Need for Speed Heat: la nostra recensione

Soddisfate la vostra voglia di velocità con la nostra recensione di Need for Speed Heat!

C’è stato un tempo in cui il nome Need for Speed riecheggiava nelle sale del Valhalla. Ok, forse stiamo esagerando, ma sicuramente era sinonimo di qualità e quindi una garanzia per gli appassionati di giochi corsistici. Negli anni, questa serie ha vissuto una vera e propria epoca d’oro che – sfortunatamente – si è arrestata nel corso della settima generazione di console. Tra cambi di team di sviluppo e sperimentazioni di varia natura, sembrava che non ci fosse pace per questo franchise. Nel 2015 Need for Speed ha ricevuto un reboot capace di riprendere degnamente quelle contaminazioni Underground tanto care ai fan, riaccendendo le speranze. Purtroppo però, con Payback gli sviluppatori si sono mossi in tutt’altra direzione, facendo un passo in avanti e almeno quattro indietro. Quando tutto sembrava perduto, Ghost Games ha riportato la serie in carreggiata con Need for Speed Heat, un capitolo in grado di soddisfare tutti i palati.

Ed eccoci qua a spiegarvi perché Heat è la miglior iterazione della serie da tanti anni a questa parte. Allacciate le cinture, quanto segue potrebbe stupirvi!

Una città, due volti

Come avrete intuito guardando trailer e contenuti affini, Need for Speed Heat si basa sulla dualità tra fasi diurne e notturne. Di giorno, Palm City ospita un festival chiamato Speedhunters Shodown in cui i piloti possono accedere a competizioni autorizzate chiuse al traffico. Di notte invece, gli street racers scendono in strada per sfidarsi in gare al cardiopalma, così da ottenere il rispetto che meritano. Ed è in questi frangenti che entra in gioco la polizia, disposta a tutto pur di fermare le gare illegali.

La storia di Heat parte proprio da questo presupposto e ci mette nei panni del classico novellino pronto a farsi un nome in città. Quindi, facciamo conoscenza con Lucas e Ana Rivera, due fratelli che ci introducono ai vari tipi di competizione e che fanno da coprotagonisti. Mentre Lucas ci dà giusto la spinta per iniziare a correre nello Showdown, Ana assume il ruolo di protagonista per le competizioni illegali. Nel primo caso si finisce per conoscere diversi piloti (e le loro storie) che dànno accesso alle diverse tipologie di gare. Nel secondo caso invece, assistiamo alle vicende che ruotano attorno ad Ana e alla task force corrotta del tenente Mercer. La polizia infatti rappresenta una delle colonne portati della narrazione, tuttavia non si rivela una nemesi soddisfacente a causa della scarsa attenzione nei nostri confronti. In altre parole, ci troviamo ad agire più come aiutanti che come protagonisti effettivi.

Paradossalmente, gli avvenimenti relativi allo Shodown – che hanno un ruolo marginale – funzionano meglio della storyline principale. In ogni caso non è nulla di preoccupante, dato che consideriamo questo elemento poco importante in relazione a questo genere. Insomma, comprare un racing game solo per la sua storia non avrebbe molto senso, giusto?

What a wonderful world

Come dicevamo qui sopra, Need for Speed Heat è ambientato a Palm City, una regione fittizia che prende ispirazione da Miami e, più in generale, dalla Florida e dalla Georgia. Per la prima volta nella serie abbiamo potuto scorrazzare in un vero open world, con risultati più che soddisfacenti. Si tratta di un luogo caratterizzato dalla street art, pieno di spazi verdi, che al contempo offre il look esotico tipico della serie. Il tutto viene accentuato di notte, quando i neon illuminano le strade e gli effetti di luce creano uno spettacolo non indifferente. Insomma, Palm City è un’ambientazione molto più interessante della Fortune Valley vista in Payback e correre per le strade di questo mondo non stanca mai.

Per di più, al fine di rendere l’esplorazione più fluida che in passato, gli sviluppatori hanno lavorato per ridurre notevolmente i tempi di attesa quando l’auto finisce in zone esterne alla mappa, e hanno reso tantissimi elementi dello scenario facilmente distruttibili in caso di collisioni. Quando accade ciò, si subisce un discreto rallentamento e l’auto non viene fermata ma attenzione, caricate gli ostacoli come un toro furioso e finirete per perdere secondi preziosi.

