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Guardare sempre al futuro: la missione lunga 40 anni di un Apple Distinguished Educator

Da 40 anni, di cui metà come Apple Distinguished Educator (ADE), il professor Carl Owens insegna ai suoi studenti come sfruttare il potere della tecnologia. Quest’anno il programma ADE, che riconosce e promuove gli insegnanti che usano la tecnologia Apple per trasformare la didattica, celebra il suo 25° anniversario. Owens è uno degli oltre 3000 insegnanti provenienti da 45 Paesi che hanno partecipato al programma in questi 25 anni. Nel corso della sua carriera, Owens, che ora ha 65 anni, ha insegnato a migliaia di studenti di corsi universitari di primo livello, laurea magistrale e dottorati. E fra loro c’erano molti aspiranti docenti che hanno a loro volta formato decine di migliaia di studenti. Ma anche se ora il professore del College of Education della Tennessee Tech University si prepara ad andare in pensione alla fine dell’anno accademico, meglio non chiedergli di rinvangare il passato: preferisce di gran lunga immaginare il futuro.

E per Owens il futuro è radioso, ed è tutto merito degli studenti di cui è stato mentore e che continueranno la sua missione al suo posto.“La gioia più grande della vita non è plasmare gli studenti a propria immagine, ma consentire loro di diventare migliori di quanto pensano di poter essere” afferma Owens. “Ho piantato tanti alberi sulla Terra, e con questo intendo le migliaia di studenti con cui ho avuto l’opportunità di lavorare. Il nostro compito è aiutarli a portare avanti quella visione della tecnologia e approfondirla. Il futuro sono loro.”Il prof. Michael Torrence è stato uno di questi studenti.“Guardare sempre al futuro: questo è il motto del prof. Owens” spiega Torrence.

“Lui chiede sempre: ‘Allora, che hai fatto oggi? Come hai portato avanti la missione?’. E quando frequenti un suo corso e interagisci con lui, questa missione è molto chiara. Non basta un giorno per preparasi al domani: bisogna iniziare un bel po’ prima. E più tempo passiamo a guardare al passato, meno riusciamo a fare. Quindi la missione è guardare sempre avanti.”

Un ritratto ad acquerello del prof. Michael Torrence.

Torrence, che ora ha 46 anni, ha scoperto questa missione 18 anni fa, durante la sua seconda settimana come vice allenatore di basket del Tennessee Tech. Un giorno incontrò Owens all’interno del campus e il professore gli suggerì di passare in ufficio per parlare del suo futuro. Da quel giorno e per gli ultimi 18 anni, i due non hanno mai smesso di confrontarsi, di persona, al telefono o tramite messaggi ed email. Queste conversazioni hanno guidato Torrence verso il conseguimento del suo dottorato e infine del suo posto come rettore del Motlow State Community College in Tennessee.

“Le conversazioni che abbiamo avuto da quel momento a oggi mi hanno aiutato a definire non tanto cosa è plausibile o possibile, ma il fatto che non ci sia nessun traguardo che non si possa raggiungere” afferma Torrence. “Per me è stato davvero importante avere accanto qualcuno come Carl, che è un ADE, e andare oltre, al di là di quello che un utente comune conosce, per capire l’impatto che questi strumenti possono avere  da un punto di vista tecnologico.”

All’inizio, prima dell’iPhone o dell’iPad, Apple era l’azienda che aveva un computer che permetteva agli insegnanti di diventare migliori di quanto avrebbero mai pensato di poter essere.

Il prof. Carl Owens, Apple Distinguished EducatorOwens usa i prodotti Apple sin da quando ha posato lo sguardo sul primo Macintosh nel 1984, e nei suoi corsi al Jeffers Learning Resource Center del Tennesse Tech, da lui gestito, utilizza l’intera gamma di dispositivi e software Apple.“Apple si è fatta le ossa nel mondo dell’istruzione” spiega Owens. “All’inizio, prima dell’iPhone o dell’iPad, Apple era l’azienda che aveva un computer che permetteva agli insegnanti di diventare migliori di quanto avrebbero mai pensato di poter essere.”Da anni Owens fornisce un iPad a ognuno dei suoi studenti e usa i prodotti Apple per insegnare loro come immaginare modi diversi e creativi per approcciarsi all’apprendimento.

