Lucifer 5, parte 1: recensione dei primi otto episodi dell’attesa nuova stagione della serie Netflix; l’inferno dentro noi stessi è la vera dannazione [NO SPOILER]

Grazie a Netflix abbiamo avuto modo di poter vedere in anteprima i primi otto episodi di Lucifer 5; questa prima parte della nuova stagione verrà resa disponibile sulla famosa piattaforma a partire da venerdì 21 agosto. Di seguito una prima recensione no spoiler; trovate QUI un articolo più dettagliato sulla sceneggiatura dei vari episodi.

-> Lucifer 5, parte 1: quando le strategie di promozione rovinano la fruizione di una serie; un percorso di analisi della sceneggiatura dei primi otto episodi della nuova attesa stagione [SPOILER]
-> QUI trovate invece tutte le notizie su Lucifer

Un’ostica questione per la valutazione dei nuovi episodi

Lucifer 5, parte 1. Sottotitolo: il trionfo della scontatezza.

Cercherò di spiegare meglio il perché dell’utilizzo di queste parole. Tratterò però più approfonditamente in un articolo a parte con – lì sì – una cascata di spoiler la questione. Qui, come accennavo, troverete solo una prima e generale panoramica degli otto episodi.
Ed è proprio lo spoiler, anzi, sono gli spoiler il vero problema. Netflix tra trailer e news ufficiali rilasciati anche tramite diverse importanti testate statunitensi, e come abbiamo nel corso dei mesi riportato, ha dato anticipazioni davvero enormi sulla trama generale di questi nuovi episodi.

Sulla base di questo, lo premetto, dare un voto a questa prima parte della nuova e quinta stagione di Lucifer non risulta così semplice. Distinguere la parte di scontantezza dovuta alle informazioni pregresse su Lucifer 5 e quella effettiva della sceneggiatura generale qualora avessi affrontato la visione degli episodi senza alcuna notizia in mente è un processo su cui ho tentato di riflettere non poco per cercare di essere il più oggettiva possibile (per quanto, ovviamente, il carico di soggettività è ugualmente insito in una recensione).

Fatta questa dovuta e forse, mi rendo conto, non così chiara premessa, passo ad esaminare anche gli altri aspetti, tra negativi e positivi. In ogni caso spero queste parole possano servire, qualora vi approcciaste a questa recensione senza ancora aver letto nulla sulla nuova stagione della serie Netflix, da avvertimento ad una visione scevra da anticipazioni: sono sicura che la fruizione ne gioverebbe molto.

Dopo una lunga analisi fatta in separata sede, devo comunque dire che, anche eliminando quanto si potesse avere da informazioni pregresse, il livello di scontantezza di alcune cose rimane. Questo è in particolare appannaggio degli episodi finali, dove dei cliché vengono resi ancor più palesi ad un occhio accorto o per lo meno abituato a certe dinamiche in un prodotto seriale.

Una serie da non prendere troppo sul serio

Nonostante questo di non poco conto problema che ho riscontrato per la valutazione della sceneggiatura generale, posso affermare con tranquillità che questi primi otto episodi risultano lo stesso di qualità complessivamente buona.

Lucifer, va detto, non è uno show da prendere come particolarmente impegnativo né forse con un ensamble a livelli da Emmy o Golden Globe (per nominare due tra i più ambiti premi nell’ambito della televisione), data anche la notevole concorrenza allo stato attuale. La serie ha sempre trattato molti argomenti ma comunque mantenendo una certa leggerezza di sfondo, rimarcata anche in dialoghi spesso ricchi di comicità. Non ci si aspetta dunque, o almeno io non mi sono mai aspettata, nonostante anche la componente sovrannaturale in un contesto (in teoria) drammatico, un prodotto che faccia riflettere in maniera continua e copiosa o provochi un chissà quale profondo struggimento per quanto accade nella storia .

Lucifer è una buona serie, coerente e coesa sotto diversi aspetti. Ma. Torno alla questione drama. In questi otto episodi la componente comica rimane sviluppata complessivamente meglio di quella drammatica. Quest’ultima si rivela ben tessuta quando vengono affrontate delle singole storyline che, probabilmente, o forse almeno lo spero, verranno riprese nella seconda parte della quinta stagione.

Se si considerano le vicende in particolare degli ultimi episodi però, anche lo sviluppo di quanto succede ad alcuni personaggi è banale e (per ora) trattato in maniera talvolta superficiale. Con questo discorso posso praticamente considerare concluse le note negative su questa prima parte di Lucifer 5.

