Dylan Dog 418 Bis: Qwertyngton – Recensione

In occasione dei festeggiamenti per gli 80 anni di Sergio Bonelli Editore, la casa editrice milanese ha deciso di proporre un albo extra per alcune sue serie storiche. I cinque numeri Bis (Dylan Dog, Tex, Nathan Never, Zagor, Dragonero) sono usciti nel corso del mese di luglio, insieme al numero “regolare”. La storia con protagonista l’Indagatore dell’Incubo è affidata alle valenti mani di Luca Vanzella e Luca Genovese. E il risultato è davvero ottimo.

Qwertyngton è una storia oltremodo bizzarra, ambientata in una realtà che sembra essere fuori dal tempo e dallo spazio. In seguito a una richiesta d’aiuto da parte di una madre, Dylan si mette alla ricerca di una ragazza che dovrebbe trovarsi nella cittadina di Qwertyngton. Il problema principale è che questa città sembra non esistere, o meglio esiste, ma non sempre nello stesso punto. Arrivato in paese, Dylan capirà che lì la vita scorre in modo diverso e che gli eventi surreali sono all’ordine del giorno. Riuscirà ad andarsene da Qwertyngton portando a compimento la sua missione o resterà intrappolato per sempre in questa bislacca realtà?

La trama del numero è piuttosto semplice e tutto ruota intorno a questa ricerca ossessionata di Dylan, che però appare impossibile e ostacolata dalla città stessa. Ogni volta che sembra aver fatto un passo avanti, l’Indagatore si scontra con la realtà che lo circonda e con la volontà della ragazza di rimanere a Qwertyngton. Vedere un uomo impiccarsi all’angolo della strada o una pioggia che crea nostri cloni vi sembrano cose surreali? Lo stesso non si può dire per gli abitanti della città che sembrano essersi abituati a questo stile di vita e sono felici di restare lì. Qwertyngton è una città che ti cattura e che, una volta entrato, difficilmente ti lascia uscire.

Forse ai lettori più esperti dell’Indagatore questa storia potrebbe ricordare alcuni albi scritti da Tiziano Sclavi. Il creatore del personaggio amava buttarlo spesso in situazioni surreali e nonsense, trasportando il lettore in una spirale di follia che spesso si concludeva in maniera del tutto inaspettata. Per quanto oggi gli albi di Dylan possano a volte presentare accenni a una sorta di “continuity”, gli autori si concedono in questo caso una storia fuori da ogni schema e slegata dal resto.

All’abilità di Vanzella nello scrivere una storia ricca di situazioni imprevedibili si aggiunge il tratto semplice ma sempre accurato di Genovese. Mi ha colpito subito il modo di disegnare il volto di Dylan, che appare quasi spigoloso e piuttosto diverso dal solito. La coppia ha già collaborato in passato su pubblicazioni Bonelli e non solo e costituisce ormai un team ben rodato. Il mio consiglio è di non perdersi questo albo bis, una lettura divertente e folle al punto giusto. Tra qualche giorno torneremo invece a parlarvi della collaborazione tra Dylan e Vasco con la recensione di Albachiara.

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Una lettura aggiuntiva molto interessante per tutti i fan dell’indagatore dell’Incubo. Qwertyngton è una storia oltremodo bizzarra, ambientata in una realtà che sembra essere fuori dal tempo e dallo spazio. All’abilità di Vanzella nello scrivere una storia ricca di situazioni imprevedibili si aggiunge il tratto semplice ma sempre accurato di Genovese. Consigliato!Dylan Dog 418 Bis: Qwertyngton - Recensione