Mafia Definitive Edition – una recensione che non si può rifiutare

Torna sui nostri schermi con un ottimo remake un classico degli open world fortemente votati alla narrazione, che affonda le radici nella criminalità americana degli anni '30.

Correva l’anno 2002 quando sui PC di tutto il mondo (e poi anche su PS2 e la prima Xbox con un dimenticabilissimo porting) si affacciava timido un gioco dal titolo Mafia: the City of Lost Heaven (qui ne trovate la pagina Steam), ad opera di Illusion Softwork. Un gioco destinato a diventare un vero cult, nonché a dare il via ad un nuovo franchise che può contare finora tre episodi. Ebbene, 18 anni dopo ecco tornare sui nostri schermi Mafia Definitive Edition, un completo remake realizzato da Hangar 13, lo studio attualmente responsabile del brand per conto del publisher 2K.

Abbiamo avuto modo di testare a fondo questo remake nella sua versione PlayStation 4 (è disponibile anche su Xbox One e PC), e siamo pronti ad analizzarlo per voi, vediamo come se la cava il ritorno dell’epopea di Tommy Angelo, come sempre nella nostra recensione made in NerdPool!

Il trailer di lancio di Mafia Definitive Edition

Il Paradiso perduto della malavita

Mafia Definitive Edition nasce con uno scopo ben preciso: è il pezzo forte di Mafia Trilogy, un pacchetto contenente tutti e tre gli episodi del brand usciti finora, e consente per la prima volta di uniformare la saga ad uno standard tecnico (sebbene per quanto riguarda Mafia 2 si tratta di una remaster dalla generazione scorsa, ma il gioco ha retto più che bene il passaggio alle attuali console).

Il remake del primo capitolo è ovviamente venduto anche come gioco stand-alone, e ci porta a rivivere le gesta di Thomas “Tommy” Angelo, tassista di Lost Heaven (città ispirata a New York e a Chicago) che negli anni ’30 si ritrova suo malgrado invischiato in affari di “famiglia” (sì, ovviamente QUEL tipo di famiglia).

Costretto dagli eventi, e da un paio di pistole puntate contro, a salvare la vita a Paulie e Sam, due “picciotti” della famiglia mafiosa comandata da Don Ennio Salieri, i quali si fiondano sul suo taxi per sfuggire dai sicari della famiglia rivale, quella di Don Carlo Morello, il nostro Tommy entra così in contatto con quella che sarà ben presto la sua nuova vita.

Ciò che accadde in quella rocambolesca fuga cambia per sempre il modo di vedere le cose e la vita stessa per Tommy, il quale alla prima occasione chiede a Salieri la possibilità di dimostrare il suo valore e farsi strada all’interno dell’organizzazione nella scalata alla città di Lost Heaven.

Questo è l’incipit di Mafia Definitive Edition, che come il resto della emozionante e variegata epopea criminale viene raccontato dallo stesso Tommy anni dopo al detective Norman dell’FBI, al quale chiede aiuto per uscire dal giro e proteggere la sua famiglia, e sì, stavolta una famiglia vera, moglie e figlia.

Un gioco d’altri tempi, in tutti i sensi

Tutta la trama del gioco viene quindi affrontata dal giocatore come un enorme flashback, con salti temporali tra un capitolo e l’altro (a volte anche di diversi anni) volti a raccontare i momenti chiave della vita criminale di Tommy Angelo, i quali devono convincere il detective che il nostro alter-ego ha davvero i giusti argomenti per poter ottenere la protezione dai federali per sé stesso e la sua famiglia.

I vari capitoli che compongono Mafia Definitive Edition, venti in tutto e che possono essere completati in circa 10 ore di gioco, si presentano come missioni piuttosto guidate, molto varie e ben scritte, le quali si svolgono all’interno di un open world che rappresenta la città di Lost Heaven e la campagna limitrofa. nel susseguirsi della storia però appare sin da subito come l’open world sia in realtà davvero solo una cornice, un background dove si svolge una storia ben delineata che lascia poco o nulla spazio per la libera esplorazione e le attività secondarie, assenti del tutto.

In questo i ragazzi di Hangar 13 hanno fatto un lavoro magistrale e davvero rispettoso dell’opera originale, che nel 2002 proponeva un concetto diametralmente opposto agli open world che la serie di GTA proponeva, con i quali il Mafia originale si confrontava.

Allora era presente, ed è stata riproposta anche nel remake, una modalità chiamata “fatti un giro“, slegata dalla campagna in cui è possibile selezionare un veicolo tra quelli sbloccati nel gioco principale e muoversi liberamente in giro per la città, ma oltre a qualche blando collezionabile Lost Heaven non offre zone molto “interagibili” con vere e proprie attività da svolgere, oltre a seminare sommariamente il panico come in ogni free roaming che si rispetti.

