un titolo ambientato nel mondo di Titanfall il livello delle aspettative per Apex Legends sarebbe presto salito alle stelle rendendo così qualunque videogioco, di fatto, inferiore a ciò che ci si aspettava.

Apex Legends ha avuto un lancio geniale “d’altri tempi”

L’accortezza e l’intelligenza di Respawn nel seguire le dinamiche “d’altri tempi” si estrinsecano anche nel capolavoro del lancio.
Nessuna campagna promozionale multimilionaria per mostrare (e magari volutamente esagerare) i pregi di un titolo. Di conseguenza meno denaro da recuperare con gli introiti e più denaro da destinare al proseguimento dello sviluppo.
Nessuna identificazione del gioco con istanze sociali, di genere o di altro tipo (per ingraziarsi una certa fetta del pubblico)

Annunciato all’improvviso, Apex Legends è stato gettato nelle mani dei giocatori già dalla presentazione che è stata estremamente scarna: un video di introduzione, uno che spiega il gameplay, un dietro le quinte. 30 minuti al massimo durante i quali si sono consegnate virtualmente le chiavi del gioco ai giocatori, invitati a scaricarlo immediatamente.

Una dimostrazione di sicurezza e di fiducia nella solidità del titolo, che ha pagato a pieno.
Sicurezza e fiducia che si possono permettere solo sviluppatori come quelli di Respawn, consci di avere un titolo dalle basi granitiche e dal gameplay coinvolgente, mostrato già nei primi secondi del filmato.

Siamo lontani anni luce dalle presentazioni super cinematografiche alle grandi convention videoludiche di giochi che verranno rilasciati dopo anni in uno stato peggiore (vedi Anthem o molti titoli Ubisoft).
Sicuramente un lancio di questo tipo è anche diretta conseguenza della profonda conoscenza delle circostanze del mondo videoludico moderno, e ne è una conferma la dichiarazione di Drew McCoy, lead producer di Respawn.
Egli infatti dichiara:

Invece di cercare di convincere un’audience scettica per mesi con trailers e articoli di hands-on sulle testate, abbiamo pensato ‘lasciamo che il gioco parli per sè stesso’. E’ il più potente antidoto per potenziali problemi.


Stavamo facendo un gioco free to play, con essenzialmente le loot boxes, dopo essere stati comprati da Electronic Arts, e non è Titanfall 3. E’ la ricetta perfetta per rovinare qualsiasi campagna di marketing.. perciò perché averne una? Consegniamo semplicemente il gioco finito e lasciamo che i giocatori ci giochino.

Cosa possiamo trarre dalle vicende di Apex Legends?

Ma oltre all’ammirazione per questo lampo di genio di marketing, non facciamoci sfuggire ciò che questo avvenimento ci insegna: che il valore di un gioco dipende esclusivamente dalle sue caratteristiche.

Sembra un concetto scontato, ma vista la quantità di denaro speso dalle case di sviluppo per le campagne di marketing e di promozione dei preordini, a quanto pare non è così chiaro.

La rivoluzione dei Batle Royale parte da lontano, dall’amatissimo e sfortunatissimo Titanfall

La vicenda fortunata di Apex Legends e di Respawn non fa altro che evidenziare uno stridore fra realtà molto distanti e visioni molto diverse del prodotto videoludico.
Di fronte ad un lancio del genere non ci si può fare a meno di interrogarsi sull’attuale situazione dei preordini e delle beta e del loro ruolo nello scenario videoludico moderno.

Le fasi beta sono nate come periodi di tempo in cui un videogiocatore particolarmente meritevole o disposto a sobbarcarsi la fatica e la scocciatura di provare un gioco incompleto poteva accedervi con il consenso della sviluppatore.
Ciò avveniva al fine di fare un test e dare il riscontro su bugs, bilanciamento e vari altri aspetti del gioco. Non era un grande privilegio tuttavia, in quanto il prodotto era potenzialmente pieno di bug e “spiacevole” da utilizzare.

Allo stesso modo i preordini sono nati come metodo di gestione delle copie fisiche dei giochi che andavano esaurite al day one. Una conseguenza delle limitate capacità di consegna in termini di numero di copie. Essi peraltro erano disponibili allo stesso identico prezzo del gioco, ed il vantaggio per l’esercizio commerciale era ricevere i soldi in anticipo rispetto alla data dell’uscita del titolo.

La trasformazione di beta e preordini

Da usanza originata da motivi prettamente pratici e logistici siamo passati al mondo digitale. Qui ovviamente di limitazioni sulle copie da consegnare non ce ne sono. Gradualmente i preordini sono diventati prima un mero surplus economico, poi un viatico per bonus in-game, infine un mezzo per giocare il titolo qualche giorno prima degli altri in versione finale e/o partecipare ad una beta, al fine di raccogliere il feedback dell’utenza.

Ma anche questa beta si è rivelata sempre di più progressivamente un elemento di facciata, dato che più volte il gioco mostrato in beta è rimasto identico a quello al giorno dell’uscita, oppure la beta è stata organizzata troppo poco tempo prima del lancio perché il feedback ricevuto potesse incidere sulla qualità e sul gameplay effettivo finale.

Questa situazione è stata chiara a tutti i videogiocatori più attenti alla scena, ma Apex Legends ha reso più che mai evidente il degrado palese dei preordini e della beta, ormai strumenti acclarati di profitto per le case di sviluppo.

Battle Royale Apex Legends EA
Apex Legends è free to play ed ha un modello economico onesto, come dovrebbero avere tutti i giochi del genere

Infatti il gioco è uscito in uno stato semiperfetto ed ha mostrato come la semplice iterazione del processo di testing, analisi del feedback degli sviluppatori, correzione, raffinamento e testing ulteriore sia più che sufficiente per produrre un pacchetto assolutamente valido.

Chiediamo preordini più onesti

A queste altre case di sviluppo chiediamo quindi più onestà e più giochi come Apex Legends, e team di sviluppo più rispettosi degli utenti finali e meno pressati da chi parla, tratta e pensa solo di denaro senza vedere il risultato finale.

In fondo, sono giochi.

Chiediamo solo ,in quanto appassionati, di essere intrattenuti da prodotti di qualità ad un prezzo equo.
Tornare, almeno un pò, alle origini, potrebbe contribuire a questo obiettivo.

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