Di positivo, lo accennavo già, c’è generalmente la meravigliosa componente comica. L’ilarità, spesso accompagnata da note di sano trash cucite perfettamente tramite dialoghi ma non solo, fa da padrona specialmente ai primi tre episodi. Un vero piacere e sonore risate accompagneranno la visione specie là dove potranno essere colte certe citazioni (ed anche certi special guest). Certe battute o situazioni particolari son da sempre un punto di forza di questa serie (ora) Netflix. In questi nuovi episodi son sicuramente un motivo per aumentare notevolmente la valutazione finale degli stessi. Si ritorna infatti al già citato fattore di leggerezza che pervade questo show e lo rende più accattivante e scorrevole. Un po’ come lo stesso accento di Tom Ellis quando interpreta il nostro diavolo, ammettiamolo. Son quelle piccole cose che rendono il prodotto più particolare e che forse hanno appassionato molti spettatori nel corso delle varie stagioni.

Una nuova verticalità per un mix vincente

Seguendo sempre volentieri Ildy Modrovich e Joe Henderson, ossia i due showrunner, ed in generale la Lucifer Writers Room, avevo posto molta fiducia in un Lucifer 5 anche se, e qui devo ammetterlo, ho sempre trovato perfetto il finale della quarta stagione e, più in generale, davvero buono l’intero scorso arco complessivo.

Son abituata da almeno due decadi al classico palinsesto USA, con stagioni da oltre venti puntate l’una. Adattarmi al modello classico Netflix non è sempre cosa semplice ma lo diventa quando porta densità alla narrazione. Lucifer 4 aveva saputo portare la serie da un drama con sfumature comedy e molto crime, quindi procedurale e trama verticale (andamento tipico di molti show FOX ma non solo), ad una componente poliziesca presente praticamente solo in quanto strettamente legata allo sviluppo della trama orizzontale. Quest’ultima aveva infatti fatto da padrona per tutti e dieci gli episodi. Avevo apprezzato molto quella virata. Sapevo comunque che era normale non sarebbe durata. Almeno non per questa nuova quinta stagione.

Non ho apprezzato totalmente il cambio di rotta verso un ritorno ad una presenza più forte di una trama verticale. Non subito almeno. Do il merito agli sceneggiatori di aver saputo coniugare la proceduralità con, questa volta, un modo per approfondire i vari personaggi.

E allora ecco che sulla sceneggiatura generale ci son stati comunque dei cambiamenti anche in positivo.

Otto di sedici: un allungamento necessario e funzionale

Trovo anche necessario ribadire che si parla, cercando di dare una valutazione, su una sola e prima metà di stagione.

Sulla base di ciò tutto quello che vediamo andrebbe considerato non semplicemente introduttivo ma nemmeno un qualcosa di completo. Sarebbe normale avere una prima parte di stagione più blanda, con carne sul fuoco ugualmente predisposta. Anche l’ottavo episodio di Lucifer 5 andrebbe dunque inteso come un mid-season finale. In quest’ottica, pure il dovuto cliffhanger portato dalle ultime scene può anche non essere di quelli che ti fanno esclamare “Oh, mio Dio!”. Forse.

Nel momento in cui la serie era stata rinnovata per una quinta stagione e poi era stata data la notizia dell’ampliamento degli episodi da dieci a sedici, un cambiamento era diventato naturalmente inevitabile. Trovo comunque che non sia stata affatto una mossa controproducente per la qualità della scrittura perché Lucifer 5 doveva essere un qualcosa di diverso per trovare nuova linfa. In questo modo gli sceneggiatori si son potuti permettere di scrivere episodi particolari con determinati approfondimenti ed ampliamenti della trama. Il tutto risulta consono e rende la fruizione scorrevole in particolare nei primi cinque (anche sei, esagerando) episodi.

Non so infatti se con una quinta stagione da soli dieci episodi si sarebbe avuta quella perla del quarto episodio. Forse anche lo script del terzo episodio sarebbe stato eliminato (o scartato). E questo solo per far due esempi eclatanti perché in generale in questa prima parte della quinta stagione abbiamo dei dovuti focus su altri personaggi al di fuori di Lucifer e Chloe che, comunque, hanno un notevolissimo spazio in praticamente ogni episodio (fan “Deckerstar” non dovete preoccuparvi di non aver anche approfondimenti e riprese da quel finale di Lucifer 4, ecco).

Lucifer 5, parte 1: una parabola in tutti i sensi

Lucifer 5 attualmente non scava solo nel passato della “coppia” protagonista, ma anche in quello degli altri. Talvolta i mezzi utilizzati dagli sceneggiatori per farlo sono davvero geniali: collegamenti fini, ben cadenzati, ben costruiti e anche non così scontati (motivo per cui ribadisco che gli episodi centrali sono sicuramente i migliori offerti da questa prima parte della quinta stagione). Questi approfondimenti sono quasi sempre, senza ombra di dubbio, assieme alla componente comica e ad alcune interpretazioni, quanto di meglio ha da offrire la nuova stagione.

