The Falcon and the Winter Soldier ep. 3. Nuovi dubbi

Con un nuovo Captain America saldamente stabilito e che crea problemi, il terzo episodio di The Falcon and the Winter Soldier – intitolato Power Broker – è approdato su Disney+.

Zemo is the Star

Alla ricerca di informazioni sugli antinazionalisti Flag Smashers, Sam e Bucky hanno deciso di incontrare Helmut Zemo per avere informazioni. Tuttavia, sono anche in contrasto con il nuovo Capitan America John Walker.

Dopo essere scappato dalla prigione con l’aiuto di Bucky, Zemo rivela di aver passato anni a dare la caccia alle persone reclutate dall’Hydra per ricreare il siero del Supersoldato, per evitare che venga usato per creare un esercito di persone come gli Avengers. Si scopre anche che il nostro Zemo è oscenamente ricco, con un maggiordomo in stile Alfred Pennyworth, Oeznik, una flotta di macchine fantasiose, armi e un aereo privato. Zemo è super ambiguo durante questo episodio, e ad un certo punto sfoggia un passamontagna viola dall’aspetto estremamente malvagio per ricordare il suo look iconico dei fumetti.

Madripoor di cartone

Sam, Bucky e Zemo, poi, arrivano a Madripoor, un’isola senza legge nell’arcipelago indonesiano.

Si tratta di un luogo fondamentale nei fumetti, ma questa è la prima volta che lo vediamo nell’MCU e ne è a capo Power Broker, il misterioso cattivo che dà la caccia ai Flag Smashers. Proprio qui appare una pecca dell’episodio. Neon e tante luci, non si può negare che questa sia una versione stilizzata di un mondo simile a Blade Runner. Vediamo brevemente persone che cambiano denaro e un paio di mitragliatrici sono in mostra, eppure i bar e i club di Madripoor sono sorprendentemente privi di carattere, senza una reale profondità, in parte dovuto al fatto che lo spettatore adulto si aspetta di vedere un po’ di cose losche.

La violenza va bene nel mondo Marvel, ma il sesso, la droga o il clubbing non sono assolutamente da mostrare. 

Ci viene anche presentato il dottor Wilfred Nagel, un ex scienziato dell’Hydra reclutato dalla CIA che è riuscito a ricreare il siero da campioni di sangue di Isaiah Bradley. Tra l’altro, la versione di Nagel è stata progettata per non modificare la struttura corporea delle cavie ed ecco spiegato perché i Flag Smashers sembrino fisicamente ordinari nonostante la superforza.

Incontri fuggevoli

I ragazzi si collegano, poi, con l’ex agente SHIELD Sharon Carter. Il nostro ultimo incontro con lei è stato in Civil War, quando ha aiutato i fuggitivi Cap, Sam e Bucky prima di scappare lei stessa. Dopo questo, è stata tra quelle uccise dallo Snap di Thanos, quindi “è stata via” per cinque anni. Sharon è anche la pronipote della fondatrice dello SHIELD Peggy Carter, morta in Civil War, ed entrambe hanno avuto una storia d’amore con Cap in epoche diverse.

Negli ultimi istanti dell’episodio, Bucky incontra Ayo, membro della Dora Milaje, il gruppo di forze speciali di Wakanda e vista l’ultima volta in Avengers: Infinity War. Ayo ora sta seguendo Zemo, presumibilmente per l’attentato alla morte di re T’Chaka in Captain America: Civil War, un attacco orchestrato da Zemo e bloccato brevemente da Bucky.

Note di stile

L’episodio corre da una scena d’azione all’altra, ma senza grande profondità, a differenza del primo, che aveva avuto così tanto successo perché dava alle vite di Sam e Bucky spazio per respirare. Cosa che, ad esempio, non succede con Sharon Carter.

L’azione è alla pari con i film e la chimica tra Anthony Mackie e Sebastian Stan rimane eccezionale. Certo, alcune delle battute a metà delle sparatorie sono un po’ troppo, ma i due sono una piacevole compagnia per un episodio che, di fatto, resta un bel giocattolone action senza lo spessore dei film di Cap di cui è una chiara germinazione. Questa settimana, la Marvel ha dimostrato che c’è un limite a quanto possono mostrare. Madripoor, Sharon Carter, Isaiah Bradley, come molte cose in questa serie, avrebbero potuto essere qualcosa di più. 

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