Crash Bandicoot 4: It’s About Time- recensione

Con Crash Bandicoot 4 i ragazzi di Toys for Bob si sono superati e hanno realizzato un gioco memorabile, che finalmente rende onore al marsupiale arancione. Scoprite perché nella nostra recensione!

Negli ultimi anni Activision ha puntato sulla nostalgia dei giocatori proponendo alcuni remake di incredibile qualità. Pertanto abbiamo assistito al grande ritorno di due iconici personaggi dell’era PlayStation, ovvero Spyro e Crash Bandicoot. L’ottimo lavoro svolto dai team coinvolti e un prezzo di lancio estremamente competitivo hanno generato vendite da record, dimostrando che la qualità ripaga ma soprattutto che c’è ancora interesse nei confronti delle suddette mascotte. Era dunque questione di tempo prima dell’arrivo di un nuovo titolo e la prima scelta è ricaduta nientemeno che su Crash. Ed ecco che dopo la N. Sane Trilogy e Crash Team Racing Nitro-Fueled – realizzati rispettivamente da Vicarious Visions e Beenox – abbiamo potuto mettere le mani su Crash Bandicoot 4: It’s About Time.

Alle redini del progetto troviamo questa volta Toys for Bob, team che si è occupato di Spyro: Reignited Trilogy e del porting su Nintendo Switch della N. Sane Trilogy. Inutile dire che fin dal trailer d’annuncio siamo rimasti colpiti da due elementi: il suffisso numerico e la direzione artistica. Mai e poi mai ci saremmo aspettati di vedere un Crash 4 e ammettiamo che in un primo momento siamo rimasti straniti dallo stile grafico, sensibilmente diverso da quello adottato per la sopracitata Trilogy. Ad ogni modo, trailer dopo trailer il nostro interesse è aumentato considerevolmente e non vedevamo l’ora di ritornare nei panni del marsupiale arancione. Ora che finalmente abbiamo ultimato la nostra avventura, possiamo dire che dopo 21 anni Crash ha ricevuto un gioco degno di tale nome.

Squadra che vince non si cambia

Se dovessimo definire Crash Bandicoot 4: It’s About Time con un aggettivo diremmo sicuramente che è un gioco intelligente. La recente trilogia del peramele ha dimostrato che la formula proposta negli anni novanta da Naughty Dog funziona ancora, perciò cambiarla avrebbe avuto poco senso. Di conseguenza Toys for Bob ha pensato di realizzare un vero e proprio seguito che ne riprendesse le meccaniche aggiungendo al contempo alcune interessanti novità.

In termini narrativi invece, il titolo si ricollega al finale del terzo capitolo. Vediamo quindi N.Tropy, Neo Cortex e Uka Uka ancora in esilio, quando all’improvviso quest’ultimo riesce ad aprire uno squarcio spazio-temporale prima di giacere esanime. Percependo che qualcosa non va, Aku Aku esorta Crash a indagare e ciò spingerà il nostro a trovare Lani-Loli, la prima delle quattro maschere quantiche. La struttura di Crash 4 si avvicina molto più al primo storico capitolo che ai suoi due seguiti. Difatti l’obiettivo principale dell’avventura non sarà quello di raccogliere gemme o reliquie bensì di ottenere le maschere quantiche per fermare Cortex ed N.Tropy. Anche la gestione della mappa a isole ricorda il primo Crash Bandicoot e l’avventura parte proprio dall’Isola N.Sanity, con un livello che trasmette nostalgia e stupore.

In generale possiamo dire che l’intera esperienza verte su questa dualità, e offre una serie di chicche che faranno impazzire i fan storici. Ogni isola si concentra su un mondo diverso e offre una serie di livelli a tema. Come nei precedenti capitoli si affrontano sezioni a scorrimento laterale o in verticale, senza dimenticarsi delle fasi a bordo di veicoli o delle fughe rocambolesche.

