Xbox Gamepass: il lato oscuro del risparmio

L'Xbox Gamepass è sicuramente uno dei servizi più completi e onesti nei confronti dell'utente. Ma siamo sicuri che sia adatto a tutti? E soprattutto, è davvero un bene per l'industria?

Qualche giorno fa, Microsoft ha annunciato l’acquisizione di Zenimax, società proprietaria di diverse case di sviluppo tra cui id Software, Bethesda Softworks o Arkane Studios. Si è trattato di un investimento del valore di 7,5 miliardi di dollari che sicuramente darà uno scossone al mondo del gaming. Sebbene non sia ancora chiaro cosa accadrà ai futuri titoli della suddetta, Pete Hines ha affermato che la compagnia continuerà a pubblicare autonomamente i propri lavori. Inoltre, sappiamo per certo che l’intera libreria di Zenimax varcherà i “cancelli” dell’Xbox Gamepass.

È dunque probabile che le serie più celebri come The Elder Scrolls o Doom continueranno ad essere multipiattaforma, ma con una grande differenza. Gli utenti Xbox – e presumibilmente quelli PC – abbonati al servizio Microsoft potranno giocare a tutto senza costi aggiuntivi. Sì, insomma il Gamepass vi permetterà di risparmiare quei famosi 80 euro che saranno richiesti per un gioco a partire dalla nona generazione di console. Un bel sollievo, eh?

Xbox Gamepass: il servizio definitivo?

Mentre osservavo in disparte le esultanze dei giocatori che si sono susseguite negli ultimi giorni, ho finito quasi inconsciamente per entrare in un interminabile ciclo di riflessioni e interrogativi. Mi sono chiesto quanto cambieranno le abitudini dei giocatori nei prossimi anni, se tale servizio riuscirà ad autosostenersi nel tempo oppure, quante altre acquisizioni avrà intenzione di fare il colosso di Redmond. È indubbio che il Gamepass stia diventando sempre più velocemente un servizio completo e definitivo, basti pensare alla recente inclusione del catalogo EA Play. Si tratta senza dubbio di una mossa ben studiata che mira a rendere quanto più stabile la libreria offerta. E se ci aggiungiamo le incredibili potenzialità di xCloud, capirete che la carne al fuoco è davvero tanta.

Prendendo come riferimento gli utenti console ed il prezzo ufficiale del servizio, con un esborso di 144€ all’anno avrete accesso ad una vasta scelta di titoli con la possibilità di giocare online. Per quanto questa cifra possa spaventare, se ci pensate equivale al prezzo di due giochi – di questa generazione – acquistati al lancio. Pertanto è innegabile che il Gamepass Ultimate sia la cosa più onesta nei confronti dell’utente, che quasi non ha scuse per non sottoscrivere un abbonamento. Eppure, non tutti siamo ancora pronti – o meglio adatti – a questa tipologia di fruizione.

Fruizione alternativa

In molti hanno definito il Gamepass come “il Netflix dei videogiochi” ed effettivamente questa definizione calza a pennello. Abbiamo a disposizione un centinaio di giochi che spaziano tra diversi generi tali da accontentare tutti i palati. Da un certo punto di vista però, questo tipo di fruizione in chiave videoludica pone un problema non presente con film e serie tv. Con Netflix e servizi affini è facile cadere in quel vortice chiamato binge watching che, di fatto, ci fa consumare opere audiovisive in successione. Riguardo i videogiochi la questione è differente, e ciò si traduce in molteplici stimoli che possono indurre il giocatore a passare da un titolo all’altro. Considerando che la piattaforma viene aggiornata costantemente con nuovi giochi e che la durata degli stessi varia a seconda del gioco o del genere selezionato, le cose si fanno più complicate.

Come ben sapete il mercato videoludico è talmente affollato di uscite che difficilmente si riesce a star dietro a tutti i giochi di nostro interesse. Normalmente si gioca solo a ciò che si compra e si cerca di portarlo a termine secondo i propri ritmi. Che siate degli irrimediabili completisti o che abbiate solo poche ore a settimana per giocare, acquistando un titolo potete giocarci come e quando volete, senza nessuna pressione. Crescendo, la vita diventa sempre più frenetica e piena di impegni, quindi spesso capita di aver poco tempo da dedicare a hobby e passioni. Di conseguenza, con un servizio tanto completo come il Gamepass, è facile cadere “vittima” di sé stessi, o meglio della propria curiosità.  