Guadagna di giorno, rischia di notte

Notevole anche la differenziazione tra l’esperienza diurna e quella notturna. Ad esempio – quando visualizziamo la mappa di gioco – possiamo passare dal giorno alla notte con la pressione di un tasto. Oppure, possiamo effettuare fast travel verso i rifugi o ancora, cambiare l’auto direttamente sul luogo di un evento. La notte invece è tutt’altra storia e, per enfatizzare l’idea di pericolo, le opzioni appena citate non sono disponibili. Addirittura c’è un limite – fissato a tre – per le riparazioni effettuabili alle stazioni di servizio.

Quando si esce di notte bisogna scegliere accuratamente l’auto con cui si vuole gareggiare e il tipo di eventi che si desidera completare. Il conseguimento di vittorie e altre imprese fanno incrementare (da 1 a 5) il valore dell’indicatore Heat, ovvero il livello da ricercato. Per di più, in questi frangenti sbloccheremo gli eventi allerta alta, che oltre alla reputazione ci permetteranno di ottenere delle parti utili per il potenziamento del nostro bolide. Maggiore sarà il livello Heat raggiunto, più Rep. otterremo una volta raggiunto il garage in sicurezza.

Il sistema di progressione è quindi legato indissolubilmente alla meccanica giorno/notte, con gli eventi diurni utili a farci guadagnare denaro e quelli notturni necessari per sbloccare Rep e quindi componenti più performanti. Inutile dire che abbiamo apprezzato tantissimo questa meccanica, che dona ulteriore freschezza all’esperienza.

Piloti impegnati, piloti strapagati

Veniamo ora alle attività di gioco disponibili, che nei capitoli precedenti erano tutt’altro che soddisfacenti. Tanto per cominciare, Need for Speed Heat offre una settantina di eventi divisi tra corse su circuito, off-road, prove a tempo, derapate e sprint.  Il giorno e la notte offrono esperienze totalmente differenti e ciò che rende divertenti le diverse gare è il design dei tracciati, finalmente strutturati come si deve. Credeteci quando vi diciamo che non ci divertivamo così con un Need for Speed da tanti, troppi anni. Purtroppo però l’intelligenza artificiale non ci ha dato le stesse soddisfazioni e ci siamo ritrovati a dover impostare la difficoltà su difficile. Il risultato è stato accettabile e alcuni eventi si sono rivelati particolarmente ostici: la maggiore aggressività degli avversari unita ai tecnicismi dei tracciati, ci hanno regalato grandi momenti di adrenalina. Fortunatamente, per la polizia le cose funzionano diversamente, e sapranno darvi filo da torcere indipendentemente dal livello di difficoltà scelto.

Heat offre anche un buon numero di attività secondarie sparse per tutta Palm City che potranno rubarvi diverse ore. In particolare, sono presenti gli immancabili autovelox, i salti e le zone di derapata. A questi si aggiungono svariati collezionabili tra cui i cartelloni, fenicotteri neon da distruggere e centinaia di graffiti. La cosa positiva è che, l’ottenimento di questi oggetti premia sempre il giocatore con oggetti davvero interessanti. Quindi, abbiamo apprezzato particolarmente questa “reinterpretazione” dei collezionabili che altrimenti sarebbero stati fini a sé stessi.

Modalità All-drive e Crew

In Need for Speed Heat sarete liberi di giocare offline oppure in compagnia dei vostri amici tramite la modalità All-drive. Quali sono i benefici di giocare in compagnia di altri giocatori? Tanto per cominciare potrete affrontare gare insieme, dedicarvi alla raccolta dei collezionabili o, più semplicemente, potreste divertirvi nei svariati parchi giochi sparsi per Palm City. C’è però un altro elemento da non sottovalutare, soprattutto se si gioca di notte. Se ad esempio avete un livello di ricercato 3, mentre gli altri giocatori hanno raggiunto il livello 5, la polizia potrebbe concentrarsi su di essi e quindi voi sareste liberi di agire con più libertà. Considerando l’aggressività della polizia, si tratta di un aiuto in più per poter portare a casa il bottino.

Per quanto riguarda le Crew invece, si tratta di gruppi che consentono – a chi ne fa parte – di ottenere bonus di varia natura. È una feature molto simile ai club di Driveclub, con un sistema di livel-up basato sulle imprese dei giocatori. Purtroppo però, le Crew sembrano abbastanza limitate e speriamo che nei prossimi mesi Ghost Games cerchi di renderle più significative. Insomma, non sarebbe male se venissero introdotte delle sfide community pensate appositamente per queste squadre di giocatori, in modo da creare un maggiore affiatamento tra di essi.  

