back to top

Dorohedoro: la recensione dell’anime disponibile su Netflix


Era la fine del 2018 quando veniva ufficialmente annunciato tramite le pagine di Monthly Shonen Sunday la trasposizione anime di Dorohedoro. Era arrivato finalmente anche per i tanti che non lo conoscevano, il momento di vedere sullo schermo uno dei seinen più originali e stravaganti mai creati. La prima stagione dell’anime sarà disponibile su Netflix a partire dal 28 maggio, ed è composta da 12 episodi.

TRAMA

Il manga di Q Hayashida ha avuto una storia editoriale travagliata, tant’è che ha cambiato ben tre riviste. La storia ruota attorno all’uomo lucertola Kayman e la sua amica Nikaido, titolare di un ristorante. Dorohedoro si divide sostanzialmente in due mondi. Quello degli umani chiamato Hole, abitato dai nostri due protagonisti. E il mondo degli stregoni abitato dalla minaccia più grande per Kayman, governato da En, uno stregone in grado di trasformare in fungo chiunque con la sua magia. Questi ultimi si dilettano sperimentando i loro poteri a Hole sugli umani, usati come cavie e trasformati in esseri metà uomo e metà animale come successo a Kayman.

Attenzione! Seguono spoiler. Proseguite nella lettura a vostro rischio e pericolo!

L’ANIME

Sono tante le domande che attanagliano i nostri protagonisti. Chi è stato l’artefice della a trasformazione di Kayman? Chi è l’uomo dentro la sua bocca? Quali segreti cela il passato di Nikaido? I due inizieranno un viaggio che tra botte, trasformazioni e humor nero li avvicinerà alla verità.

L’anime affronta i dubbi dei due protagonisti destreggiandosi all’interno della storia con grande naturalezza. Le animazioni dello studio MAPPA danno particolare risalto alle ambientazioni sporche e grottesche di cui gli esseri umani fanno parte e alla vena umoristica dei cattivi. Il mondo di Dorohedoro sostanzialmente distrugge tutti i canoni del seinen classico. Le ambientazioni sono fangose, i personaggi vanno in giro con delle maschere, i cattivi non ricorrono a strani magheggi combinando elementi naturali tra di loro ma usano le care vecchie mazzate e del “semplice” fumo nero. Gli episodi si intercorrono tra scene splatter e momenti di riflessione che si intrecciano perfettamente tra di loro.

Kayman e Nikaido dovranno presto fare i conti con En, il capo degli stregoni alla ricerca della strega che controlla il tempo che si scoprirà poi essere Nikaido. Così come con Shin e Noi, due tra gli stregoni più forti e partner indissolubili di En. Il tutto è contornato da personaggi secondari come il Dottor Vaux, Ebisu e Fujita, e da eventi che cambieranno le sorti e divideranno le strade dei protagonisti. Fino a ritrovarsi per cercare la verità insieme.

CI SARÀ UNA SECONDA STAGIONE?

L’anime nella sua prima stagione non riesce a dissipare tutti i dubbi e le domande di cui Kayman e Nikaido sono vittime. Comprensibile visti i dodici episodi, pochi per trasporre un’opera di ventitré volumi. Ma dà certamente una reale e parziale trasposizione della prima parte della storia di uno dei manga più controversi degli ultimi venti anni.
Non ci sono ancora notizie in merito ad una possibile seconda stagione ma il regista ha dichiarato in passato che se la prima fase avesse dato buoni risultati avrebbe cominciato subito a lavorare per il continuo. Restiamo quindi in attesa.

CORRELATI

Una prima stagione godibile, scorrevole e che vi strapperà anche qualche risataDorohedoro: la recensione dell’anime disponibile su Netflix