Sino al quinto episodio in particolare, Lucifer 5 mostra a mio parere il suo lato migliore. Il mix creato è sicuramente meglio riuscito rispetto a quanto si può vedere, lo accennavo, negli ultimi tre episodi, dovuto cliffhanger finale compreso (che sarà, tra l’altro, oggetto di esamina da parte mia in un articolo separato rispetto a questa recensione). Le puntate centrali (il quarto ed il quinto episodio) sono da considerarsi cruciali sotto diversi punti di vista; i primi tre episodi risultano invece molto godibili e sicuramente anche spiazzanti.

Vero fiore all’occhiello che temo possa non piacere o quantomeno essere compreso appieno è il quarto episodio, molto più funzionale di quanto potessi inizialmente pensare e piacevole scoperta. Lì alcuni attori hanno avuto modo di regalare delle davvero buone prestazioni. Ma le buone dimostrazioni attoriali, questo va detto, non rimangono circoscritte a quella puntata. Un altro punto positivo per questa valutazione di questi otto episodi son proprio le performance perché Tom Ellis e Lesley-Ann Brandt in particolare meritano una menzione d’onore, spiccando rispetto al resto del cast… per ora! Questo infatti è stato permesso da una sceneggiatura che, paradossalmente, così scritta porta i due attori a potersi cimentare in maniere diverse con i propri personaggi, più degli altri almeno.

Nonostante una certa discontinuità ed un calo nelle battute finali di questa prima parte di Lucifer 5, le diverse storyline hanno un filo conduttore.

Il collante è infatti sempre uno ed è meraviglioso: la paura. Con un espediente che ho apprezzato tantissimo questi primi otto episodi di Lucifer 5 rappresentano la storia dei propri demoni. Ognuno attraversa un proprio inferno personale, in un vero percorso di dannazione. Ed è qui che anche la parte drammatica di questa serie Netflix dà il meglio, controbilanciando dunque quella mancanza che si sente in diversi tratti e che avevo già fatto notare. Questa è la vera semina di cui penso i restanti otto episodi della seconda e finale parte della stagione raccoglieranno i frutti.

Conclusioni

Nonostante un calo negli ultimi episodi, questa prima parte di Lucifer 5 mostra una virata dalla scorsa stagione e si prende il tempo di approfondire diverse questioni e personaggi, a volte con più scontantezza ed altre con trovate più geniali e, in particolare, un importante collante che fa da sfondo ad ogni cosa: l’inferno che è dentro ognuno di noi.
Tra buone perfomance attoriali, molta comicità ma anche delle (talvolta solo accennate per ora) parentesi drammatiche, attraverso questi otto episodi inizia ad esser svelato il potenziale di una seconda parte che speriamo non tardi troppo ad arrivare.
Ostico dare comunque una valutazione con una fruizione falsata dalle forse troppe informazioni ufficiali rilasciate in precedenza su questa prima parte di stagione.

I lati positivi però sono molteplici e, giudicando più a freddo il tutto (e non dimenticandosi appunto che sempre di una prima metà di stagione si tratta), il voto complessivo finale, seppur non arrivando per me ad un 8, si attesta almeno su un 7.5. Come anticipavo, la valutazione non mi è semplice a causa di una fruizione falsata.

Dei banali numeri spesso lasciano per me il tempo che trovano ma spero piuttosto di aver reso l’idea (senza spoiler) di quanto c’è comunque in ballo in questa prima parte, che può davvero portare ad altri otto episodi di qualità ancor superiore, con meno procedurale e più sovrannaturale e dovuti ulteriori approfondimenti di questioni altrimenti un po’ fini a se stesse e il cui trattamento, qualora rimanesse più superficiale, stonerebbe con la costruzione generale della trama.

Volete colpi di scena? Li avrete. Volete farvi anche delle risate? Tranquilli! Probabilmente infatti certe serie comedy non vi faranno sbellicare così! Volete vedere Tom Ellis cimentarsi in qualcosa di nuovo? Check! Volete saperne di più sugli altri personaggi? Non ne verrete delusi. Pensate che con la questione Lucifer-Diavolo già esplorata nella scorsa stagione in questa quinta la parte sovrannaturale abbia meno importanza? Oh, quanto vi potreste sbagliare. In un turbine di desideri e paure che sono propri dell’uomo, vi rimando al prossimo appuntamento per approfondimenti con spoiler su questi primi otto episodi di Lucifer 5. E grazie ancora Netflix per aver letteralmente salvato questa serie perché, sicuramente, si sarebbe perso molto.

Voi cosa ne pensate di questa serie? Siete curiosi di vedere come sarà Lucifer 5? Siete già pronti a controllare il catalogo di Netflix venerdì 21 agosto per vedere questi nuovi otto episodi dell’attesa quinta stagione? Fatecelo sapere!
Continueremo ad aggiornarvi a riguardo.

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