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X Indie Developers: Nintendo e IIDEA insieme per gli indie

Enrico Sangalli e Antonio Tarasco hanno potuto seguire un evento organizzato da Nintendo in collaborazione con IIDEA incentrato sugli sviluppatori indie italiani.

Il giornalista Lorenzo Fantoni dà il via alle danze e presenta i quattro sviluppatori che rappresentano rispettivamente i quattro studi indipendenti:

  • Elisa Farinetti di Broken Arms Games, autori di Hundred Days;
  • Emmanuele Tornusciolo di Italo Games, autori di Milanoir;
  • Pietro Polsinelli di Open Lab, autori di Football Drama;
  • Pietro Righi Riva di Santa Ragione, autori di Wheels of Aurelia;

Hundred Days

Con Hundred Days, il primo titolo presentatoci, è un simulatore gestionale a tema vitivinicolo ideato nel 2018. L’intenso sviluppo del gioco, ha portato Broken Arms Games alla pubblicazione prevista per il 13 maggio 2021 e successivamente su Nintendo Switch.

La co-fondatrice e business developer del titolo indie ci racconta di come i giocatori erediteranno una tenuta agricola da poter trasformare in una vera e propria azienda legata ad un prodotto distintivo del Bel Paese: il Vino.

Qui ogni gamer si ritroverà di fronte ad una gestione non indifferente, caratterizzata dalle carte le quali, rappresentano le azioni finalizzate ad ottimizzare il lavoro.

Una volta entrati nella meccanica di gioco, proprio quando pensiamo di aver capito come funzionano le cose, ecco che lo scorrere del tempo e l’imprevedibilità della natura, tenteranno di ostacolare la nostra produzione.

Nintendo Indie Italiano

Bisognerà quindi assecondare le condizioni metereologiche al fine di adattare le tecniche di produzione più adatte.

Sarà quindi fondamentale, nella maggior parte dei casi, scegliere il giusto periodo di fermentazione del nostro vino.

Inoltre, ogni utente avrà la possibilità di creare il proprio logo e le stesse bottiglie che andrà a vendere.

Hundred Days è quindi un indie che omaggia l’Italia non solo mettendo il vino al centro di tutta l’esperienza videoludica, bensì avvalorando quei cenni culturali appartenenti alla nostra tradizione. Sfortunatamente però, alla domanda riguardante come vengono percepiti dal pubblico mondiale i videogiochi Made in Italy, Elisa Farinetti ha fatto riferimento alla produzione vitivinicola francese. Purtroppo il vino è percepito, al livello globale, ancora come un prodotto tipicamente francese dunque, all’interno dell’opera videoludica vi sono alcune reference alla cultura francese. Sebbene vi siano queste peculiarità, emnerge fortemente un carattere italiano, ispirato alla produzione di viti presente in Piemonte: regione natia di Broken Arms Games.

Milanoir

Il secondo titolo mostratoci nel corso dell’evento è Milanoir: un titolo ambientato nella Milano degli anni ’70, che omaggia il genere poliziesco.

Il gioco, già disponibile su Nintendo Switch, fonda le proprie basi sull’azione, mirando a quel genere di crudeltà che negli anni ’70 andava tanto di moda in Italia. Con un trailer girato negli Stati Uniti con attori americani, il titolo si presenta come un’esaltazione alla cinematografia italiana di quegli anni, e al lato oscuro della città italiana della moda, delle luci e della movida.

Con Milanoir ci ritroviamo nei vicoli bui e tetri, alla scoperta di storie criminali pregne di sparatorie ed inseguimenti.

Nintendo Indie Italiano

A proposito di quest’ultimi, non mancano inseguimenti a bordo di auto, modo e addirittura uno col gommone sui Navigli.

Quando allo sviluppatore Emmanuele Tornusciolo è stato chiesto in che modo hanno cercato di evitare i cliché legati all’Italia, ha da subito chiarito le intenzioni di Italo Games: hanno in ogni modo evitato che l’Italia fosse riconoscibile tramite una pizza o con un piatto di spaghetti! Si sono basati su ciò che rende tipica l’Italia, senza banalizzare il tutto.

La presenza di luoghi celebri di Milano, o la Vespa usata dal protagonista, fanno si che lo spettatore s’immedesimi nel contesto italiano senza doversi aggrappare a stereotipi.