Una città che sta al passo coi tempi

La bontà del lavoro svolto da Hangar 13 sta nel aver proposto un’opera fortemente fedele alla controparte originale, in tutto e per tutto rispettosa del titolo cult dei primi anni 2000, ma averla trasportata al giorno d’oggi, sia dal punto di vista grafico e tecnico che da quello del gameplay: la giocabilità di Mafia Definitive Edition si rifà infatti al comparto ludico di Mafia 3, con i pregi e i difetti che ne conseguono.

La mobilità e il “peso” del personaggio sono ottimi come in Mafia 3, anche la fisica di guida (che può essere settata su “normale” o “simulazione”, che rende i veicoli più ostici ma divertenti da guidare) si attesta su livelli davvero buoni per il genere, con la possibilità di scegliere anche il cambio manuale. Le meccaniche stealth ed il gunplay sono mutuati anch’essi dal terzo capitolo, compreso il sistema di coperture, assente nell’originale.

Ciò che convince meno sono invece altri aspetti, come il combattimento corpo a corpo, troppo semplificato e poco stimolante, anche se rapportato con quello di Mafia 2, ben più strutturato nonostante i diversi anni sul groppone del secondo capitolo. Un altro elemento che fa storcere il naso riguarda l’intelligenza artificiale nemica, decisamente basica per non dire “stupida”, lontana dagli standard settati in questa generazione.

Piccola menzione molto importante va fatta al sistema di allerta della polizia in giro per la città, il quale può essere selezionato su “simulazione“, in questo modo esattamente come nel titolo originale le forze dell’ordine si allerteranno e ci daranno la caccia anche in caso di violazioni del codice della strada, con tanto di multe ed arresto per le infrazioni reiterate, assolutamente fantastico.

Lost Heaven come non l’avete mai vista

Il comparto tecnico di Mafia Definitive Edition possiamo senza dubbio dire che sia di alto livello. La città di Lost Heaven è ricreata con una cura maniacale, e gode di un livello di dettaglio decisamente elevato in quasi tutti i quartieri, così come i veicoli sono stati riprodotti davvero bene, con l’aggiunta delle motociclette non presenti nel titolo originale, che donano ulteriore varietà.

Anche i modelli poligonali dei personaggi e le loro animazioni sono di alto livello, quasi tutti i personaggi hanno subito un discreto cambiamento nella fisionomia del volto rispetto al Mafia originale, ma era lecito aspettarsi un adeguamento simile. Le espressioni facciali sono di buon livello e riescono a restituire le emozioni provate da Tommy e dagli altri personaggi nelle cut-scene, completamente ricostruite rispetto a quelle originali.

Anche la recitazione è molto buona, soprattutto nel doppiaggio italiano, dove domina l’accento siciliano per ognuno dei protagonisti, con risultati generalmente di alto livello (forse giusto Paulie risulta un po’ troppo caricaturale, quasi a scimmiottare il Joe Pesci dei tempi d’oro).

Abbiamo testato il gioco su PS4 Pro, e le prestazioni sono risultate quasi sempre ottime, col framerate ancorato a 30 fotogrammi al secondo quasi in ogni situazione. Il dettaglio generale è davvero ottimo, l’unico piccolo neo è rappresentato da un effetto pop-in abbastanza marcato della vegetazione a bordo strada nelle zone di campagna appena fuori città, ma nulla di troppo fastidioso. Menzione d’onotre invece per la gestione dei riflessi su carrozzerie, vetrate e pozzanghere, davvero d’effetto, sembra quasi che siano riusciti a simulare il ray tracing su console, veramente notevole.

Bentornati nella Famiglia

In conclusione possiamo affermare che questo Mafia Definitive Edition è uno dei migliori remake videoludici visti negli ultimi anni, secondo solo a quelli di Resident Evil 2, Shadow of the Colossus e, presumibilmente, l’imminente Demon’s Souls per PS5. Un’opera certamente non perfetta ma rispettosa di un cult che ha fatto la storia e che ha creato un brand di successo, il quale speriamo sia destinato a continuare su questa strada.

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Mafia Definitive Edition è uno dei migliori remake degli ultimi anni, profondamente rispettoso e fedele all'opera originale, ma al contempo capace di portarla al giorno d'oggi senza sfigurare di fronte ai congeneri. Peccato per qualche ingenuità tecnica di troppo ereditata dal terzo episodio del franchise, ma che non rovina affatto il titolo rendendolo un must have per tutti gli appassionati, vecchi e nuovi.Mafia Definitive Edition - una recensione che non si può rifiutare