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National Geographic svela la prima camera funeraria intatta dell’intero Egitto

NATIONAL GEOGRAPHIC

SVELA LO STORICO RITROVAMENTO DELLA PRIMA CAMERA FUNERARIA COMPLETAMENTE INTATTA DELL’ANTICO EGITTO

Gli scavi, condotti dal Ministero delle Antichità d’Egitto e dalla Eberhard Karls University di Tubinga, sono raccontati per National Geographic da BBC Studios in una serie in quattro parti e rivelano le prime prove di una mummificazione avvenuta in ambienti sotterranei.

Saqqara, Egypt – Professor Salima Ikram and Dr. Ramadan Hussein examine the coffin of Tadihor, still nestled in the niche cut into her vast stone sarcophagus. (National Geographic/Lina Zilinskaite)

La nuova serie

MUMMIE: MISTERI NELLE PIRAMIDI

Un accesso esclusivo al dietro le quinte del lavoro del team internazionale di archeologi.

In onda su National Geographic dal 4 giugno, il giovedì alle 20.55.

National Geographic ha reso pubbliche oggi le immagini esclusive dalla prima camera funeraria completamente intatta dell’antico Egitto. Un team di archeologi guidato dal dottor Ramadan Hussein dell’Università tedesca Eberhard Karls di Tubinga, in collaborazione con il Ministero delle Antichità egiziano, ha scoperto, nel profondo delle sabbie della necropoli di Saqqara, a meno di un’ora di auto a sud del Cairo, il complesso funerario risalente al 600 a.C. La nuova serie in quattro parti MUMMIE: MISTERI NELLE PIRAMIDI prodotta per National Geographic da BBC Studios, mostra le immagini del team impegnato nell’esplorazione delle camere sotterranee e l’apertura di 4 sarcofagi sigillati da 2.600 anni.

In onda su National Geographic (Sky 403) dal 4 giugno, il giovedì alle 20.55, MUMMIE: MISTERI NELLE PIRAMIDI segue il lavoro della squadra diretta da Hussein, composta dall’egittologa Salima Ikram dell’Università Americana del Cairo, l’esperto di mummie Stephen Buckley dell’Università di York, l’archeologo digitale Matthias Lang dell’Università di Tubinga, il geoingegnere Ayman Hamed dell’Università di Suez e il paleoradiologo Sahar Saleem dell’Università del Cairo. Lo speciale sarà trasmesso in 142 paesi del mondo e 43 lingue.

Questa scoperta non ha solo portato alla luce il primo complesso funerario con aree dedicate alla rimozione di organi, all’imbalsamazione e alla sepoltura, ma permette di saperne di più sulla morte, e sul business ad essa collegato, nell’antico Egitto. Gli ultimi test scientifici e scansioni delle tombe e dei resti dei defunti aggiungono preziose informazioni sui riti sacri e sui commerci che si tenevano in questo spazio sotterraneo.

“La tomba contiene mummie sia di ricchi che poveri, nonché informazioni sui beni offerti” dichiara Hussein. “Le prove che abbiamo rinvenuto mostrano come gli imbalsamatori avessero un buon senso degli affari. Hanno riutilizzato le camere e rivenduto i sarcofagi per massimizzare la capacità del complesso”.

A screenshot of a photogrammetric model taken by Dr Matthias Lang of Ayawet’s mummy. Crossed arms are clearly visible on the chest, a pose that once symbolized Egyptian kingship, but also came to be used by elite priests.(National Geographic/Barney Rowe)

Le altre scoperte includono:

  • La prima maschera in argento dorato rinvenuta in Egitto dal 1939. La fattura e l’ avanzata tecnica di lavorazione dei metalli con la placcatura dell’argento con un sottile strato d’oro, rappresenta un passo nel viaggio di trasformazione del defunto in divinità. Nell’antico Egitto l’argento valeva il doppio dell’oro e i test non invasivi hanno determinato la purezza dell’argento al 99,07%.
  • La prima mummia seppellita con sei vasi canopi contenenti organi che suggerisce una forma completamente nuova di sepoltura. Per migliaia di anni sono stati 4 i vasi sacri utilizzati per custodire gli organi mummificati dei morti, ognuno custodito da una divinità;
  • La prova di un culto precedentemente sconosciuto per una misteriosa dea serpente citata sulle iscrizioni su tre mummie identificate come “Sacerdoti di Niut-Shaes”.
  • Due sacerdoti sepolti erano di origine libica. In poche generazioni, avevano raggiunto uno dei ranghi più alti della società egiziana, prova del fatto che l’etnia non rappresentava un ostacolo nell’Egitto multiculturale in cui greci, fenici e nubiani vivevano fianco a fianco;
  • Una mummia sepolta a braccia incrociate in una posizione di solito riservata solo ai faraoni. Potrebbe trattarsi di un sacerdote di alto rango.
  • In una rara coincidenza archeologica, due delle mummie rinvenute potrebbero essere madre e figlio, sepolte a soli 4 metri di distanza.

Per raggiungere l’area posta a 12,5 metri sotto terra, Hussein e il suo team hanno dovuto rimuovere 38 tonnellate di sabbia dal pozzo M 23-II. Hanno così rivelato che la camera appositamente costruita aveva condotte di areazione e un grande bruciatore di incenso che fungeva da antico sistema di condizionamento e fumigazione, nonché canali di drenaggio tagliati nella roccia per incanalare il sangue. Sono state rivenute inoltre due strutture che facevano parte del sistema funerario, incluso il pozzo K24 profondo 30 metri che porta a 6 tombe per un totale di 54 mummie.

Il team di archeologi ha messo in campo le ultime tecnologie per scansionare e acquisire quanti più dati possibili sul complesso funerario, tra cui:

  • Un tomografo computerizzato ha creato una replica digitale 3D dei sacri vasi canopi e del loro contenuto.
  • Test chimici avanzati sui liquidi e etichette di centinaia di vasi antichi presenti nel laboratorio hanno rivelato gli elementi utilizzati per la mummificazione. Questo rimette in discussione il significato del termine “entiyu” (“ntyw), che gli esperti avevano a lungo pensato indicasse la mirra: i nuovi risultati suggeriscono che fosse in realtà resina di cedro probabilmente importata dall’odierno Libano.
  • Un kit da campo leggero e mobile per poter radiografare le mummie direttamente nelle loro tombe, ha permesso di scansionare i resti con il minimo danno.
  • E’ stata realizzata una scansione 3D per creare modelli integrati di aree sotterranee. I dati acquisiti verranno utilizzati per ricreare virtualmente la tomba perché possa essere esplorata da chiunque.

MUMMIE: MISTERI NELLE PIRAMIDI è prodotto da BBC Studios per National Geographic. Per BBC Studios, i produttori esecutivi sono Sarah Gibbs e Lisa Ausden. Per National Geographic, il produttore esecutivo è Helen Hawken; Hamish Mykura è Executive Vice President, Programming and Development; e Geoff Daniels è Executive Vice President of Global Unscripted Entertainment.

Saqqara, Egypt – Wrapped in a protective shroud, the mummy of Tadihor is delicately moved onto a board to prepare her remains for x-ray. This next chapter in Tadihor’s story should unveil even more clues about her long-forgotten identity. (National Geographic/Barney Rowe)

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