Aladdin, la recensione: il diamante allo stato grezzo torna a brillare

Il film mantiene l'atmosfera magica del classico di animazione del 1992, facendo sorridere ed emozionare.

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Continua il 2019 nel segno dei rifacimenti in live-action dei classici d’animazione della Disney. Dopo il passo falso fatto con Dumbo, arriva nei cinema di tutto il mondo Aladdin. Abbiamo visto il film doppiato in italiano, ecco la nostra recensione.

Aladdin è il riadattamento in live-action del film del 1992 diretto da John Musker e Ron Clements. Nel classico d’animazione in lingua originale, la voce del Genio fu affidata al grande Robin Williams (doppiato magistralmente da Gigi Proietti nella versione italiana). Lo stesso Proietti è presente come doppiatore anche in questa nuova versione di Aladdin, questa volta, però, doppia il Sultano.

Aladdin Trailer Tappeto Volante Jasmine recensione
Aladdin e Jasmine sul Tappeto Volante

Le notti d’oriente

Se vi state chiedendo se ci troviamo davanti ad una copia spudorata del film d’animazione tanto amato, la risposta è no. Il regista Guy Ritchie e lo sceneggiatore John August sono stati bravi a mantenere l’essenza dell’originale cambiando però diversi dettagli. Un esempio su tutti: Jasmine ha un arco narrativo molto diverso. Il suo personaggio è molto forte e dalle tinte più moderne.

Ci sono anche diversi punti del film dove la fedeltà rispetto all’originale è ai livelli massimi. Ad esempio, la scena della Caverna delle Meraviglie, dove le battute scambiate tra Aladdin ed il Genio sono pressoché identiche al film del 1992.

Fenomenali poteri cosmici… in un minuscolo spazio vitale!

Non giriamoci intorno, gran parte delle attenzioni erano rivolte al Genio di Will Smith. Impossibile reggere il confronto con l’interpretazione di Robin Williams? Non è stato così. Il nuovo Genio ci ha convinto molto. Will Smith, grazie anche al lavoro di regista e sceneggiatori, ha sviluppato un Genio diverso da quello di Williams. Il nuovo essere dai fenomenali poteri cosmici è più “umano” della sua controparte animata. Il Genio di Will Smith è un divo a tutti gli effetti, balla, canta (fa anche del Rap) e, nelle scene in cui appare come umano, si imbarazza e commette errori.

Aladdin: Genio Will Smith
Aladdin, la recensione: il Genio di Will Smith

Il diamante allo stato grezzo

L’essenza del film sta tutta nel concetto del “diamante allo stato grezzo”. La ricchezza interiore conta più del potere e della ricchezza materiale. Aladdin compie infatti un viaggio simile a quello intrapreso dalla controparte animata. L’onestà e l’amore pagano più della menzogna e della sete di potere.

Guy Ritchie è stato bravissimo a rendere questo rifacimento molto fedele all’originale, senza però crearne una copia spudorata. Il film mantiene l’atmosfera magica del classico di animazione del 1992, facendo sorridere ed emozionare.

Ci sono scene dopo i titoli di coda di Aladdin? Scoprilo cliccando qui!

Continuate a seguirci, qui su NerdPool.it, per non perdervi tutti gli aggiornamenti e la prossima recensione.

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