Nuove maschere

Al fine di offrire un’esperienza fresca Toys for Bob ha inserito alcune meccaniche inedite, in parte ispirate da altri titoli. Ad esempio, diversi livelli contengono delle sezioni in cui bisogna scivolare su delle superfici, proprio come in Ratchet e Clank. Tuttavia, le cose qui si fanno più complicate perché – per evitare gli ostacoli e raccogliere tutte le casse – sarà necessario abbassarsi, saltare da una parte all’altra oppure usare il cambio di fase di Lani-Loli. E arriviamo alle maschere quantiche, che rappresentano una delle novità più sostanziose della produzione.

Come avrete intuito, la prima delle quattro maschere è Lani-Loli, il cui funzionamento ricorda il cambio di dimensione di Guacamelee! Essa infatti consente di alternare i diversi piani della realtà, con la possibilità di rompere casse, evitare pericoli e quant’altro. Akano controlla la materia oscura e il suo funzionamento ricorda il super vortice di Crash Bandicoot 3. Si utilizza principalmente per attraversare lunghe distanze e respingere particolari nemici. Kapuna-Wa permette di rallentare il tempo per qualche secondo mentre Ika-Ika consente di invertire la forza di gravità. Le maschere quantiche si possono utilizzare in sezioni specifiche dei vari livelli e per attivarle è necessaria la pressione di un tasto (su PS4 R2 o Triangolo). Il loro inserimento all’interno del gameplay di Crash Bandicoot 4: It’s About Time ci è sembrato assolutamente naturale e facciamo fatica ad immaginare un eventuale quinto capitolo senza di esse.

Un universo pieno di…alternative

L’altra grande novità introdotta con Crash Bandicoot 4: It’s About Time è definita dai nuovi personaggi giocabili. Crash e Coco sono ora accompagnati da Tawna, Dingodile e Neo Cortex che offrono un approccio differente al gameplay. Ciascun personaggio è giocabile in livelli dedicati che spesso si ricongiungono a quelli principali. Nel corso dell’avventura ci si imbatte spesso in particolari eventi legati al mondo circostante che vengono esplorati nelle cosiddette linee temporali alternative. Si procede dunque con una delle new-entry finché non si attiva l’evento in questione. Dopodiché il controllo passa a Crash e non dovremo fare altro che completare il livello già giocato in precedenza. C’è tuttavia una sottile differenza, poiché nelle linee temporali alternative le casse sono collocate in altro modo e il livello risulta – in una certa misura – differente.

Salta e spacca

Quanto ai nostri personaggi, Tawna si contraddistingue principalmente per il suo rampino, che le permette di raggiungere casse o luoghi in lontananza. Proprio come Crash, può effettuare un attacco in salto e un calcio rotante utile a spaccare le casse. Infine, in zone specifiche può saltare da una parete all’altra proprio come accade in Ratchet e Clank o Dexter. Quanto a Dingodile, possiede anch’esso un attacco rotante che gli permette di rompere le casse, anche se l’esperienza si focalizza principalmente sul suo cannone portatile. Con questo versatile oggetto, il simpatico mutante può aspirare le casse ma anche rilanciarle al mittente nel caso della TNT. Inoltre può effettuare salti prolungati espellendo l’aria dalla sua arma.

Il personaggio più particolare resta comunque Cortex, che spinge a dinamiche di gioco differenti. Il malefico scienziato dispone di una pistola in grado di trasformare i nemici in piattaforme su cui saltare. Con un colpo si genera una piattaforma standard, mentre con due se ne ottiene una gommosa su cui rimbalzare. Non manca nemmeno una testata da effettuare in salto, utile per raggiungere zone in lontananza. In definitiva possiamo affermare che i nuovi personaggi aggiungono una certa dose di novità e varietà all’esperienza, anche se avremmo preferito utilizzarli in livelli completi.

Crash Bandicoot 4: It's About Time
L’arma di Dingodile è particolarmente versatile.

