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Chernobyl: gli influencer invadono la zona rossa

Chernobyl, la miniserie HBO e Sky che racconta in cinque puntate la storia di uno dei più gravi disastri nucleari al mondo ha conquistato critica e spettatori con un debutto da record (trovate qui le foto tratte dall’episodio 1×01).

La zona rossa di Chernobyl, così come i resti dell’adiacente cittadina fantasma di Pripyat, sono visitabili da circa otto 8 anni ma, secondo la Cnn, dopo la messa in onda della nuova serie le visite sarebbero aumentate di oltre il 35% rispetto allo scorso anno.

Craig Mazin, autore di Chernobyl, sul suo profilo Twitter ha dichiarato che è bellissimo che la serie stia avendo un impatto positivo sulla crescita del turismo in quella zona ma che turisti e influencer devono portare rispetto evitando foto inappropriate. Molte infatti sono le immagini sexy o goliardiche postate da turisti e/o influencer

“Se la visitate, per cortesia ricordatevi che una terribile tragedia è successa proprio lì. Comportatevi con rispetto di tutti coloro che hanno sofferto e che si sono sacrificati.”

Molti di questi turisti, in cerca di like, stanno letteralmente usando la zona rossa Chernobyl come un set fotografico, arrivando anche a sfoggiare pose sexy ed irrispettose. Sotto alcuni esempi.

https://www.instagram.com/p/ByXy2MIoSxb/?utm_source=ig_web_copy_link


Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti.

Chernobyl: l'invasione degli influencer

La sinossi di Chernobyl

La serie vuole essere un’indagine approfondita sul più grave incidente nucleare della storia. L’incidente avvenne il 26 aprile del 1986 con un rilascio di radiazioni quattrocento volte più potente della bomba atomica sganciata su Hiroshima durante la Seconda Guerra Mondiale. Raccontando senza filtri cosa accadde davvero quel tragico giorno, la miniserie mette in luce i tanti coraggiosi uomini e donne che hanno sacrificato le proprie vite tentando di arginare una catastrofe epocale.

Si stima che il disastro abbiano causato un bilancio totale di circa 4,000 morti su 5 milioni di residenti nelle aree europee contaminate. Nei giorni successivi all’esplosione, 237 persone furono ricoverate per gli effetti delle radiazioni, di cui 31 tra pompieri e operai morirono poco dopo. Negli anni seguenti, furono registrati centinaia di casi di sindrome acuta da radiazioni e cancro. Tutto questo a causa di un errore umano che si sarebbe potuto evitare rispettando i protocolli di sicurezza.

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