The Surge 2: recensione dell’ultima fatica di Deck 13

A distanza di due anni dal primo The Surge, Deck 13 ci riprova con un titolo che prova a migliorare le debolezze del predecessore!

In genere, quando si pronuncia il termine soulslike, si viene sempre a creare una qualche reazione da parte del pubblico. Questi action-rpg di stampo hardcore sono tanto amati quanto odiati per via di una difficoltà elevata che non lascia molto spazio ai giocatori della domenica. Deck 13 è una di quelle case che sembra apprezzare parecchio questo genere, dato che The Surge 2 rappresenta il terzo progetto in questo ambito. Il primo capitolo di questa serie – pur mostrando molteplici lacune – è riuscito a farsi apprezzare per via di un sistema di combattimento interessante. The Surge 2 è quindi il tipico gioco pensato con l’idea di migliorare sotto ogni aspetto i difetti del predecessore. Purtroppo, però, le buone intenzioni non sono sempre accompagnate da altrettanti buoni risultati, e cercheremo di spiegarvi il perché nel corso di questa recensione.

Benvenuti a Jericho City

Il protagonista di The Surge 2 non è Warren, bensì un personaggio personalizzabile attraverso un semplice editor. Si parte con la selezione delle origini a scelta tra sei profili differenti – che spiegano perché il nostro si sta dirigendo a Jericho City – e si procede con una customizzazione piuttosto classica. Ed ecco che in pochi minuti ci si ritrova a vestire i panni dell’ennesimo personaggio taciturno; non sarebbe stato male avere una versione doppiata, sia maschile che femminile.

Per quanto riguarda le vicende narrate, gli avvenimenti di The Surge 2 hanno luogo tempo dopo il finale del primo capitolo. Tutto ha inizio con lo schianto di un aereo su Jericho City, ma le cose non sono così semplici. Su quell’aereo viaggiava proprio il nostro protagonista e la causa dello schianto è dovuta alla collisione con un frammento del razzo Utopia. La città è stata messa in quarantena e (per ovvie ragioni) il nostro personaggio è sopravvissuto, finendo però in coma.

Il gioco inizia proprio con il risveglio del nostro anonimo protagonista, che si ritrova nell’infermeria del carcere. Una strana creatura ha attaccato la struttura e la situazione è precipitata nel caos, permettendoci di fuggire. Noi però non siamo stati gli unici a sopravvivere, a bordo dell’aereo si trovava anche una ragazzina e il nostro viaggio ha inizio proprio con la ricerca di quest’ultima.

In linea generale, la main quest di The Surge 2 è incentrata sulla ricerca di Athena, ma non diciamo altro. Vogliamo però esprimerci sulla qualità della storia, che purtroppo ci ha lasciati totalmente indifferenti. I personaggi coinvolti sono piatti, anonimi e in certi casi danno vita a cliché. Discorso analogo per le subquest, che non brillano certamente per originalità. Per fortuna il gameplay è di tutt’altra pasta.

Taglia, strappa ed equipaggia

The Surge 2 riprende quanto di buono fatto con il primo capitolo, aggiungendo un’interessante meccanica legata alla parata direzionale… ma facciamo un passo indietro. Il gameplay alla base di questa serie è dato dalla possibilità di mirare ai diversi arti del corpo dei nemici, così da smembrarli con brutali finisher per accaparrarsi il loro equipaggiamento. Gli attacchi leggeri e pesanti sono sostituiti da quelli orizzontali e verticali, e ogni scontro ruota attorno all’indebolimento delle singole parti. Per poter eseguire le esecuzioni però, è necessario avere una barra completa della batteria, elemento disponibile indossando l’equipaggiamento.

A ciò si aggiungono la barra della resistenza – che si consuma compiendo certe azioni – e le già citate parate direzionali. Quest’ultime ricordano tantissimo il sistema alla base di For Honor e funzionano in modo analogo; è quindi possibile parare i colpi provenienti da quattro direzioni. All’atto pratico, le parate in The Surge 2 hanno senso solo quando si eseguono ad impatto. In questo modo è possibile sbilanciare i nemici così da effettuare un poderoso contrattacco. Considerando che la parata direzionale ha un costo in resistenza, si tratta di una manovra estremamente rischiosa che ricompensa i giocatori in grado di padroneggiarla.

In alternativa è possibile affidarsi al classico mordi e fuggi; vogliamo però fare delle considerazioni. La parata direzionale è un sistema che rende ancora più complesso e gratificante il sistema di combattimento del titolo, tuttavia crediamo che l’intera esperienza propenda un po’ troppo verso essa. È una cosa che si nota principalmente durante lo scontro con alcuni boss, dove sembra che sia l’unica opzione sensata. Tutto ciò va quindi a discapito di chi preferisce gli approcci di tipo hit and run.

Ad ogni modo, il combat system di The Surge 2 è solido e appagante, capace di trasmettere una notevole fisicità nei colpi.

