Returnal: la nostra recensione

Avventura horror, sparatutto in terza persona, roguelite, metroidvania.

Returnal prende a piene mani da questi generi riuscendo a creare una sua identità unica a coinvolgente sulla nuova PS5.

L’avventura di Selene sul pianeta Atropo comincia con un violento incidente che spinge l’astronauta ad esplorare le numerose stanze che compongono questo bizzarro pianeta. Ben presto viene attaccata da bestie “lovecraftiane” e dovrà difendersi con le armi rinvenute nel labirinto.

L’esplorazione diventa sempre più difficile finché, tragicamente, una delle numerose bestie riesce a penetrare le difese della tuta spaziale di Selene ed ucciderla.

Quello che potrebbe essere un epilogo si trasforma però nel punto cruciale del gioco: Selene si risveglia sul luogo dell’impatto, illesa, con solo l’orribile ricordo della morte a confermare ciò che le è appena successo.

In questo momento ci vengono spiegate le “regole” di questo mondo. La morte non è altro che un passaggio tra un ciclo ed un altro, in un loop che intrappola la nostra protagonista e che sembra non volerla far scappare per nessun motivo.

Returnal - foto di un nemico scattata su PS5

Returnal è un’avventura horror

Le ambientazioni cupe, il design deforme dei nemici e la narrazione vera e propria contraddistinguono l’approccio horror di Returnal. Soprattutto nelle sezioni di narrazione in prima persona il gioco rallenta per farci immedesimare nella sconcertante realtà in cui si è improvvisamente ritrovata Selene.

Il primo bioma che attraversiamo è una foresta con misteriosi tentacoli che cercheranno di afferrarci durante l’esplorazione e nemici che sembrano essere usciti dagli incubi più profondi di Selene. Soprattutto la presenza di tecnologia aliena rende l’ambientazione “artificiale”, quasi a rendere chiaro che in origine il pianeta fosse completamente diverso.

Inoltre, tutta quest’area viene bagnata da una pioggia incessante che fa da cornice alla decadenza che si percepisce esplorando Atropo.

Housemarque è riuscita a sfruttare in grande stile l’hardware PS5 che, sebbene con qualche sporadico calo di framerate, crea un atmosfera incredibile in un mondo di bellissimo terrore.

Returnal su PS5

Returnal è uno sparatutto in terza persona

Il gioco si presenta, DualSense alla mano, come uno sparatutto arena in terza persona. Man mano che si avanza si sbloccano armi nuove e particolari da utilizzare contro le orde di nemici che incontreremo nelle varie stanze.

Ogni arma ha un fuoco primario che è il tipo di proiettile classico dell’arma ed un fuoco secondario che è casuale per ogni arma. Quest’ultimo tipo di proiettile ha un tempo di ricarica più lungo ed arreca un gran quantitativo di danno ai nemici.

Le armi non hanno munizioni limitate, però i caricatori hanno delle dimensioni fisse ed una volta esauriti i proiettili è necessario aspettare il tempo di ricarica. Una meccanica base del gioco è il Sovraccarico, che ci consente di ricaricare più velocemente un’arma premendo il grilletto in un momento preciso indicato da una barra a schermo.

Un elemento fondamentale nel gameplay è la schivata. Questa consiste in uno scatto che Selene può effettuare sfruttando i propulsori della tuta che non solo consente di spostarsi ma soprattutto rende immuni agli attacchi nemici durante tutto il corso dello spostamento. Imparare quando schivare, per quanto tempo e in che direzione è importantissimo per sfruttare appieno il sistema di combattimento di Returnal.

Ovviamente è presente l’integrazione con il DualSense di PS5. I trigger adattivi vengono sfruttati soprattutto nella scelta tra fuoco primario e secondario, dove la pressione leggera selezionerà il primo ed una pressione più forte il secondo.

Il feedback aptico dà il suo meglio sotto la pioggia, riuscendo a comunicare la sensazione del picchettare della pioggia sulla nostra Selene.

Scena di combattimento di Returnal su PS5

Returnal è un roguelite

Perché roguelite e non roguelike? La risposta è molto semplice: nonostante siano due generi molto simili tra di loro, Returnal ha delle meccaniche tipiche dei roguelite. La presenza degli etere, una valuta raccoglibile durante le esplorazioni e che non viene persa alla morte, già denota l’appartenenza a questo genere.

Inoltre durante il corso del gioco è possibile sbloccare numerosi accessori, armi e consumabili che faranno parte permanentemente degli oggetti che potranno essere rinvenuti nei successivi cicli.

Elemento chiave del gioco rimane, comunque, la morte di Selene. Ogni volta che “perderemo la partita” ricominceremo da “zero”, ripartendo dalla nostra astronave con una disposizione delle stanze completamente diversa. I biomi non varieranno, però la disposizione di tutto il labirinto sarà diversa e dovremo riesplorare per scoprire dove bisogna andare.

Returnal è un metroidvania

In Returnal è possibile sbloccare potenziamenti permanenti che donano al personaggio libertà di movimento e/o di esplorazione nel corso dell’avventura.

Un primo esempio è la possibilità di sbloccare dei teletrasporti che possono aiutare ad esplorare la mappa con più facilità, oppure una spada che consente di distruggere barriere che bloccano passaggi.

Questo rende l’esplorazione anche delle aree iniziali sempre nuova ed interessante sbloccando parti della mappa che fino a quel momento erano inaccessibili.

Nel mondo di gioco esistono stanze che sono sempre presenti ad ogni ciclo che spesso richiedono potenziamenti che possono essere recuperati solo in seguito.

Risulta quindi una buona norma in questo titolo PS5 riesplorare tutte le zone anche quando vengono sbloccati altri biomi per trovare tutti i segreti che si celano nelle mappe di Returnal.

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Returnal è tante cose. Di sicuro è divertente, coinvolgente ed impegnativo. Per apprezzarlo appieno bisogna rimboccarsi le maniche ed impararne trucchi e segreti per ottenere il massimo da ogni partita. Proseguendo nell'esplorazione la trama accompagna un gameplay fluido e dinamico grazie ai numerosissimi oggetti sbloccabili ed alla grande varietà di nemici. Come titolo nativo su PS5 non delude neanche il comparto grafico che dà il suo meglio con le creature mostruose che popolano il mondo. Da notare purtroppo dei cali di framerate nelle situazioni più concitate con un gran numero di nemici a schermo, però nulla che non possa essere risolto in future patch (sì, sto guardando te BloodBorne). Il pericolo della morte è un peso importante sulle spalle del giocatore che non può affrontare a testa bassa qualunque ostacolo gli si pari dinanzi. Bisogna invece fare un passo indietro e riflettere su come affrontare le stanze in base al tipo di nemici presenti ed al proprio equipaggiamento in quel determinato momento. La strategia e la costruzione del personaggio sono fondamentali per riuscire a sopravvivere in un mondo spietato che lascia pochi spazi agli errori. Eppure ricominciare non è mai frustrante perché ad ogni ciclo si impara qualcosa di più sul gioco, sui personaggi e soprattutto sull'affascinante pianeta Atropo. La storia di Selene, il suo passato ed il suo futuro, accompagnano il giocatore aggiungendo quel pizzico di curiosità su cosa è possibile trovare oltre ogni singola porta del gioco.Returnal: la nostra recensione