Le auto e la guida

Forse è giunto il momento di parlare delle auto e del sistema di guida che, come sempre, ricoprono un ruolo di primissima importanza. Need for Speed Heat offre ai giocatori più di 120 bolidi su cui sfrecciare per le strade di Palm City. Il grado di personalizzazione estetica varia drasticamente a seconda del tipo di vettura intendiamo “pimpare” ma, tutto sommato, i risultati raggiunti rappresentano un buon compromesso. Discorso differente invece per la gestione delle performance, che offre totale libertà. Nel caso ci fossero ancora dubbi, Heat ha detto definitivamente addio alle Speedcards di Payback in funzione di una gestione più classica. Abbiamo quindi 4 categorie a cui appartengono diversi elementi che possiamo potenziare a nostro piacimento. A seconda delle componenti che andremo ad installare, l’assetto delle auto potrà essere indirizzato verso gare su strada o fuoristrada, corse o derapate.

In termini pratici, significa che Need for Speed Heat possiede una maggiore profondità rispetto ai capitoli precedenti. Il sistema di controllo continua a basarsi sul famigerato brake to drift in cui, rilasciando momentaneamente l’acceleratore in curva per sterzare, l’auto inizierà a driftare. Tuttavia, le cose cambiano sensibilmente se si decide di creare un’auto con tanta aderenza pensata per le corse su strada. In questi casi – per affrontare le curve più larghe – diventa fondamentale l’utilizzo del freno, che in altre configurazioni non ha alcuna utilità. Alcuni potrebbero continuare a non apprezzare questo tipo di feeling (che per certi versi ricorda un po’ i Ridge Racer), ma si tratta comunque di un sistema personalizzabile.

Comparto tecnico e direzione artistica

Come da consuetudine, chiudiamo questa recensione con il paragrafo dedicato alle performance del titolo. Purtroppo, su questo aspetto Need for Speed Heat ci ha delusi un tantino. Infatti, il titolo non ha ricevuto una gran ottimizzazione e su PS4 Slim, soffre di alcuni problemi tecnici. Ad esempio, le cut scene non fanno gridare al miracolo, i personaggi contano una modellazione poligonale migliorabile e nelle sequenze notturne, talvolta è possibile notare un contorno bianco dovuto all’anti-aliasing. Il risultato è che questi risultano innaturali e poco plausibili con lo scenario circostante.

Sebbene il colpo d’occhio sia generalmente piacevole, Heat soffre nel momento in cui si vanno a guardare i dettagli. Prendiamo ad esempio le auto, che sono al centro di tutto. Le vediamo nei menù, nei caricamenti e ovviamente in gioco. Gli sviluppatori hanno lavorato molto su di esse, per renderle ancora più belle che in passato. Peccato però che i riflessi -su cui il titolo punta tantissimo – appaiano sgranati, poco definiti. E nonostante PS4 sia una macchina obsoleta, siamo sicuri che con un po’ di ottimizzazione la resa finale sarebbe potuta essere migliore. Lo stesso discorso è applicabile al mondo di gioco e all’orizzonte visivo. Spesso infatti è possibile scorgere sagome sgranate di alberi tutt’altro che piacevoli alla vista. Ma ci sono anche altri elementi non proprio curatissimi, come l’aspetto del mare nelle fasi diurne. Assolutamente terribile.

Infine, siamo stati flagellati da diversi crash dell’applicazione che spesso ci hanno reso le cose difficili. Nulla da dire riguardo il frame rate, che su PS4 Standard viaggia a 30 fotogrammi senza particolari problemi. Buone invece sia la direzione artistica che la colonna sonora, che in entrambi i casi ci hanno piacevolmente sorpreso. Ottimo anche il rombo dei motori che insieme alla personalizzazione del suono dello scarico, permette di dare un tocco di personalità in più ai propri veicoli.

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Need for Speed Heat rappresenta un notevole passo in avanti rispetto ai capitoli precedenti. Ghost Games è finalmente riuscita a consegnare ai giocatori un titolo solido, capace di racchiudere sapientemente tutte le anime della serie. In esso troverete tutto il meglio che Need for Speed ha offerto in questi venticinque anni, con tracciati finalmente all’altezza delle aspettative, una polizia più in forma che mai, tanta personalizzazione e una sensazione di velocità impeccabile. Si tratta dunque di un’esperienza imperdibile che potreste adorare se amate gli arcade di questo tipo a patto di chiudere un occhio sui problemi tecnici (risolvibili in parte tramite patch) e altri difetti minori. Need for Speed Heat: la nostra recensione