Football Drama

Con Football Drama, presentatoci da Pietro Polsinelli di Open Lab e in fase di approvazione su Nintendo Switch, ci ritroviamo di fronte ad un indie completamente originale incentrato sul calcio.

Come ci fa notare lo sviluppatore, nel mondo dei videogiochi è raro trovarne uno che non lo tratti come un simulatore o un gestionale manageriale.

Qui emerge tutt’altro intento, grazie ad un approccio calcistico storico/narrativo in cui ogni scelta, può rivelarsi fondamentale.

Abbiamo quindi per la prima volta, un titolo fortemente influenzato dalla trama, con avvenimenti anche della vita privata del protagonista, che posso determinare l’esito di alcune partite.

Nintendo Indie Italiano

Come? Beh, grazie alla funzionalità Karma e Caos la quale, in base alle scelte che facciamo in ambito professionale nel prepartita e alle nostre scelte di vita personale, possiamo ottenere o meno in partita delle carte che, una volta giocate, potranno ribaltare le sorti del match.

C’è però da dire che le decisioni sono piuttosto semplificate da un sistema binario, in maniera tale da non complicare eccessivamente le scelte e l’approccio alla preparazione delle partite.

In Football Drama ci si può approcciare in chiave antropologica, alla scoperta di numerosi personaggi che ricalcano i passi di grandi uomini, ma soprattutto grandi poeti che hanno trattato quello che altro non è che il calcio.

Da Pasolini a Socrates, ripercorriamo ogni passo fatto nella storia da quello che è lo sport per eccellenza del territorio italiano.

Wheels of Aurelia

Ultima ma non meno importante, la presentazione da parte di Pietro Righi Riva dell’opera videoludica indie sviluppata da Santa Ragione: Wheels of Aurelia. Il viaggio della protagonista Lella, è ambientato negli anni ’70 italiani e racconta la storia di una donna irrequieta. Tutto si svolge sulla via Aurelia, un viaggio in auto verso Viareggio con uno stile grafico generalmente unico.

Lo sviluppatore ha precisato come siano partiti da illustrazioni reperibili su internet, contattando in seguito l’autore, per ispirarsi allo stile utilizzato all’interno del gioco.

I luoghi che caratterizzano il percorso della via Aurelia, sono presenti all’interno del titolo man mano che si avanza nell’avventura.

Sebbene il titolo, disponibile su Nintendo Switch, sia uno dei più acclamati dalla sua uscita vi sono alcune peculiarità che hanno sfavorito Wheels of Aurelia.

Nintendo Indie Italiano

Si è parlato infatti, di come Santa Ragione abbia evitato di fare troppo affidamento su quei monumenti fin troppo tipici del Bel Paese, proprio per non rientrare in quel contesto immaginario che un po’ tutto il mondo ha dell’Italia. Questa scelta in seguito, non si è rivelata come una delle migliori e di certo, ha leggermente sfavorito un titolo che forse poteva meritare di più.

Ciononostante ciò che emerge in particolar modo, è la personalità di Lella.

La protagonista non si piega al nostro volere: se le diciamo di smettere di fumare e di non fermarsi a comprare le sigarette, ci risponderà “Magari nella prossima vita”. È questo un comportamento contrastante poiché, non agisce con un fine pedagogico bensì, si fa rispettare per ciò che è, per i suoi vizi e le sue virtù, senza “piegarsi” alle scelte del giocatore.

Due chiacchiere con gli sviluppatori

A questo punto abbiamo potuto porre agli sviluppatori alcune domande anche riguardo Nintendo Switch. Quella posta da noi, in particolare, è stata:

Da sviluppatori, nel corso degli anni come è cambiata l’accoglienza di giochi indie fatti e ambientati in Italia, sia dall’utenza che dalle aziende?

La prima a rispondere è stata Elisa Farinetti:

Allora sicuramente sì e di questo sono personalmente molto molto contenta. Diciamo che ci sono tanti fattori: da una parte si è alzata tantissimo l’asticella della qualità dei titoli italiani. E alzandosi l’asticella abbiamo iniziato a competere ad armi pari con altre nazioni e con altri sviluppatori. Questo ha fatto sì che anche l’industria si sia resa conto di cosa c’è in Italia.

Sicuramente è cambiata molto la visione da parte dell’industria degli sviluppatori italiani indie.

