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Resident Evil 3: la recensione del Remake di Capcom

Dopo il successo raggiunto con il remake del secondo capitolo della saga, Capcom sforna il remake di uno dei titoli più amati dai fan del survival horror!

Sulla scia del successo del remake di Resident Evil 2, Capcom ha rilasciato uno dei titoli più attesi del momento, se non di questo 2020. Stiamo parlando di Resident Evil 3, remake del titolo che nel lontano 1999, fu pubblicato per Playstation, Dreamcast, Nintendo Gamecube e Microsoft Windows.

Preparati a correre!

Scappa, c’è il Nemesis!

Il titolo si pone l’obiettivo di riportare ogni giocatore, all’interno di quell’intensa atmosfera survival horror tipica della serie. È infatti anche grazie a capitoli come Resident Evil 3: Nemesis, che la saga è una delle più grandi esponenti videoludiche del genere.
Con la promessa di riuscire nell’intento, il progetto di Capcom ci porta all’interno di una Raccoon City devastata dall’epidemia. La causa di tutto ciò è l’Umbrella Corporation, un’azienda farmaceutica che si dichiara tale per mascherare i suoi loschi esperimenti. Nei panni di Jill Valentine, un’agente della S.T.A.R.S., ci ritroveremo nel caos più totale intenti ad affrontare le creature che ci si pareranno davanti. Ogni zombi può essere affrontato tranne uno: il temibile Nemesis. Questa creatura non conosce pietà e farà di tutto pur di eliminare l’ultimo agente della S.T.A.R.S., scomodo testimone dei piani dell’Umbrella.
Fortunatamente all’interno di Resident Evil 3 Remake non saremo mai soli. Poco più avanti incontreremo Carlos Oliveira, un mercenario dell’Umbrella Biohazard Countermeasure Service (U.B.C.S.), che ci porterà dalla sua squadra. Ci ritroveremo dunque, a dover trovare un modo per far partire il treno metropolitano pieno di sopravvissuti, al fine di lasciare la città. L’impresa non sarà una passeggiata e il Nemesis, è sempre a piede libero.

Dell’Umbrella puoi fidarti!

Tieni gli occhi aperti!

Rispetto al capitolo originale, siamo molto più indirizzati verso gli obiettivi da compiere. Non che vi sia assenza di libertà di scelta, ma non illudetevi che sarà una passeggiata girovagare per le strade di Raccoon City ad esplorare tra un edificio e l’altro. Certo, dipende anche dalla difficoltà che sceglierete.

Con la modalità Assistita, sarete aiutati secondo le seguenti caratteristiche:

Mira Assistita.

Recupero automatico della salute (parziale).

I nemici infliggono meno danni.

Inizia la partita con un fucile d’assalto.

Più munizioni dalle combinazioni.

Con quella Standard, vi ritroverete di fronte alla difficoltà più equilibrata mentre, con quella Estrema, vi saranno le seguenti feature:

I nemici infliggono più danni.

Munizioni e oggetti si trovano con meno frequenza.

Meno munizioni nelle combinazioni.

Come in ogni survival horror che si rispetti, tener conto degli oggetti a propria disposizione è fondamentale. Man mano che si proseguirà nell’avventura di Jill e Carlos, si avrà la possibilità di trovare nuove armi e oggetti utili alla sopravvivenza nei meandri di Raccoon City. Anche se inizialmente l’inventario è piuttosto limitato, si avrà la possibilità di ampliarlo tramite dei borselli, reperibili soprattutto negli uffici di polizia.  Se l’inventario è pieno, c’è sempre la possibilità di scartare un oggetto. Purtroppo però, nel momento in cui un oggetto viene scartato, questo non sarà più reperibile. L’oggetto infatti, sparisce del tutto e non può essere più recuperato. Bisogna dunque tener conto di cosa riteniamo più utile, sperando magari di poter ritrovare quell’oggetto più avanti, quando avremo la possibilità di portarlo con noi.
Sarà inoltre fondamentale recuperare quanti più documenti possibile e soprattutto leggerli poiché, la maggior parte delle annotazioni, contengono ricette. Quest’ultime sono determinanti per la creazione di oggetti, proiettili e cure, specie quando l’inventario è pieno. Quando bisognerà liberare qualche slot, sarà necessario combinare la polvere da sparo o le piante tra loro, per far spazio a nuovi oggetti. Spesso alcune armi e oggetti, richiederanno due slot e bisognerà spostare un elemento, affinché ce ne siano due liberi vicini.
In effetti la cosa sembra un po’ banale, perché il procedimento potrebbe anche avvenire automaticamente, senza dover spostare manualmente l’oggetto.

Svuota le tasche!

