Star Wars: The Bad Batch 1×03 recensione senza spoiler

In questa terza puntata di Star Wars: The Bad Batch, oltre agli eventi che vedranno coinvolgere la Bad Batch, sentiremo parlare dell’Operazione Artiglio Guerriero

Questa terza puntata di Star Wars: The Bad Batch vede la Clone Force 99 impegnata in un’avventura autoconclusiva ma, e qui sta la novità, non sarà l’unico filone narrativo a cui potremo assistere.

Una scelta narrativa coraggiosa

Mentre in The Mandalorian siamo stati abituati ad un unico (e meraviglioso) filone narrativo, The Bad Batch ci affascina con una scelta pericolosa ma estremamente interessante: in questa terza puntata possiamo assaporarci due filoni narrativi indipendenti (per ora) e che tengono in piedi la puntata in maniera egregia.

Operazione Artiglio Guerriero

Se avete avuto una sensazione di “già sentito” non vi state sbagliando. Infatti già in Rogue One, durante la ricerca dei piani di “Stellina” abbiamo potuto sentire questo nome.
Grazie a The Bad Batch, ora sappiamo di cosa si trattava: la transizione dall’utilizzo di un esercito di cloni all’impiego di umani come soldati.
Scopriamo anche il “padre” di questa operazione, facendo la conoscenza del neo Ammiraglio Rampart, un personaggio con cui avremo modo di confrontarci nuovamente. Quest’ultimo, sottopone a Tarkin l’idea di addestrare le reclute del futuro esercito imperiale con comandanti cloni esperti, iniziando proprio da uno dei personaggi della Clone Force 99, ovvero Crosshair.

Una scena tratta dai film, quando i cloni erano l’unico esercito della Repubblica

La guerra nella sua crudeltà

Un altro elemento portante ma più “sottile” nella sua narrazione è il ruolo che la guerra sta ricoprendo in questa serie tv.
Se, in The Clone Wars, si poteva sentire ancora dell’influsso di una guerra “soft” (i nemici erano droidi, quindi non altri essere umani), in The Bad Batch possiamo invece vedere come i bersagli siano anche i civili, se quest’ultimi non si conformano al nascente Impero. In tal senso, possiamo vedere una delle scene più “forti” che il mondo Star Wars abbia mai mostrato, con l’esecuzione di civili inermi anche con l’uso di un lanciafiamme. Era dai tempi di Rogue One che non si respira un’aria di guerra così in maniera penetrante.

Omega: che ruolo avrà?

Un altro spunto interessante lo da il personaggio di Omega. Al di là di quanto accade nella puntata (in realtà una serie di eventi abbastanza “classici”) il suo ruolo è ancora ammantato nel mistero.
Non solo non è chiarissima la sua provenienza (si può supporre, ma la certezza non c’è ancora) ma anche il suo peso o dinamica nella Bad Batch non è ancora definito. Sicuramente non sarà un Grogu, ma nemmeno un Chopper. Avrà il peso di una Leila o di una Rey? Troppo presto per dirlo, ma sono certo che saprà regalare emozioni di altissimo livello.

Un prodotto ibrido

Questa terza puntata detta il ritmo, con la promessa di puntate che per quanto “brevi” nella loro durata, sperimentano un uso della doppia narrativa, con la consapevolezza che ad un certo punto i nodi arriveranno al pettine.
Non potendo contare sul dubbio del finale (sappiamo già che poi i cloni saranno dismessi a favore della leva obbligatoria), si punta sul “come” ci si è arrivati ad un finale già conosciuto, regalandoci squarci di quotidianità di come la Repubblica sia stata sostituita dall’Impero Galattico. Attendiamo le prossime puntate per vedere se verrà mantenuta la stessa strada o se assisteremo a cambi di direzione.

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