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Cinque sequel che vorremmo su Next-Gen

Con l'arrivo della next-gen, oltre ai titoli più blasonati molte compagnie ci proporranno nuove proprietà intellettuali che avranno il compito di stupirci. A noi però piacerebbe mettere le mani su nuovi capitoli di serie o brand il cui destino è incerto e abbiano stilato una lista di cinque giochi third party.

La scorsa settimana vi abbiamo parlato delle migliorie tecniche e strutturali che vorremmo fossero apportate sui titoli next-gen, ma non ci siamo soffermati su che cosa ci piacerebbe giocare. Ovviamente, dalla nona generazione ci aspettiamo diverse ip inedite che sappiano sorprenderci, ma crediamo che alcuni marchi meriterebbero una seconda chance. Infatti, a fronte di franchise che ricevono sequel e spin-off di ogni sorta – arrivando a rendere stantio il mercato – ce ne sono tanti altri che vengono abbandonati a sé stessi. Pertanto oggi vi proponiamo cinque sequel che ci piacerebbe vedere nel corso della nona generazione e che crediamo potrebbero offrire esperienze memorabili. Non ci resta che augurarvi una buona lettura.

The Outer Worlds 2

Lo scorso anno Obsidian ha sorpreso tutti con The Outer Worlds, un gioco di ruolo piuttosto classico dotato di una personalità unica. Pur proponendo un’esperienza simile ai Fallout più recenti, la casa californiana ha dato nuovamente prova delle sue eccezionali capacità. Infatti, nonostante i diversi limiti di natura tecnica dettati dal budget a disposizione, Tim Cain e soci hanno dato vita ad un universo distopico terribilmente affascinante, caratterizzato da un umorismo tagliente. Dato il sorprendente successo del titolo, gradiremmo tornare nel sistema di Alcione alla scoperta di nuove storie e personaggi esilaranti.

In questo caso ci accontenteremmo anche di un more of the same: la formula continua a funzionare bene e con un maggiore budget a disposizione, nel sequel potrebbero essere corretti i difetti dell’originale. Purtroppo però con l’acquisizione dello studio da parte di Microsoft, è probabile che durante la next-gen non vedremo più progetti di questa natura. La speranza è comunque l’ultima a morire e, chissà, potremmo anche essere sorpresi.

Deus Ex

Con Deus Ex: Human Revolution, nel 2011 Eidos Montréal ha riportato in vita la leggendaria serie creata da Ion Storm. Sfortunatamente, dopo un primo ottimo capitolo le cose hanno preso una piega inaspettata e Mankind Divided ha deluso le aspettative. Pur non trattandosi di un brutto titolo, le atmosfere risultano meno cupe ma, soprattutto, la storia è tagliata a metà. Al termine dell’avventura si rimane con un terribile senso di “What the fuck” e la cosa peggiore è che non sappiamo se la serie proseguirà in tempi brevi. Nel frattempo Square Enix ha messo Eidos a lavorare su Shadow of the Tomb Raider e successivamente su Marvel’s Avengers, che verrà supportato negli anni. Il futuro di Deus Ex è più incerto che mai, ma noi continuiamo a sperare in un nuovo capitolo capace di rendere onore al nome che porta.

Dunque, da un ipotetico sequel per next-gen vorremmo un ritorno alle atmosfere cupe di Human Revolution. Le missioni dovrebbero garantire un maggior numero di approcci e soluzioni, mentre il gameplay dovrebbe offrire una maggiore libertà d’azione. Sì, insomma, vorremmo qualcosa di simile al primo Deus Ex, ma ci accontenteremmo anche di un’esperienza simile a quella offerta dai titoli di Arkane. Probabilmente stiamo chiedendo troppo, ma sognare non costa nulla.

