Il Confine 1-6 di Uzzeo e Masi – Recensione

Nel 2018 Sergio Bonelli Editore ha inaugurato l’etichetta Audace, una sorta di contenitore in cui far confluire tutte le storie dal taglio più maturo. I primi frutti si sono visti in Attica di Bevilacqua, Cani Sciolti di Manfredi o Senzanima, spinoff di Dragonero, solo per citare alcuni titoli. Anche Il Confine nasce per la stessa fascia di lettori, benché in questo caso il progetto sia ben più articolato.

Precisamente, Giovanni Masi e Mauro Uzzeo stanno dando vita a un progetto crossmediale, partito come serie a fumetti ma destinato a espandersi in vari ambiti. Il primo volume è uscito a novembre 2019 e siamo ormai giunti al sesto volume. [OFF-TOPIC: Trovate qui la nostra intervista esclusiva a Masi e Uzzeo in occasione dell’uscita di Flash/Zagor #0!]

Ma di cosa tratta Il Confine? Cercherò di fare un’analisi generale della serie, lasciando solo in fondo una piccola parte “spoiler” sui volumi finora usciti.

TRAMA

In un piccolo villaggio alpino, al confine tra Italia e Francia, un’intera scolaresca in gita scompare nel nulla. La causa potrebbe essere una valanga, ma le ricerche non portano a nulla. A occuparsi del caso, un’agente italiana e uno francese. Di tassello in tassello, i due compongono un puzzle dai contorni incerti: ogni volta che viene svelato un frammento di verità, la prospettiva cambia e nascono nuove, inquietanti, domande…

ANALISI GENERALE (NO SPOILER)

Quella che avete appena letto è la presentazione del primo volume della serie. La storia parte con un mistero iniziale, legato alla scomparsa dei ragazzi, per ampliarsi sin da subito creando un vero e proprio arazzo narrativo ricco di tante sfaccettature. In effetti, sarebbe molto riduttivo pensare a Il Confine come a un semplice mystery. Già dal primo numero è evidente che Masi e Uzzeo vogliono impostare la storia su alcuni stilemi e ritmi che fanno pensare immediatamente a prodotti come Twin Peaks o Lost (sono loro stessi a dichiararlo). Gli autori non hanno fretta di dare subito risposte al lettore, ma, al contrario, dopo aver introdotto il fulcro iniziale della storia (la scomparsa), allargano lo sguardo sulla città in cui si ambienta la vicenda e sui personaggi che la abitano.

In questo modo il lettore inizia a conoscere i tanti abitanti del paese, colpiti in svariati modi dalla tragedia, e ci si affeziona subito ad alcuni personaggi. C’è una cura maniacale nei dettagli che trasuda sin dalle prime pagine e ogni tavola può nascondere tanti segreti ed elementi importanti per la trama. Ad esempio, spesso capita che una figura appena accennata in un volume diventi protagonista di un numero successivo.

Il team creativo dietro la realizzazione di questo progetto è davvero ampio. Ogni volume presenta un disegnatore diverso, esperto o talvolta semi-esordiente, scelto dagli autori anche in base al tratto che meglio si adatta al tema affrontato in quel preciso capitolo della storia. Finora sono stati coinvolti nell’ordine: Palumbo, Cannucciari, Ambrosini, Califano, Ciregia e Giordano, Proietti e Olimpieri.

Inoltre, i character design principali sono di Emiliano Mammuccari, i layout di tutte le tavole sono pensati da Federico Rossi Edrighi, così da avere un’uniformità in tutta la serie e le copertine sono di Lorenzo Ceccotti (LRNZ). Esiste infatti una “bibbia grafica” de Il Confine che ogni disegnatore deve rispettare, dove è fissato l’aspetto grafico di persone, cose o luoghi. Ogni volume contiene, infine, una ricca sezione di approfondimenti dove sono gli autori stessi a parlare e a mostrare interessanti retroscena sulla creazione della serie.

