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Teheran: prime impressioni sulla nuova serie spy thriller Apple TV!

Dal 25 Settembre è disponibile su Apple TV Teheran, una nuova serie spy thriller, distribuita con il solito modello utilizzato da Apple. Sono stati, infatti, rilasciati i primi tre episodi al lancio della serie, con i successivi (10, in totale) da rilasciare ogni venerdì. In questi primi 3 episodi Teheran mostra l’incipit del suo plot e definisce il taglio della serie. Vediamo le nostre prime impressioni!

Spionaggi e controspionaggi

Teheran racconta la storia di Tamar ( Niv Sultan ), una hacker del Mossad che si infiltra nella nemica Iran con il compito di sferrare un attacco informatico per ridurre la potenza nucleare dello stato Iraniano. Nonostante un piano accuratamente realizzato, comprendente un dirottamento aereo e uno scambio con sosia, la missione fallisce. Tamar si trova, così, in un paese straniero e fortemente ostile, alla ricerca di un modo per fuggire.

L’incipit è palesemente intrigante, sia per il contesto spionistico che per l’ambientazione, e anche il supporting cast è importante. In particolare, nei primi 3 episodi brillano due personaggi secondari all’attrice protagonista. Il primo è Shaun Toub nei panni di Faraz Kamali, dirigente del dipartimento di controspionaggio Iraniano e principale antagonista di Tamar. Il secondo è Navid Negahban nei panni di Masoud Tabrizi, una sorta di aiutante della protagonista, personaggio ambiguo e ben integrato nel contesto.

American Iran

Il problema di queste prime tre puntate di Teheran, però, è che, al netto di tutto, l’ambientazione viene sfruttata malissimo. La capitale Iraniana è un luogo affascinante e distante per la cultura occidentale, quasi sempre al centro dei dibattiti socio-politici mondiali. Ed è chiaro che da una serie così, ci si aspetterebbe una dedizione concreta verso il materiale a disposizione. Così come ci si aspetterebbe una rappresentazione risonante della cultura Iraniana, capace di tenere conto delle tante contraddizioni ma anche e soprattutto dell’enorme fascino che si porta dietro.

E, invece, Teheran si pone esattamente come la tipica serie TV Americana che cerca di spiegare ai propri telespettatori un paese straniero visto dallo sguardo Americano. E diventa quasi un ossimoro: i personaggi si muovono sul palcoscenico Iraniano come se si trovassero negli Stati Uniti. L’atteggiamento generale contro l’Iran sembra sempre ostile, cercando a tutti i costi di esporne le debolezze, senza contarne mai i possibili pregi. Toccare un argomento così delicato come quello degli Israeliani in Iran chiama riflessioni ben più ampie e cruciali della semplice fuga.

Tamar

Un altro problema di Teheran, per ora almeno, è la protagonista. Tamar non riesce mai ad essere convincente, soprattutto quando deve trasmettere sensazioni di pericolo. Ha costantemente un atteggiamento un po’ rigido, il che può essere anche una scelta di sceneggiatura, non essendo ancora ben chiaro il suo passato e il suo addestramento da spia.

Le puntate sono ben costruite come plot, con anche un paio di colpi di scena molto ben assestati, ma risultano eccessivamente lunghe. Gli episodi sono pieni di momenti morti che potrebbero essere ridotti senza inficiare in alcun modo sul racconto. Più che una scelta di allungare il brodo, è sembrato un tentativo di arricchire il background dei personaggi. Il che non è un male, ma va ben distribuito all’interno della puntata, amalgamandolo di più con le scene d’azione.

Concludendo

Teheran è una serie che inizia con una premessa intrigante ma con qualche crepa. L’aspettativa sulle prossime puntate è altissima, soprattutto nella speranza che si sfrutti meglio l’ambientazione a disposizione. Anche Tamar è attesa dalla prova del nove: per reggere altre 7 puntate a buon ritmo, la protagonista deve crescere e prendersi la scena.

Una nota sul modello di distribuzione, che avevo criticato riguardo la serie Apple TV Ted Lasso. In questo caso, Teheran fa ampio uso di cliffhanger e crea molto un effetto ansia, necessario per presentare alcuni eventi e personaggi. Le prime 3 puntate settano i primi dettagli della serie, l’ambientazione, i personaggi e l’incipit. Distribuire le successive con un episodio a settimana, quindi, riesce a sposarsi davvero bene con questo contesto.

Se volete più dettagli sulla serie, vi rimando all’articolo apposito:

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