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Le Ereditiere: esce in dvd l’opera prima di Martinessi. La recensione

Da quest’anno in catalogo per la Koch Media il film di Marcelo Martinessi premiato alla Berlinale 2018 con il Premio Alfred Bauer e con l’Orso d’Argento per Ana Brun

Le Ereditiere è uscito al cinema il 18 ottobre scorso e, distribuito da Lucky Red, vede nel cast, dirette dal paraguaiano Marcelo Martinessi, tra gli altri, oltre alla stessa Brun (nel ruolo di Chela), anche Margarita Irún (Chiquita) e Ana Ivanova (Angy).

Il trailer ufficiale italiano del film.

Chela (Ana Brun) e Chiquita (Vincitore Margarita Irun), entrambe discendenti da famiglie agiate, convivono da oltre trent’anni. Dopo un tracollo finanziario, sono costrette a vendere un po’ alla volta i beni ereditati. Quando Chiquita viene arrestata con un’accusa di frode, Chela è costretta ad affrontare una nuova realtà.
La crisi economica la spinge, pur non volentieri, a trovare una fonte di guadagno e pur non amando guidare, Chela deve adattarsi a lavorare come taxista abusiva.

Il lavoro come strada per l’emancipazione

Questo suo improvvisarsi tassista per un gruppetto di anziane signore benestanti del suo quartiere la mette in contatto con una realtà che sino a quel momento non aveva toccato con mano, protetta com’era dal suo status sociale, in una vita trascorsa all’ombra dell’esuberante compagna. Nel corso di questa sua nuova fase, drammatica, incerta e sulla quale non nutre alcuna speranza, Chela incontra Angy (Ana Ivanova Villagra), molto più giovane di lei. Con lei stabilisce un rapporto molto speciale che da la stura al suo nuovo modo di vedere le cose, e la porta a riconsidrare ogni aspetto della sua vita precedente.

Quando si parla di un cinema di qualità, la mente non può che andare a Le Ereditiere. Questa è l’opera prima del paraguayano Marcelo Martinessi, un film leggibile su più piani che si intersecano tra loro, si compensano e si fondono in un affresco familiare. Questo da al film un sapore a volte documentaristico ma che maggiormente esalta una recitazione estremamente naturale, spontanea, che velocemente attraversa quel momento magico in cui un personaggio diventa infine persona.

La storia di queste donne, ne vediamo tante di donne, uniche protagoniste del film, dei loro affanni, dei loro sogni spezzati, di una difficile ricostruzione/evoluzione, si intreccia, ci mostra e si compenetra nella storia della società paraguayana, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, un ambiente che per oltre mezzo secolo è stato permeato e soffocato da un governo retrogrado e che ha umiliato una nazione opponendosi al progresso politico, sociale, civile e culturale.

Le Ereditiere
In foto Ana Brun è Chela nel film di Marcelo Martinessi.

Il lento divenire delle situazioni

È significativa, ne Le Ereditiere, la scelta del regista di mantenere la camera ferma, sul cavalletto. Questa scelta esalta il lento divenire delle situazioni, come in una sequenza di vecchie diapositive. Si tiene così lontano, volutamente, lo sguardo dalle cose, dal mondo, e quindi anche dalla tentazione di politicizzare la storia. L’improvviso muoversi della camera, a climax raggiunto, rende più evidente l’evoluzione della personalità della protagonista. È così che il regista a quel punto la segue al passo, quasi in soggettiva, allarga quindi il campo a mostrarci uno scorcio di mondo, rendendo così palpabile e vera l’ansia che attraversa la mente e la vita di Chela. Un momento, una presa di coscienza di vitalità prima della chiusura finale. Questo ritorno alla normalità non sarà per questo un ritorno allo status quo ma bensì l’inizio di una nuova normalità.

Non è un film sull’omosessualità

È questo un film intimo, realistico, interamente al femminile, come dicevamo, di amori femminili, di sentimenti ma di ben poca speranza, permeato com’è da un pessimismo di fondo che affonda le sue radici nel cuore malinconico e segnato della società paraguayana.

Contrariamente a quello che vede solo uno sguardo molto distratto, l’argomento principale non è quello dell’omosessualità delle protagoniste, un argomento che il cinema sudamericano affronta con piglio deciso da qualche tempo ma che la società considera ancora come un piccolo tabù.

Le Ereditiere
Le due protagoniste.

Una magistrale Ana Ivanova

Forte di una Ana Ivanova in grande spolvero, che infonde nel personaggio di Angy tutta la sua propria esperienza di donna e ci consegna una femme fatale che non è solo passione carnale, Le Ereditiere fa emergere la classe e le qualità recitative di Ana Brun, la protagonista della storia che si va a raccontare, il contraltare perfetto per Angy, una donna vissuta nell’ombra di una personalità più forte che lentamente prende coscienza delle proprietà capacità, delle proprie potenzialità, liberandosi infine da un latente complesso di inferiorità ma che non ci crede fino in fondo in questa sua nuova “vita”.

In altre parole, Le Ereditiere è un film in grado di restituire al pubblico sensazioni universali, come la frustrazione, il fallimento, la solitudine, ma anche la voglia di credere in se stessi, di essere indipendenti, la visione di donne forti, con un pesante bagaglio emotivo alle spalle ma che non rinunciano alla voglia di emanciparsi, vivere, amare e combattere.

Le Ereditiere
In foto Ana Ivanova Villagra è Angy nel film di Marcelo Martinessi.
Scheda tecnica
  • Regia: Marcelo Martinessi
  • Genere: Commedia
  • Classificazione: Film
  • Cast: Ana Brun, Margarita Irún, Ana Ivanova
  • Durata: 95 minuti
  • Formato: DVD
  • Numero dell’articolo: 1032152
  • EAN: 4020628804541
  • Uscita: 14.02.2019
Le Ereditiere

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