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Toy Story 4 – La recensione dell’ultima fatica Pixar

Dopo quello che per molti era il finale perfetto della saga di Toy Story, come poteva la Pixar realizzare qualcosa di nuovo e che non facesse sentire l’odore di manovra commerciale? Con Toy Story 4.

Anche se molti avranno storto il naso all’annuncio del nuovo film della saga, la pellicola merita sia dal punto di vista tecnico che emozionale.
Il film si potrebbe considerare quasi uno spin-off sul nostro amato Sceriffo Woody in preda quasi ad una crisi di mezza età

Trama

ATTENZIONE LA RECENSIONE POTREBBE CONTENERE SPOILER!

Toy Story 3 si era chiuso con i nostri amici che dalle mani dell’ormai maggiorenne Andy erano passati a quelle di Bonnie. Allo stesso modo si apre il nuovo film.

Bonnie ha raggiunto l’età per poter accedere all’asilo, ma questo la spaventa e non poco. Woody, andando contro alle regole della famiglia, si imbuca nel suo zaino per aiutarla nel primo giorno di scuola.

Woody Toy Story 4 Disney Pixar

Grazie al suo aiuto la ragazza realizzerà Forky, un nuovo giocattolo che da semplice spazzatura prenderà vita. Il nuovo giocattolo non accetta la sua natura e tenterà in continuazione la fuga.
Woody cerca di tenerlo il più possibile lontano dai guai, ma quando i due si troveranno in un negozio di antiquariato le cose non andranno bene per i due.

Vecchi giocattoli e nuovi amici

Tutta la storia di Toy Story 4 nasce da una profonda analisi della psiche di Woody. La lealtà verso qualcuno può davvero portarti ad essere infelice? Quanto è giusto aiutare qualcuno quando questa stessa persona nemmeno si ricorda di te?

Sebbene la trama si basi su un elemento che potrebbe essere visto come una forzatura della stessa, servirà a questa profonda analisi introspettiva.

Come in quasi tutti i film della saga, ci troveremo davanti a nuovi personaggi e vecchie conoscenze anche se, come già detto prima, il vero protagonista sarà Woody.
Lo sceriffo con cui siamo tutti cresciuti inizia a sentire il peso degli anni e sebbene cerca di rendersi utile come può, capisce di aver sacrificato tanto per i suoi bambini.

Forky prende presto coscienza di quello che è e che sarà per Bonnie, ma il suo comportamento sarà alla pari di quello di un bambino. Facile da manipolare e ingenuo, si rivelerà essere una pedina fondamentale ai fini dei piani di Gabby Gabby, la “cattiva” del film.

Il resto della comitiva è trattata in modo molto più marginale, nonostante compia alcune azioni fondamentale per aiutare Woody e Buzz. Il ranger spaziale è uno dei pochi personaggi dei film originali a cercare di aiutare veramente il suo migliore amico.

In Toy Story 4 ritroviamo anche Bo Peep, grande amore di Woody, in una veste tutt’altro che da tranquilla pastorella.

Una nota di merito alla realizzazione del personaggio di Benson, che ricorda molto una copertina di Piccoli Brividi.

Toy Story 4

Trama, regia e aspetti tecnici

Essendo un lavoro Disney non potevamo che aspettarci una grande attenzione anche sugli aspetti tecnici del film.
La trama è leggera, godibile e di facile interpretazione. La scelta di creare un villain che fosse esattamente come Woody è stata più che peculiare.

La regia è estremamente efficace e in alcuni momenti riesce a trasmettere un’ansia e un’oppressione simili a quelle che si provano guardando un film di Alien.

La fotografia è molto scura, vista l’ambientazione notturna e chiusa. Anche il Luna Park, dove si svolgeranno alcune scene sembra un posto tutt’altro che felice.

Bisogna inoltre fare i complimenti ad Angelo Maggi nell’essere riuscito, seppur con un diverso timbro vocale, a non far rimpiangere Fabrizio Frizzi nel dare la voce ad uno dei personaggi più iconici della Disney-Pixar.

Ne vale davvero la pena?

Prendendo sempre le parole di chi vi scrive come una valutazione personale, il film è riuscito, come film singolo.

Se si guarda alla saga di Toy Story in generale, forse stona un po’ con gli altri film, ma l’intenzione della Disney era quella di farci approfondire il personaggio dello sceriffo Woody quando tutto attorno a lui cambia.

Non è più il giocattolo preferito della sua padrona e deve ora sottostare alle regole del nuovo ambiente, che gli vanno strette e non fanno per lui.

La mancanza di un vero villain valorizza questo aspetto estremamente emozionale della pellicola. I più piccoli potrebbero far fatica a comprendere il senso del film, che è nettamente orientato ad un pubblico più grande.

Si potrebbe pensare che Toy Story 4 sia una conclusione pensata per i ventenni, cresciuti con Woody e che magari volevano vedere come il loro personaggio preferito avrebbe risposto alle difficoltà. Toy Story 3, al contrario, è la giusta conclusione per il gruppo di giocattoli di Andy.

La Disney è riuscita ancora una volta a realizzare un film di successo? Questo dovrete farcelo sapere voi.

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