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Tra plagio e rappresentazione: Pubblica romanzo ispirato ad un BL e crea polemica

A volte l’ispirazione ti colpisce proprio dopo aver letto un manga BL… Questo sembra essere successo a Kevin van Whyte, autore della romanzo uscito lo scorso 19 maggio 2020 per Random House, Date me, Bryson Keller. Infatti molti fan leggendo anche solo la trama si sono resi conto che ricordava molto un’altra opera. Parliamo del manga Boy’s Love Seven Days, scritto da Venio Tachibana e disegnato da Rihito Takarai (Ten Count) edito in Italia da Flashbook.

Di che cosa parla Seven Days? Di Touji Seryou, un ragazzo che ogni lunedì accetta di uscire per una settimana con la prima persona che glielo chiederà. Un lunedì mattina Yuzuru Shino incuriosito dal ragazzo e questa sua abitudine gli chiederà di uscire.

rappresentazione LGBT
Date me bryson keller
rihito takarai

E quindi potete immaginare la trama di Date me, Bryon Keller. Bryson Keller per scommessa deve frequentare una nuova ragazza ogni settimana, dal lunedì al venerdì. Ma Kai Sheridan, un ragazzo gay non dichiarato, per rabbia chiede a Bryson di essere il suo appuntamento della settimana.

Le similitudini tra le due opere sono percepibili leggendo la trama e ha indispettito molte fan. E dopo parecchi commenti l’autore ha risposto alle critiche su Goodreads. Recensendo il proprio libro con 5 stelle ha ammesso di aver preso ispirazione dal manga di Tachibana e Takarai e ha trovato temi che voleva esplorare in un’ambientazione occidentale.

[Il romanzo] E’ nato dalle mie critiche all’opera in relazione ad una effettiva e realistica rappresentazione della cultura LGBT, delle persone e dei problemi.

Questa giustificazione ha scatenato la polemica. L’autore fa passare il manga Seven days come poco realistico e non rappresentativo della situazione della comunità LGBT. Ma precisiamo innanzitutto che è un manga del 2009, quindi negli anni alcune situazioni sono sicuramente cambiate. Però rimane realistico nel rappresentare la storia di un incontro tra due ragazzi e i loro avvicinarsi reciprocamente. Date me, Bryson Keller è una storia moderna, con i social e Instagram presenti nell’opera e parla di come due ragazzi si incontrano e si avvicinano pian piano…

Quindi qual è il problema?

La questione non sta nel plagio o perlomeno non è quello il vero problema della questione. Aggiungiamo inoltre che spesso il confine tra ispirazione e plagio vero e proprio continua ad essere nebuloso in molte situazioni. Per quanto due opere si assomigliano un autore da un diverso taglio alla storia, la scrittura, i disegni, ci si concentra su cose differenti, si trasmettono cose differenti. Ma poi appunto questa linea tra plagio e ispirazione dove si pone? Basta la trama o ci vuole altro? E in che percentuale?

rappresentazione LGBT
rihito tkarai
seven days
date me bryson keller

Leggendo questa polemica ne sono rimasta incuriosita e leggendo le trame non si poteva negare la somiglianza. Però volevo andare oltre la trama e quindi ho letto entrambe le opere. Date me, Bryson Keller ha una premessa “copiata” da Seven Days, ma la sua evoluzione è completamente diversa. E’ chiaramente figlio di questi tempi, molto social, con un ampio uso di Instagram dove le uscite di Bryson sono ampiamente documentate. Ma è un romanzo che presenta una certa diversity che è di moda nei romanzi Young Adult: Kai è un ragazzo di colore, la sua migliore amica è di origine indiana e si pone molto l’accenno sulle diverse culture, le diverse esperienze che esse provocano.

Questo però non indica che Seven days sia sbagliato, non come sembrano far intendere le parole di van Whyte. Il manga nonostante gli anni continua ad essere un BL molto amato proprio per il suo realismo. Ovvio si tratta di un realismo tipicamente giapponese, legato a questo paese, alla sua cultura e al suo modo di avere relazioni, tra la comunità LGBT e non solo. Chi legge manga o vede anime ha ben chiare certe dinamiche che per altri possono risultare strane e forse, da un certo punto di vista, irrealistiche. Seven days racconta la sua realtà, la situazione giapponese che troviamo anche in altre opere BL e non.

E sì, molti BL presentano situazioni problematiche, ci sono scene non consenzienti, superficialità e stereotipi. Ma negli ultimi anni sono uscite molto opere apprezzate a livello internazionale perché davvero parlano e rappresentano con fedeltà la comunità LGBT e le problematiche che deve affrontare. Forse una decina di anni fa quando Seven days uscì non c’era ancora questa attenzione e cura, ma tacciarlo di irrealismo o di volerlo aggiustare risulta un po’ esagerato non presentando problematiche di altre opere che forse sarebbe interessante raccontare un’altra versione…

rappresentazione LGBT
rihito takarai
seven days
date me bryson keller

Realismo, rappresentazione LGBT e stereotipi

Leggendo Date me, Bryson Keller mi sono trovata davanti un’opera carina, non si può negare, ma che presenta numerosi stereotipi e clichè YA. Alcune situazioni raccontante paiono un po’ irrealistiche e quindi le critiche poste dall’autore al manga Seven Days risultano un po’ assurde così come il messaggio che fa passare e che ha fatto arrabbiare i fan. Il realismo delle due opere è uguale, ognuna si collega al periodo in cui è uscito e al luogo dove è ambientato. Date me, Bryson Keller ha una tipica ambientazione americana scolastica con i suoi personaggi e le sue situazioni che con film e telefilm abbiamo imparato a conoscere e ci risultano molto familiari.

Però per chi legge manga pure quell’ambiente è ormai familiare e realisitico. Imparando a conoscere la cultura e la società giapponese abbiamo imparato che certi comportamenti sono assolutamente veri anche se forse non li comprendiamo fino infondo. Anzi forse qui sta il fascino di molti BL e del loro successo, il raccontare una storia che presenta cliché, ma in una ambientazione nuova e lontana dalla nostra realtà.

Il commento di van Whyte ha scatenato polemica perché ha fatto passare il messaggio che la sua rappresentazione della comunità LGBT sia corretta e veritiera. Ma ci sono differenze tra paese e paese, ognuno ha le sue problematiche e di conseguenza la sua realtà. L’autore non era informato sulla situazione giapponese della comunità LGBT, non sapeva che i manga anche BL sono diventati molto più LGBT friendly rispetto al passato, e quindi ha fatto quell’infelice commento. Tutto qui.

Nessuno nasce imparato ed è difficile essere informati su tutto, ma questa situazione ci insegna. Non tanto questo ma a riflettere su come parliamo di altre culture, come ci approcciamo ad esse e forse anche come rappresentiamo noi stessi. Non diciamo cose sbagliate ma anche noi, non con cattiveria o malizia, pensiamo di dare una rappresentazione veritiera e realistica eppure cadiamo nei soliti stereotipi e diamo una storia che forse non aggiunge nulla di nuovo…

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