Un capitolo enorme

Una delle maggiori preoccupazioni intorno a Crash Bandicoot 4: It’s About Time riguardava la longevità. I giocatori erano preoccupati che si trattasse di un titolo grande quanto i singoli capitoli della Trilogy e c’era un po’ di scetticismo nei confronti del prezzo pieno. Già nelle settimane antecedenti all’uscita del titolo, Toys for Bob ci aveva stuzzicati con numerosi trailer relativi ai contenuti di gioco, ma non avremmo mai immaginato che fossero così tanti. L’avventura contiene ben 38 livelli (senza contare i boss) decisamente più lunghi e articolati rispetto a quelli dei capitoli originali. E non appena si supera un certo boss, si ottiene l’accesso ai livelli invertiti, che offrono un’esperienza decisamente singolare. Per ogni livello sono presenti un certo numero di gemme chiare, le quali possono essere ottenute anche in versione invertita. E proprio come nei capitoli della trilogy, sono presenti sia le gemme colorate le reliquie del tempo.

Se siete in cerca di sfide avrete sicuramente pane per i vostri denti, ma non è tutto. Ci sono infine 21 livelli retro ambientati durante l’addestramento di Crash nel lontano 1996. Per poterli sbloccare è necessario trovare le cassette sparse per i livelli, ma il loro ottenimento ricorda i bonus di Cortex e N. Brio del primo Crash Bandicoot. Ciò vuol dire che non bisogna perdere alcuna vita prima di aver recuperato il filmato di turno. Man mano che si procede nella storia, i suddetti sono posizionati nelle fasi più avanzate dei livelli e recuperarli necessita ottime performance. Insomma, se avevate paura di finire Crash 4 in un pomeriggio potete stare tranquilli perché di carne al fuoco ce n’è tanta.

Comparto tecnico e direzione artistica

Concludiamo la nostra recensione con il classico paragrafo dedicato agli aspetti tecnici e artistici del titolo. Crash Bandicoot 4: It’s About Time è un gioco tanto bello da giocare quanto da guardare, che vanta una direzione artistica cartoon particolarmente ispirata. L’impatto iniziale può risultare straniante, specie se si è abituati alla N. Sane Trilogy, tuttavia basta poco per abituarsi allo stile intrapreso da Toys for Bob. Ciò che invece ci ha tratti in inganno più di una volta è la profondità di campo, che ci ha spinto a fare più morti del dovuto. Per ovviare il problema il team di sviluppo ha dotato Crash di un’ombra che indica il punto esatto in cui si sta per atterrare ma, se si decide di giocare senza, le cose possono rivelarsi più ostiche del previsto.

Per quanto riguarda il framerate, il titolo viaggia a 30fps sulle console base e 60fps su PS4 Pro o Xbox One X. Meno bene i caricamenti che richiedono sempre più di 30/35 secondi. Quanto al livello di difficoltà, Crash 4 sa essere più impegnativo della Trilogy e tuttavia risulta sempre ben bilanciato. Toys for Bob ha comunque dotato il titolo di una modalità Retro per un’esperienza classica e una Moderna con vite illimitate. Discorso a parte per la colonna sonora composta da Walter Mair. Sebbene questa vanti diverse tracce interessanti e abbia alcune trovate furbe ai fini della nostalgia, in una certa misura è l’elemento che ci ha convinto meno. Sia chiaro, si tratta di un’ottima colonna sonora, eppure non arriva ai livelli degli storici componimenti di Josh Mancell, che ancora risuonano nelle nostre teste.

CORRELATI

Crash Bandicoot 4: It’s About Time è un gioco fatto con la testa ma anche con il cuore. Toys for Bob ha dato vita ad un titolo degno del nome che porta, riuscendo ad evolvere la formula senza snaturarla. In esso troverete nuovi mondi da esplorare e personaggi con cui divertirvi, ma anche tanti riferimenti alla trilogia originale e a Crash Team Racing Nitro-Fueled. Insomma, il vostro marsupiale preferito è tornato più in forma che mai e saprà tenervi impegnati per decine di ore. Se siete fan storici della serie o siete alla ricerca di un ottimo platform, Crash 4 è ciò che fa per voi. Crash Bandicoot 4: It’s About Time- recensione