The Surge 2 Recensione

Personalizza e sopravvivi

Come in ogni RPG che si rispetti, The Surge 2 offre svariate opzioni per la personalizzazione del proprio personaggio. Eliminando i nemici si ottengono gli scarti tecnologici, utili sia per avanzare di livello che per gestire l’equipaggiamento. Ad ogni level up si ottengono dei punti da spendere per incrementare la barra della salute, resistenza e batteria. Proprio quest’ultima determina la quantità di Energia Nucleare che avremo a disposizione, elemento da tenere sott’occhio quando si scelgono l’equipaggiamento e gli impianti da indossare. Questi sono oggetti che forniscono benefici di varia natura e vengono inseriti nella tuta. Ogni dieci livelli si ottiene uno slot aggiuntivo e ciò garantisce la possibilità di creare delle vere e proprie build.

Per quanto riguarda il crafting, smembrando i nemici si ottengono gli schemi per costruire le armature che hanno indosso (le armi invece si ottengono subito) al costo di un certo quantitativo di scarti. Infine, a patto di possedere sia gli scarti che specifici componenti, è possibile potenziare armi e armature. Insomma, funziona tutto come nel primo capitolo.

A differenza del capostipite, The Surge 2 si contraddistingue per l’incredibile quantità di armi presenti, capaci di soddisfare ogni palato. Lance, pugnali, armi da pugno e perfino armi trasformabili (in combo) offrono molteplici approcci che, grazie ad animazioni di un certo calibro, rendono i combattimenti uno spettacolo per gli occhi.

Panoramica complessiva

Se siete amanti dei soulslike, con The Surge 2 vi sentirete indubbiamente a casa. Nonostante ci sia sempre un obiettivo ben definito a guidarvi, il senso di smarrimento vi accompagnerà per buona parte dell’avventura. Gli sviluppatori hanno lavorato duramente per creare un’ambientazione all’altezza delle aspettative e Jericho City rappresenta una grande prova in termini di level design. Dispiace infatti che, proprio come in The Surge, il mondo di gioco sia strutturato in macro aree suddivise da caricamenti. Sarebbe stato magnifico poter esplorare i vari distretti della città senza soluzione di continuità.

I combattimenti coprono un ruolo importante e sapranno farvi sudare. È stato fatto un buon lavoro anche con i boss, questa volta presenti in quantità soddisfacente. Dobbiamo però fare una critica relativa ai moveset sia dei nemici generici che dei boss. Infatti, è presente un riciclo eccessivo nei pattern da entrambe le parti. Nel corso del gioco si affronta un boss con uno specifico set di mosse e poco dopo si fronteggiano nemici con le stesse abilità. Ma non manca nemmeno il caso opposto, con un boss che utilizza le mosse di avversari già visti. Alcune aree inoltre presentano troppi nemici identici ammassati nello stesso punto, elemento che non ci ha fatto impazzire.

Comparto tecnico e direzione artistica

Arriviamo agli aspetti più critici del gioco. Abbiamo testato The Surge 2 su una PlayStation 4 Slim e, per quanto riguarda il comparto tecnico, abbiamo riscontrato numerosi problemi. Il titolo presenta un aliasing abbastanza marcato che incide sull’aspetto visivo, e non mancano nemmeno frequenti cali di frame rate. In un numero ristretto di zone abbiamo riscontrato anche dei casi di tearing e non sono mancati nemmeno bug o crash dell’applicazione. Niente che non sia risolvibile tramite una patch, ma che lascia un pizzico di amaro in bocca, a primo impatto.

L’idea che ci siamo fatti è che il team di sviluppo avrebbe dovuto prestare una maggiore attenzione all’ottimizzazione. Per quanto riguarda la direzione artistica invece siamo rimasti delusi. Jericho City sarebbe potuta essere una magnifica città sci-fi e invece si è rivelata un luogo incredibilmente generico. Nonostante ci sia qualche zona piacevole come Metea Forest – abbastanza atipica in relazione al resto – l’ambientazione di The Surge 2 è assolutamente dimenticabile poiché priva di fascino. Situazione analoga per la colonna sonora, che si è rivelata un po’ anonima; buono invece il doppiaggio in inglese.

Continuate a seguire Nerpool.it per restare aggiornati su tutte le novità inerenti al mondo videoludico.

CORRELATI

The Surge 2 è quel tipo di gioco che prova a migliorare l’esperienza del capitolo precedente senza però riuscirci del tutto. L’impegno da parte di Deck 13 è palese, tuttavia ci sono troppi elementi che avrebbero necessitato una maggiore rifinitura. Ancora una volta, l’elemento migliore della produzione è determinato dal sistema di combattimento che raggiunge nuovi picchi di complessità e, insieme ad una profonda gestione del personaggio, offre un gameplay incredibilmente solido. Il tutto è controbilanciato da alcuni problemi tecnici che, coadiuvati da una storia e un comparto artistico dimenticabili, rendono il titolo meno interessante di quanto ci si potesse aspettare. The Surge 2: recensione dell'ultima fatica di Deck 13