Dragon’s Dogma 2

La scorsa generazione ha rappresentato uno dei periodi più bui per Capcom che – per fare fronte agli elevati costi di sviluppo – ha adottato forme di monetizzazione tutt’altro che esemplari. Per fortuna l’ira dei giocatori ha riportato la compagnia sulla retta via e negli ultimi anni abbiamo assistito ad un vero e proprio redemption arc. Ad ogni modo, anche in quei momenti di profonda crisi, la casa di Osaka è riuscita a tirare fuori dal cilindro qualche gioco memorabile, tra cui quel gioiello chiamato Dragon’s Dogma. Questo action rpg diretto da Hideaki Itsuno propone una storia gradevole insieme a un gameplay straordinario.

Il gioco ci mette nei panni dell’Arisen, un guerriero destinato a dare la caccia ad un possente drago, il tutto in un contesto open world in cui il fulcro dell’esperienza risiede in scontri con brutali creature. Ciclopi, grifoni e tanti altri mostri dànno vita a battaglie adrenaliniche, grazie ad un profondo sistema di combattimento che propone diverse classi. Il gameplay è infine arricchito dalla possibilità di scalare i nemici e dal sistema delle Pedine, l’elemento più originale dell’opera. Quest’ultime non sono altro che personaggi di supporto che apprendono nuove tattiche in base all’esperienza maturata e che possono essere condivise online.

Insomma, il concept alla base di Dragon’s Dogma è estremamente divertente e ci piacerebbe tornare nuovamente a fare pulizia di mostri. Da un sequel next-gen vorremmo quindi una maggiore cura per tutti quegli elementi che riguardano il worldbuilding, dalla storia principale fino a missioni secondarie più interessanti. Dopodiché, gradiremmo nuove tipologie di creature da affrontare e classi inedite per il nostro protagonista. Fortunatamente Itsuno vorrebbe sviluppare un seguito e abbiamo qualche possibilità di essere accontentati. Adesso non ci resta che aspettare un eventuale annuncio.

Sleeping Dogs 2

Sleeping Dogs è quel gioco nato dalle ceneri di True Crime: Hong Kong che, senza l’intervento di Square Enix, non avrebbe mai visto la luce. Ironico il fatto che il destino di questa potenziale serie sia stato compromesso proprio dalle decisioni della società giapponese, che ha portato United Front Games alla chiusura. A conti fatti, Sleeping Dogs si è rivelato uno dei migliori giochi crime degli ultimi anni, con un gameplay decisamente più interessante di quello visto in altri esponenti del genere. Difatti, pur senza proporre nulla di realmente originale, il team Canadese ha creato un mix perfettamente riuscito tra combattimenti corpo a corpo, sparatorie con tanto di bullet time e inseguimenti adrenalinici. Certo, diversi aspetti avrebbero necessitato di maggiori rifiniture, ciononostante l’atmosfera che si percepisce nella Hong Kong del gioco è indescrivibile. A chiudere il cerchio ci pensano una storia avvincente e un doppiaggio stratosferico.

Arrivati a questo punto non sappiamo se Square darà mai una seconda possibilità al brand, ma non possiamo fare a meno di sperarci. In ogni caso, da Sleeping Dogs 2 vorremmo un gameplay perfezionato in tutti quegli elementi che nel primo capitolo risultavano un po’ grezzi. Quindi, un sistema di combattimento più complesso, un modello di guida più confortevole e una maggiore cura per le attività secondarie. In particolare, ci piacerebbe vedere side-quest più solide dal punto di vista narrativo, magari incentrate su particolari personaggi o situazioni. Il tutto senza dimenticarci del Karma, con la possibilità di agire in modo corretto e non. Infine, la next-gen potrebbe dare una spinta in più circa l’inserimento di meccaniche o feature più originali. In definitiva, possiamo dire che Sleeping Dogs 2 è il sequel che non ci meritiamo, ma di cui abbiamo bisogno.

Midnight Club 5

Nei primi anni duemila – complice il successo di Fast and Furious e di programmi televisivi come Pimp My Ride – abbiamo visto la proliferazione di svariati racing game basati sulla car culture e sul fenomeno della JDM. Tra questi troviamo Midnight Club, una serie che nel corso degli anni ha raggiunto standard qualitativi esorbitanti e un’identità ben definita. Iterazione dopo iterazione Rockstar San Diego ha rifinito l’esperienza aggiungendo elementi alla formula e migliorando il feeling generale. La maturità della serie è stata raggiunta con Midnight Club 3 – Dub Edition, che per la prima volta offriva veicoli su licenza e un ottimo sistema di tuning. Aggiungeteci la possibilità di utilizzare abilità speciali in base al tipo di mezzo utilizzato ed ecco a voi un gameplay unico.

