Vivo: la recensione del film d’animazione Netflix

Il 6 agosto sarà disponibile su Netflix Vivo, il film d’animazione prodotto da Sony Pictures Animation. Il cartone animato continua la tradizione che vede giovani protagonisti maturare, in seguito a delle avventure fantastiche. Ciò che rende il film davvero unico sono le numerosissime canzoni. Infatti, i protagonisti si esprimono soprattutto cantando e suonando. Si tratta di brani inediti di Lin-Manuel Miranda, un artista poliedrico che ha vinto 4 Grammy. Nella versione italiana del film, le canzoni sono arricchite dalla voce di Stash, frontman dei The Kolors, che doppia il protagonista. Accanto a lui c’è l’attore Massimo Lopez, che parla e canta nei panni di un importante personaggio comprimario. Senz’altro, Vivo si può definire un film musicale.

Il cartone animato è uscito in Germania il 3 giugno 2021. In Italia, invece, sarà disponibile dal 6 agosto. In origine, era previsto che il film d’animazione facesse il suo debutto negli Stati Uniti, il 4 giugno. I piani sono cambiati a causa della pandemia. Kirk DeMicco, noto per i Croods, si occupato della regia dellla pellicola. Ha inoltre lavorato alla sceneggiatura insieme a Lin-Manuel Miranda e Quiara Alegrìa Hudes. Rich Moore, Lisa Stewart e Michelle Wong hanno prodotto il cartone animato computerizzato. Ecco il trailer del film. Per altre informazioni sul Vivo, vi consigliamo di leggere questo articolo.

Vivo: la trama

Il protagonista di Vivo è l’omonimo cercoletto, un piccolo animale dall’aspetto simile a una smimmietta. Quando era picccolo, Vivo è stato trovato dal suo amico umano Andrès. È singolare e divertente che i due personaggi non riescano a comunicare parlando. Vivo e Andrès si esibiscono in numeri musicali tutti i giorni, in piazza a L’Havana. La loro vita fatta di abitudini cambia quando il vecchio musicista riceve una lettera dalla famosa cantante Marta Sandoval, la donna di cui un tempo era innamorato. La lettera lo invita ad esibirsi a Miami insieme a lei. Da quel momento, la storia di Vivo avrà delle evoluzioni talvolta tragiche, talvolta avventurose e divertenti. La protagonista delle sue vicende è una canzone d’amore nostalgica che Andrès ha scritto per Marta, da giovane. La trama di Vivo ha un sapore malinconico e mostra la vera amicizia, a volte in modo inaspettato. Non mancano, però, dei momenti di ironia.

Vivo: la recensione

La storia di Vivo è abbastanza “classica”. La trama del film d’animazione è semplice, ma efficace. Come molti cartoni animati, Vivo assomiglia a un romanzo di formazione. Infatti, dopo un evento importante, il protagonista deve affrontare una serie di avventure che lo portano a maturare e a trovare il suo vero posto nel mondo. Nonostante ciò, alcuni personaggi riescono ad avere delle evoluzione del tutto inaspettate. Vi è, inoltre, un discreto grado di approfondimento psicologico dei protagonisti. Vivo prova delle emozioni elementari, ben centrate sulle situazioni in cui si trova. Un pubblico di bambini si può facilmente immedesimare in questo tipo di emotività. Il film porta in scena un bel messaggio di amicizia e dimostra che le peggiori difficoltà si possono superare.

Vivo è una cartone animato musicale. Le canzoni sono onnipresenti nella pellicola e ne fanno proseguire la trama, in modo divertente e originale. La storia di Vivo si lega strettamente alla musica e perciò è naturale che ci siano tanti intermezzi musicali. Tuttavia, a volte i testi delle canzoni non sono particolarmente rifiniti e, per stare a tempo con la base, contengono delle parole poco centrate sulla scena specifica del film. Il rischio è di banalizzarne la trama. Probabilmente, ciò si deve alla difficoltà di tradurre in italiano brani originalmente in inglese.

Il cartone animato è prodotto al computer, come quasi sempre avviene ai nostri giorni. La tecnologia permette di ricreare delle ambientazioni bellissime e uniche. Sono particolarmente notevoli le riproduzioni di Miami e L’Havana. L’aspetto dei personaggi è curato e divertente, talvolta caricaturale. Ad esempio, Vivo ispira tenerezza e simpatia, con il suo iconico cappello. In altri casi, la caricatura risulta forse un po’ eccessiva. Andrès sembra quasi stilizzato, con il suo mento a punta.

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