“Se insegni un processo mostrando solo un modo per fare qualcosa, come si fa spesso con i ragazzi, ogni prodotto corrisponderà esattamente a quello che hai insegnato, e questo blocca il processo creativo” afferma Owens. “Io invece dico ai miei studenti: ‘Voglio che creiate qualcosa senza filtri’. I prodotti Apple si sono sempre prestati alla didattica creativa.”Oltre a usare app come Keynote, GarageBand e iMovie, da anni Owens incoraggia i suoi studenti a collaborare da remoto (per esempio lavorando a progetti da diverse zone del campus) e usa FaceTime per gestire le ore di ricevimento e ospitare oratori da tutto il mondo.“Grazie al programma ADE, ho molti amici all’estero. Quindi dicevo ai miei studenti “Vi mostrerò il futuro dell’insegnamento” spiega Owens. “E poi, il primo giorno di lezione, facevo una videochiamata FaceTime con i miei colleghi ADE da tuto il mondo: Australia, Nuova Zelanda, Italia…”Quando all’inizio di quest’anno il COVID-19 ha costretto campus e scuole in tutto il mondo a fare ricorso alla didattica a distanza, il Tennessee Tech era già pronto, in parte anche grazie a Owens, che da 40 anni si prepara per il futuro.“Il prof. Owens ha senza dubbio posto le basi che ci hanno aiutato a essere flessibili durante il COVID-19” afferma Jason Beach, 41 anni, professore al Tennesse Tech e componente della task force dell’istituto per fronteggiare l’emergenza coronavirus. “La pandemia è arrivata all’improvviso e tutto è stato chiuso rapidamente, il che ha reso molto difficile trovare l’attrezzatura adatta; ma grazie a lui molte cose le avevamo già.”

Un ritratto ad acquerello del prof. Jason Beach.

Beach non parla solo da collega: quasi 20 anni fa è stato studente di Owens proprio al Tennessee Tech, dove pochi anni dopo è tornato per iniziare la sua carriera di insegnante. “Le cose in cui credeva quando era il mio insegnante sono le stesse in cui crede ora. Ovviamente, le tecnologie che usa ora sono molto più avanzate” afferma Beach. “L’influenza più grande che ha avuto su di me è l’idea di mettere gli altri prima di sé stessi. Mi ha formato e guidato in modo che io possa portare avanti i suoi insegnamenti, e non c’è modo migliore di rendergli omaggio che continuare ad aiutare e assistere i nostri studenti.”Ispirati da Owens, sia Beach che Torrence sono sempre alla ricerca di modi per far scoprire nuove tecnologie agli studenti. Al Motlow, Torrence ha sposato l’iniziativa HBCU C2 della Tennessee State University, creata in collaborazione con Apple, che porta in aula la programmazione e nuove opportunità di apprendimento creativo. Ed entrambi stanno attualmente lavorando per ampliare i programmi e i laboratori di realtà virtuale dei rispettivi istituti.

“Carl mi ha detto di guardare al quadro generale, cioè offrire agli studenti opportunità a cui potrebbero non aver mai avuto accesso prima” spiega Beach. “Le parole che dici, le tue azioni e quello che fai per loro li accompagneranno per sempre, e questo è qualcosa che durerà molto di più della tecnologia, perché vuol dire che stai investendo su di loro. Ed è quello che lui ha fatto con me: ha investito su di me e mi ha reso una persona migliore perché mi ha offerto delle opportunità che, se non lo avessi incontrato, non avrei mai avuto.”“Stare accanto a lui significa evolvere di continuo”, afferma Torrence. “Ancora oggi, mi sfida sempre: oggi come farai a essere una versione di te migliore rispetto a ieri? È una forza della natura. Credo veramente che il mondo sia un posto migliore e che io sia una persona migliore grazie a lui.”In un raro sguardo al passato, Owens dice di essere incredibilmente fiero di Torrence, Beach e delle migliaia di studenti a cui ha insegnato nel corso della sua carriera.“Celebro la vita che ho avuto” dice Owens.

“Celebro il fatto di essere un insegnante. Celebro gli insegnanti che mi hanno insegnato a essere così. E celebro tutti gli studenti con cui ho avuto l’opportunità di confrontarmi. Se penso a cosa immaginavo 40 anni fa e vedo a che punto siamo a livello di tecnologia… Be’, spero che da qui a 40 anni, tutti gli studenti con cui ho lavorato possano vedere i loro sogni e quello che immaginano ora diventare realtà, proprio come è stato per me.”

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