L’ultimo esponente della serie è invece Midnight Club: Los Angeles, risalente al 2008. A differenza degli episodi precedenti proponeva una sola città esplorabile ma di dimensioni più vaste. A dire il vero le novità introdotte non erano molte, ciononostante il titolo si è rivelato di buona qualità.

Un nuovo sequel di Midnight Club (next-gen), a distanza di dodici anni, avrebbe sicuramente un impatto significativo, anche se gli sviluppatori dovrebbero proporre un’esperienza all’altezza delle aspettative. Nel frattempo sono usciti giochi del calibro di Forza Horizon che hanno ridefinito il concetto di racing open-world, mentre i giocatori sono diventati più esigenti. Al giorno d’oggi ci si aspetta world map più complesse ed immersive, oltre che un buon quantitativo di attività. Rilasciare un titolo con una campagna da sole dieci ore equivarrebbe a morte certa e il team dovrebbe lavorare duramente al fine di offrire stimoli costanti.

Il nostro capitolo ideale

Per un ritorno in grande stile di Midnight Club vorremmo che questo capitolo next-gen fosse ambientato a Tokyo. La serie ci ha portato diverse volte nella capitale giapponese, ma le dimensioni della città sono sempre state contenute. Ne consegue che riproporre oggi la metropoli del sol levante avrebbe un effetto totalmente differente e ancora più affascinante. Inoltre, considerando che molti giocatori vorrebbero un racing open world ambientato nella suddetta, il successo per Rockstar sarebbe garantito.

La campagna dovrebbe proporre avversari iconici e il gameplay dovrebbe mantenere inalterato quel feeling arcade di cui ci siamo innamorati. Niente contaminazioni da sim-cade: il bello di Midnight Club è la possibilità di sfrecciare a bordo di auto e moto senza preoccuparsi della fisica stradale o degli impatti. Per di più, il modello di guida di GTA V – e il successo delle gare su GTA Online – hanno dimostrato che l’interesse per questo tipo di esperienze è ancora elevato. L’elaborazione dei veicoli dovrebbe ricoprire ancora una volta un ruolo importante nell’esperienza, così come la personalizzazione estetica, che dovrebbe essere ampliata. Passando ai contenuti, il team di sviluppo dovrebbe garantire un supporto post-lancio degno di tale nome e attività settimanali stimolanti. L’ideale sarebbe prendere ispirazione da Forza Horizon 4 con gare ed eventi a rotazione che premiano i giocatori con oggetti in-game.

Insomma, Rockstar è una delle poche case di sviluppo – non first party – che potrebbe realizzare un racing open world di elevata qualità. Purtroppo non sappiamo se la software house abbia ancora voglia di dare vita a progetti del genere. Dopo GTA V qualcosa è cambiato, abbiamo visto grossi investimenti sulla componente online del titolo e poco interesse nella realizzazione di altri giochi oltre a Red Dead Redemption 2. L’interesse da parte dei giocatori c’è, dobbiamo solo sperare che la compagnia statunitense se ne accorga e produca il giusto sequel.

Midnight Club 3 Dub Edition Remix Tokyo

Conclusioni

In realtà ci sarebbero una miriade di serie che meriterebbero un posto nella nona generazione, come Virtua Fighter, Out Run (vero, SEGA?) per citarne alcuni. E mentre siamo consapevoli che la realizzazione di alcuni titoli è pressoché impossibile, ce ne sono altri che potrebbero ottenere un buon successo. Purtroppo il mercato dei giochi AAA è spesso soggetto al volere dei reparti marketing, che dànno più peso ai trend del momento piuttosto che al valore delle idee e della creatività. Malgrado ciò, l’arrivo della next-gen è bello anche per questo, per farci sognare il ritorno di grandi serie che forse non rivedremo mai più.

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