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Hollywood contro la legge anti-aborto della Georgia

Cresce giorno dopo giorno l’elenco degli studios che lasceranno la Georgia se questa legge contro i diritti delle donne dovesse entrare in vigore

Dopo Netflix e Disney, anche Walking Dead si prepara a lasciare, giustamente, il suolo della Georgia per la sua produzione.

Tutto prende il via quando martedì 7 maggio il governatore della Georgia, Brian Kemp, ha firmato una legge che vieta l’aborto quando è possibile rilevare il “battito cardiaco” del feto: il cosiddetto heartbeat bill. Una legge priva quindi di valore scientifico, visto che parlare di “battito cardiaco” entro le 6 settimane è oggetto di numerose critiche e discussioni in ambito medico. Negli Stati Uniti l’aborto è un diritto legale riconosciuto a livello federale, come ha stabilito la sentenza della Corte Suprema Roe vs Wade del 1973. Purtroppo non c’è una legge unica che ne regoli le modalità. Ogni stato ha le proprie leggi, e queste stabiliscono quali sono i criteri e i limiti entro i quali una donna può interrompere una gravidanza.

Netflix Disney anti-aborto

Le parole dell’amministratore delegato Disney, Bob Iger

Cadono come un macigno di fianco a quelle di Sarandos di Netflix le parole di Iger che, parlando della possibilità che la Disney possa continuare a girare in Georgia le proprie produzioni, ha affermato:

“Dubito davvero che lo faremo. Penso che molte persone che lavorano per noi non vorranno più lavorare lì, dobbiamo prestare attenzione ai loro desideri al riguardo. In questo momento ci stiamo pensando molto attentamente.”

Ted Sarandos, responsabile dei contenuti della piattaforma di streaming, ha detto che sta ripensando agli investimenti nello stato se la legge nel 2020 entrerà in vigore. Senza mezzi termini ha dichiarato che l’intera produzione di serie tv e film verrà interrotta. In una sola mossa tutti i blockbuster cinematografici e televisivi dell’ultimo decennio lascerebbero per sempre uno stato che viola i diritti delle donne in maniera così palese.

Netflix rincara la dose e AMC assesta un uno-due da ko

A dimostrazione che di questo si parla, Netflix ha comunicato che la decisione ha a che fare con la protezione delle “molte donne che lavorano nelle produzioni in Georgia i cui diritti, insieme a quelli di milioni di altre donne, saranno gravemente limitati da questa legge”.

Se ancora il messaggio che arriva da Hollywood non fosse ben chiaro per le orecchie dell’ultraconservatore Brian Kemp, ci pensa Tom Payne (Jesus di TWD) a fare da sponda all’inequivocabile annuncio di AMC, citando sottotraccia le decisioni anche degli altri colossi.

Netflix Disney anti-aborto

“Qualsiasi decisione definitiva sarà presa quando la legge entrerà o meno effettivamente in vigore, ma alla fine dei conti ogni azienda deve occuparsi dei propri dipendenti. Se dai lavoro a qualcuno devi occuparti anche dei suoi diritti e quello che le aziende come la AMC stanno facendo è essenzialmente questo. Riguarda il luogo in cui i lavoratori vivono”.

Se. Questa la grande scommessa degli Studios, che non sono certo delle opere di beneficenza, e guardano giustamente con occhi ben spalancati al profitto. Se la legge dovesse essere cassata dalla Corte Suprema AMC vedrebbe salvi i suoi investimenti di questi ultimi otto anni nello stato americano che proponeva investimenti, agevolazioni e sconti fiscali del 30%. Al contempo si sarebbe schierata dalla parte giusta, un qualcosa che si monetizza velocemente di questi tempi. Alternativamente questo potrebbe spingere altri stati a mettersi in bella mostra proponendo a loro volta sgravi fiscali agli studios. Gli investimenti della casa di produzione, in loco, sono stati seri e costosi, specie se consideriamo che due anni fa ha messo le mani sugli Riverwood Studios di Atlanta. Per non parlare del teatro di posa a Senoia dove dal 2011 si gira The Walking Dead.

Ormai il dado è tratto e il network ha dichiarato:

“Dovremo rivalutare le nostre attività in Georgia se questa legge così restrittiva dovesse entrare in vigore. Norme di questo tipo sono passate anche in altri Stati ma sono state contestate. Probabilmente sarà una lotta lunga e complicata e noi stiamo osservando tutto molto da vicino.”

Netflix Disney anti-aborto

Oltre gli studios anche gli attori contro la legge anti-aborto

Attori come Amy Schumer, Ben Stiller, Alec Baldwin hanno scritto a Kemp dicendo che faranno tutto ciò che è in loro potere per far lavorare le donne dell’industria cinematografica in un luogo più sicuro dello stato della Georgia.

Più dura la presa di posizione di Alyssa Milano, attivista di #MeToo, diventata ben presto virale. L’attrice ha proposto uno sciopero del sesso perché “I nostri diritti riproduttivi sono stati cancellati. Finché le donne non avranno il controllo sui loro corpi non possiamo rischiare la gravidanza. Unitevi a me e non fate sesso finché non riavremo l’autonomia del corpo.”

In arrivo i primi ricorsi

Nel frattempo Planned Parenthood e American Civil Liberties Union hanno annunciato che presenteranno ricorso in tribunale contro la nuova legge. Andrea Young, direttrice della sezione locale dell’ACLU ha dichiarato che “Agiremo per bloccare questo assalto alla salute, ai diritti e all’autodeterminazione delle donne.”

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