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Dylan Dog 418: Sally – Recensione

Senti che fuori piove?
Senti che bel rumore…

L’incontro tra Dylan Dog e Vasco Rossi ha scatenato subito l’ira e la rabbia dei fan più accaniti e intransigenti dell’Indagatore dell’Incubo. Tutto questo, però, addirittura prima dell’effettiva uscita dei tre albi. In questi giorni ho potuto leggere Sally e il mio invito è a non perdersi in polemiche sterili ma a dare un’opportunità a questo “incontro” tra musica e fumetto.

Il compito di inaugurare il trittico di storie in omaggio a Vasco è toccato a Paola Barbato e Corrado Roi. Una squadra ormai ben collaudata e che confeziona un racconto ricco di spunti interessanti. Il prossimo mese uscirà Albachiara di Gabriella Contu e Sergio Gerasi, per finire con Jenny di Barbara Baraldi e Davide Furnò.

Inoltre, vi ricordo che ogni albo si presenta con una foliazione speciale e arricchito da 16 pagine extra con un’intervista di Luca Crovi a Vasco, i testi delle canzoni cui si ispira l’episodio, l’editoriale di Michele Masiero e, in questo albo, anche un redazionale di Tiziano Sclavi e uno di Davide Bonelli. Ma di cosa parla Sally?

Sally Blair ha appena litigato con il ragazzo e, come succede a ogni persona, dovrebbe sentirsi triste per quello che sta passando. In realtà sembra non provare nulla e inizia a pensare di essere morta! Così si rivolge a Dylan Dog, chiedendogli di indagare sugli eventi delle ultime ore. Il protagonista accetta pur dubitando della sanità mentale della ragazza, ma pian piano scoprirà l’esistenza di qualcosa di più grande e minaccioso che coinvolgerà anche la polizia di Scotland Yard.

Non vorrei svelarvi troppo della trama, che presenta diversi momenti di suspense e colpi di scena molto interessanti. Tutto parte dalla storia d’amore tra un ragazzo e una ragazza per prendere una piega molto più vasta, ricollegandosi all’ambito scientifico e alla psicologia. Ovviamente sono numerosi i riferimenti alla canzone di Vasco. La protagonista stessa ne recita alcuni versi mentre cammina solitaria per la strada e tocca a Corrado Roi rappresentarli visivamente con il suo solito stile sfumato e oscuro. La storia abbonda poi di “creature mostruose”, che hanno un ruolo ben preciso e prendono vita sulla tavola con forme quasi indescrivibili ma sempre terrificanti.

Sally Blair, come la protagonista della canzone di Vasco, sembra essere davvero in equilibrio sopra la follia. Non capisce cosa le stia succedendo ed è confusa, al punto da pensare di essere davvero morta, sentendo un vuoto totale dentro di lei. All’inizio dell’albo anche Dylan è smarrito, preso dalla cotta per una ragazza che non lo ricambia e l’assenza dei sentimenti di Sally può anche far pensare alla pochezza delle tante relazioni vissute dal protagonista. Al contrario di lei, Dylan sente sempre molto le storie d’amore (fugaci) che gli capitano, ma nel loro essere così brevi, lo lasciano ogni volta abbattuto e triste.

Per tirare le fila, la canzone è un pretesto e un punto di partenza dal quale la Barbato prende spunto per raccontare una storia d’amore diversa dal solito. Un racconto che vuole mostrare, estremizzando, come ci si possa sentire vuoti quando finisce una relazione. Chissà cosa ci riserverà Albachiara il prossimo mese, intanto vi invito ad andarvi a risentire la canzone per prepararvi al meglio!

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