Equipaggia solo il necessario

Per quanto riguarda il gameplay, vi è un approccio molto fluido e alla mano. Il sistema di combattimento poi, non richiede particolare precisione, specie nei momenti confusionali. È sempre importante rimanere calmi e lucidi, senza farsi prendere troppo dal panico. Le armi, in particolar modo i fucili a pompa e le granate, offrono una maneggevolezza nell’utilizzo, che non distraggono troppo dall’azione. Il giocatore, può infatti gestire le situazioni più ardue senza dover pensare troppo alla traiettoria nel lancio della granata. Stessa cosa se si è intenti a far esplodere un barile. Ovviamente bisogna sempre tenere una certa distanza, ma anche qualche piccolo errore non aggraverà troppo la situazione, già di per sé difficile.
Per quanto riguarda la fluidità dei movimenti, questa ci consente di attuare un approccio tattico, soprattutto nei momenti in cui ci si trova di fronte troppi zombi. La schivata in questo caso, può ritenersi un punto a favore, specie per chi ha bisogno di una via di fuga. Non sarà facile tenere a bada il Nemesis e i suoi scagnozzi, e questa è una cosa che dalla saga di Resident Evil abbiamo imparato fin troppo bene.
Ovviamente, l’ansia cresce sempre più e le nostre ancore di salvezza saranno i nostri punti di salvataggio. Le famose e amate macchine da scrivere, non saranno troppo distanti l’un l’altra e ci offriranno spesso, la possibilità di tirare un sospiro di sollievo.
La dinamica messa in atto con gli enigmi ambientali poi, è sempre stata un fiore all’occhiello per la saga. Fedele ed orgogliosa dei suoi capolavori, Capcom non permette al giocatore di raggirarli poiché, rispettano i canoni originari del titolo. Non sarà dunque possibile ad esempio, rimuovere un interruttore che consente l’apertura di una porta, prima che questa si chiuda.
Se per molti può sembrare ovvio, c’è da dire che non è una regola sempre rispettata nei remake e che dunque, è lecito aspettarsi qualche cambiamento in Resident Evil 3.

Immagini che puoi sentire

Sequenze che fanno brillare gli occhi!

Non è difficile notare che il comparto grafico del titolo, ha una qualità altamente elevata. Purtroppo però alcuni dettagli, in particolar modo quelli che riguardano peli e capelli, tendono a non essere ben definiti in movimento. È di certo una caratteristica piuttosto comune e che non disturba per niente la visione, ma è facile rendersene conto soprattutto con TV o monitor ad alta risoluzione.
Nelle scene ricche di elementi grafici poi, pecca di lag per qualche breve secondo nel calcolo dei fotogrammi. Ma dopotutto, è un dettaglio così minimale che tutto sommato, è comprensibile se non passabile. Nonostante ciò, la messa in scena è impressionante, degna di un capolavoro d’azione hollywoodiano. Pensare alla versione originale del titolo mette i brividi, ricordando quelle giornate trascorse a scappare dal Nemesis.
Si potrebbe dunque affermare che il gioco in questione, mantiene palesemente le aspettative, se non addirittura sostenere che le supera. Lo spettacolo al quale siamo posti e gli scenari raccapriccianti che ci vengono mostrati, rendono le creature degne del loro habitat naturale.

L’audio è ben curato e di certo, contribuisce nettamente al fattore nostalgia. Il suo contributo nell’immersione dell’avventura di Jill e Carlos è determinante, tanto da riprodurre suoni ed atmosfere tipiche della serie made in Capcom. Sebbene accompagni diligentemente il giocatore all’interno delle varie location, in alcuni tratti tende ad essere poco incisivo. Ciò avviene soprattutto quando vi è il lontano verso di una creatura ma, tutto sommato, contribuisce sufficientemente all’avvertimento di un pericolo imminente.
Se si pensa alla longevità del titolo, è difficile pensare che possa durare tanto. Su questo influiscono le 5 ore di gioco che basterebbero a completarlo ma, non bisogna trascurare quanto il titolo originale, sia stato determinante per la storia videoludica. Per chi all’epoca era troppo piccolo o non era ancora nato, Resident Evil 3 Remake è un’opportunità per godere della grandezza del terzo capitolo della saga.

Scappa dalle fiamme dell’inferno… o affrontale!

Non lasciarti ostacolare!

In definitiva, Resident Evil 3 Remake è adrenalina pura! Schivare un colpo all’ultimo secondo (sopratutto con la “schivata perfetta“) contribuisce all’atmosfera action del titolo. Per non parlare di quando si schiva all’ultimo momento, un colpo del Nemesis.
La maneggevolezza del gameplay che rimoderna e rinnova il titolo, è fondamentale affinché ogni generazione, apprezzi un capolavoro del genere horror. Sebbene pecchi in qualche lieve ed indifferente dettaglio sotto il punto di vista grafico, e di incisività per quanto riguarda il sonoro, non è per niente da prendere sotto mano. Queste piccole sbavature passano nettamente in secondo piano, dinanzi alla grande maneggevolezza della giocabilità e agli incredibili scenari mostrati nel capolavoro di Capcom.

E voi, avete già acquistato Resident Evil 3 Remake? Quanto siete elettrizzati dall’idea di potervi ritrovare faccia a faccia con sua eccellenza il Nemesis? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguirci su Nerdpool.it.

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Resident Evil 3 Remake si pone l'obiettivo di riportare ogni giocatore, all'interno di quell'intensa atmosfera survival horror tipica della serie. Sarebbe diminutivo affermare che riesce nell'intento poiché, la grande messa in atto delle scene presentate, insieme alla fluidità del gameplay, contribuiscono al superare ogni aspettativa. Il titolo infatti, porta i nostalgici a rivivere le emozioni del titolo originale, e consente ai più giovani di scoprire l'eccellenza di uno dei più grandi capolavori di Capcom.Resident Evil 3: la recensione del Remake di Capcom