Questione di abitudini

Tutto inizia con un “dai provo questo, così vedo com’è” oppure “ho sempre voluto provare un gioco della serie tal dei tali, magari questa è la volta buona”. Avendo fruito del Gamepass per un periodo di circa sei mesi, posso tranquillamente affermare di essere questo tipo di persona, inerme dinanzi a tante possibilità. Morale della favola, ho completato soltanto una manciata di titoli. Ovviamente non tutti i giocatori sono così e ogni individuo si rapporta all’evoluzione del gaming in modo differente. C’è chi riesce a concentrarsi su un solo titolo alla volta nonostante l’enorme catalogo, chi ha accolto il digital a braccia aperte e chi invece si fida solo del buon vecchio caro retail. Tutto dipende da come ci siamo rapportati negli anni col gaming, da quanto è radicata questa passione e da come siamo abituati a viverla.

Per molte persone è importante poter avere il pieno controllo di ciò che acquista, senza pressioni relative al tempo che quel determinato gioco resterà sulla piattaforma o del periodo di scadenza del proprio abbonamento. Non esagero nel dire che qualcuno potrebbe provare una certa sensazione di ansia nella gestione del Gamepass. Per di più, questo tipo di servizio non è adatto al “giocatore specializzato” ovvero colui che passa ore e ore sullo stesso titolo fino ad apprenderne ogni caratteristica. Pensate ai picchiaduro o ai character action games, i quali richiedono centinaia di ore per essere padroneggiati. Il giocatore più casual giocherà a Devil May Cry 5 una sola volta alla difficoltà normale per guardarsi la storia, quello più appassionato passerà tantissime ore in allenamento per comprenderne i fondamenti. È ovvio che con titoli del genere è più conveniente ripiegare sull’acquisto piuttosto che sulla sottoscrizione del servizio.

Un modello poco sostenibile

Passiamo ora alla questione economica. Recentemente l’Xbox Gamepass ha raggiunto 15 milioni di sottoscrizioni, un numero considerevole ma non ancora sufficiente a sostenere le spese necessarie al sostentamento di questo progetto. Se pensiamo che i costi di sviluppo dei titoli di nuova generazione sono destinati ad incrementare e che i giochi in esclusiva sono disponibili fin dal day one, capirete che Microsoft dovrà trovare una soluzione. Il problema potrebbe essere risolto in due modi: con l’aumento di prezzo del servizio o con un’impennata clamorosa degli abbonamenti. Qualcuno potrebbe controbattere dicendo che i soldi per Microsoft non sono un problema e che potrebbe continuare ancora a lungo su questa strada. Tuttavia, le multinazionali non fanno beneficenza, il loro scopo ultimo è generare profitto e ovviamente, un buon servizio merita di esser pagato a sufficienza.

Al di là di ciò, mi chiedo come cambierà la percezione del videogioco secondo questo modello. Il Gamepass è un ottimo servizio eppure potrebbe spingere il gaming verso un’ottica sempre più consumistica. Ancora una volta sorge spontaneo il paragone con Netflix, il quale propone un ammasso di serie da guardare voracemente, senza neppure il tempo di assimilarle. È forse questo il destino dei giocatori? Col passare del tempo finiranno per passare da un titolo all’altro in men che non si dica, senza curarsi di ciò che c’è dietro?

Vedendo tanta gente felice di non dover pagare 80 euro per un gioco al lancio, mi chiedo se si rendano conto degli enormi sforzi produttivi che un titolo può aver richiesto. Per quanto si tratti di una passione particolarmente costosa che richiede dei sacrifici, faccio fatica a pensare di poter fruire di qualcosa senza pagarne il suo valore (riferito al prezzo di mercato). Mi chiedo dunque se i giocatori perderanno la volontà di voler supportare il lavoro delle proprie software house preferite.

Conclusioni: l’alba di una nuova generazione

In tutto ciò non ho tenuto conto dei molteplici problemi dell’industria ad alto budget. Non sarebbe meglio iniziare ad acquistare con una maggiore coscienza critica? Supportando ciò che merita realmente, forse potremmo porre un freno ai folli ritmi di questo settore.

Indipendentemente dal futuro del gaming e del Gamepass, che non sappiamo quanto si spingerà oltre, l’arrivo di Xbox Series X ed S è alle porte. Dopo un’ottava generazione sottotono, mi auguro che Microsoft riesca finalmente a riscontrare un maggiore successo da parte del pubblico. La compagnia americana ha ormai intrapreso un percorso che si focalizza attorno all’utente, il quale può fruire di un servizio estremamente affidabile. Non ci resta che attendere il risultato di questi dispendiosi investimenti.

Fateci sapere qual è il vostro rapporto con l’ambito Xbox Gamepass, anche alla luce di questa novità di poche ore fa.

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