Noi nel nostro piccolo su Android abbiamo due partnership molto importanti perché per noi che siamo uno studio minuscolo nel nulla della provincia di Alessandria lavorare con Epic Games, con Google Stadia, con Microsoft, Sony e Nintendo. Ovviamente Nintendo è un grosso partner in questo momento per la versione Switch, sono tutti i nomi che dieci anni fa quindici anni fa erano in pensa dieci anni fa erano impensabili. Oggi è sicuramente cambiato molto il panorama.

A seguire, poi, è toccato ad Emmanuele Tornusciolo:

Noi insomma siamo un team giovanissimo. Milanoir è stata la nostra prima esperienza e quindi non posso fare tanti confronti rispetto a prima.

L’impressione che abbiamo avuto comunque quando ci siamo proposti a publisher a livello internazionale è stata comunque positiva, e parlo già del 2016 2017, quindi non ho avuto modo di notare un particolare non dico stigma però, come dire, tener poco in considerazione in un team solo perché perché italiano e anche quando abbiamo potuto grazie al publisher portare Milanoir all’E3 a Los Angeles i feedback che abbiamo avuto anche dalla stampa internazionale sono stati assolutamente positivi.

Però ripeto, la mia è un’esperienza molto limitata nel tempo non posso fare confronti rispetto a un anno prima in cui non c’eravamo.

Tanta voglia di migliorare e fare esperienza

E’ poi toccato a Pietro Polsinelli, anche lui abbastanza nuovo in questo grande palcoscenico indie:

Anch’io sono veramente beginner. Cioè noi non siamo arrivati neanche a due anni di presenza commerciale perchè non abbiamo molta esperienza.

Quello che è indubbio è che l’industria di produzione di videogiochi italiani sta crescendo tantissimo. Questo anche perché era veramente microscopica.

Paragonando l’Italia a Paesi con un livello di produzione industriale paragonabile tipo la Francia, siamo veramente molto molto indietro quindi è anche più facile crescere. Credo che crescerà ancora tanto è di impulsi c’è ne sono. Vediamo cosa succederà.

Infine è toccato a Pietro Righi Riva, che con Santa Ragione sono quelli con maggiore esperienza, anche su Nintendo Switch:

Sì in effetti noi abbiamo cominciato col nostro primo prodotto commerciale nel 2011 quindi un pochino all’alba di questa nuova wave di giochi indipendenti resa possibile da un lato alla distribuzione digitale dall’altro dalla presenza di tool intuitivi per la produzione di videogiochi a basso costo come Unity, Unreal ecc.

Sicuramente quello che dice Lisa è verissimo, la qualità e la varietà si è alzata in maniera esponenziale ogni anno ci sono nuovi studi che fanno progetti molto interessanti che sono assolutamente al livello dei nostri competitors, per modo di dire, internazionali.

Uno spunto sul futuro degli indie

Proseguendo, Pietro Righi Riva aggiunge:

Dico per modo di dire perché in realtà il problema principale oggi più che un tempo è proprio quello della curatela e della diffusione di nuovi progetti in particolare se si tratta di progetti sperimentali nel senso che nel 2011 facendo un gioco un po’ strano con una grafica un po’ strana farsi notare dalle riviste internazionali e dai media internazionali era infinitamente più facile.

Oggi la competizione è molto più grande, all’epoca venivano rilasciati 4 giochi su Steam al giorno, oggi ne vengono rilasciati 70-100.

Si è stata sostituita diciamo la curatela tradizionale per cui ci sono dei test maker delle persone che fanno parte dell’industria che decidono cose che vanno di moda con un automazione algoritmica all’interno degli store che fa emergere sostanzialmente i generi che vanno più di moda.

Quindi oggi forse è più difficile, facendo una cosa strana, una cosa magari particolarmente italiana, particolarmente di nicchia, venire notati rispetto a fare un gioco più di moda che magari potrebbe limitare un pochino la nuova generazione di piccoli studi che fanno appunto progetti artistici con delle intenzioni diverse dal seguire le mode dei videogiochi.

E’ stata un’ottima occasione per parlare faccia a faccia con chi nel settore ci lavora.

Avete giocato uno di questi indie, disponibili anche su Nintendo Switch? Se sì, vi è piaciuto?

Fatecelo sapere nei commenti e passate anche dagli altri articoli di NerdPool.

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