Torniamo alla storia e riprendiamo un attimo come riferimento Twin Peaks (per me la serie tv più bella di sempre). David Lynch ha creato una vicenda nella quale l’ordinario e lo straordinario si scontrano e incontrano di continuo. Lo spettatore è portato a farsi delle domande e a cercare di decifrare alcuni dettagli della storia che spesso rimangono indecifrabili fino alla fine. Allo stesso modo, l’elemento “straordinario” entra subito nel mondo de Il Confine, tramite presenze misteriose, simboli ignoti e leggende di un lontano passato da non disturbare. Un tema affrontato è proprio quello dei riti pagani, delle superstizioni e del folklore. Messo in primo piano nel sesto volume, in realtà è già accennato nei primi numeri ed emerge soprattutto dai discorsi dei personaggi più anziani.

La scansione temporale della storia è molto particolare e spesso vediamo gli eventi da più punti di vista. Questo sia perché sono personaggi diversi a osservare la stessa scena oppure perché si ritorna più volte su scene passate per aggiungere di volta in volta nuovi dettagli. Per esempio, nel quinto numero scopriamo (in piccola parte) che cosa è successo nei giorni che precedono l’incidente dal punto di vista dei ragazzi coinvolti. Ma non pensate che il mistero possa essere già risolto…anzi le cose non fanno che complicarsi sempre più!

Il Confine è una storia corale in tutto e per tutto. Ovviamente Laura Denti, agente dell’Interpol specializzata nel ritrovare persone scomparse, e Antoine Jacob, consulente delle indagini e massimo conoscitore delle montagne, sono il perno della vicenda. Ma intorno a loro ruotano numerosi personaggi che sembrano tutti nascondere oscuri segreti. Ognuno ha un ruolo in questa vicenda, resta solo da capire quale…

CHE STRADA STA PRENDENDO LA SERIE? (SPOILER SUI PRIMI 6 VOLUMI)

Negli ultimi numeri abbiamo iniziato a scoprire interessanti retroscena sull’incidente. Alcuni dei ragazzi sembra che fossero invischiati in un piano ancora indefinito da attuare il giorno della gita, e, proprio per paura, Aurora aveva deciso la mattina stessa di non partire, rimanendo così l’unica sopravvissuta della sua classe. Allo stesso tempo le montagne sono onnipresenti in tutta la serie e, come detto dallo stesso Antoine, sembrano cambiare di continuo. Dopo il ritrovamento del bus e dell’autista, nudo e in stato confusionale, anche la professoressa che accompagnava i ragazzi è emersa improvvisamente dalla neve. Tuttavia c’è un piccolo problema. Nel romitorio tra le montagne sono stati rivenuti 12 corpi, ma sono partiti in 13 per la gita (compresi autista e prof). Quindi non dovrebbero esserci solo 11 scheletri? In realtà, Laura ha appena notato in una foto della classe un ragazzo misterioso di cui nessuno conosce l’identità…chi sarà?

Altro elemento davvero interessante è il mistero che circonda il passato del villaggio. A partire da Aurelio, co-protagonista del terzo volume, che ha vissuto un’infanzia tragica, ma della quale sappiamo ancora molto poco. Lui vuole che la storia dell’incidente si concluda al più presto, soprattutto perché i monti non vanno “disturbati” ulteriormente. Nel sesto volume vediamo anche gli altri anziani mentre svolgono un rito propiziatorio per ingraziarsi le montagne e sperare che arrivi la primavera. Sempre parlando di personaggi più vecchi, tra le scene più inquietanti di tutta la serie (per il momento) c’è sicuramente il momento in cui tre signore stanno parlando dentro una chiesa. Dopo poche tavole, scopriamo però che il crocefisso dietro l’altare e tutte le immagini sacre all’interno sono state deturpate; restano solo le mani e i piedi di Gesù. Dall’anticipazione del settimo volume sembra che queste tre figure avranno un ruolo importante e le cose si faranno ancora più inquietanti.

CONCLUSIONE

Il Confine è una storia che colpisce i lettori e che, con il passare dei volumi, si dimostra sempre più enigmatica e sorprendente. Se amate le storie thriller dalle atmosfere oniriche e a tratti morbose e inquietanti, non potete lasciarvi sfuggire questa serie. Complimenti a Masi e Uzzero per aver creato questo universo narrativo. Siete avvisati…una volta letto il primo volume non riuscirete più a smettere!

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