Gli Uomini della Settimana 1 – Recensione

È possibile rimanere ogni volta a bocca aperta quando si legge un’opera di Alessandro Bilotta? A quanto pare sì! A fine giugno è uscito per Panini Comics il primo numero di Gli Uomini della Settimana, serie scritta proprio da Bilotta e disegnata da Sergio Ponchione, con i colori di Nicola Righi. Autore e disegnatore avevano già collaborato di recente sulle pagine di Mercurio Loi, forse la serie più rivoluzionaria nel panorama fumettistico italiano degli ultimi anni. L’aspetto più weird e bizzarro che la caratterizzava sembra essere molto presente anche in questa nuova storia.

Gli Uomini della Settimana sono un gruppo di eroi ed eroine che vivono in un periodo storico non ben specificato, ma che ricorda molto l’Italia del presente. La loro missione principale è combattere il crimine utilizzando i poteri che hanno. E fin qui vi sembrerà una storia piuttosto usuale. Tra i membri del supergruppo troviamo Alter, capace di creare dei duplicati di se stesso, o Puah!, il cui potere sembra essere quello di far comparire pois su persone o cose. Un’abilità non proprio comune direi e dalla dubbia efficacia! Inoltre, la loro nemesi principale è l’Invisibile, questa entità (?) che non si riesce a vedere ma che sembra tramare sempre alle loro spalle. La morte di un eroe porterà scompiglio tra i protagonisti già dilaniati da problemi personali e starà a loro cercare di trovare un colpevole.

C’è un confine molto sottile tra realtà e finzione nel mondo in cui si muovono i personaggi. Sembra che molti di loro fingano di avere raggiunto una notorietà e un plauso del pubblico che, in realtà, è solo nelle loro teste. Uomini e donne dall’ego smisurato che non vogliono accettare la verità. Finiscono così a fare interviste di fronte a uno studio televisivo senza pubblico o a partecipare a inaugurazioni in centri commerciali vuoti. Anche il concetto di crimine o delitto viene completamente stravolto e affrontato in maniera straniante. Di conseguenza, riempire di pois il poster di una celebrità fittizia scatena l’ira dei fan della ragazza, disposti a vendicarsi in maniera violenta dell’eroe come se si fosse trattato di un grande atto criminale.

L’aspetto estetico e l’arte in generale sono due elementi cardine di questa storia. La morte stessa finisce per diventare un’installazione artistica, in una sorta di macabro gioco che non risparmia nessuno, vivo o morto. Come ogni eroe o eroina che si rispetti, tutti hanno poi un preciso abbigliamento che li contraddistingue e li rende subito riconoscibili. Ripensando ad altri fumetti, tranne forse il caso di Batman, il cui scopo è nascondersi nell’ombra e incutere timore, la maggior parte dei super hanno sempre costumi colorati che, nel mondo reale, farebbero quasi ridere. Gli Uomini della Settimana, Puah! in primis, continuano questa tradizione e anche Aquila, pur nel suo vestire più classico, ricorda gli eroi di guerra alla Rocketeer o simili.

Dal punto di vista della trama è ancora difficile sbilanciarsi. Si vede quanto Bilotta, come già in Mercurio Loi, non voglia premere l’acceleratore sulla storia, ma presentarci pian piano tutti i personaggi dedicandogli il giusto tempo. Si alternano, quindi, scene che ci mostrano la vita dei singoli eroi a scene di gruppo, con tante gag e momenti divertenti. Il tono così sgangherato e folle che sottostà a tutta la storia fa sì che anche i momenti tragici risultino quasi comici.

Il tratto di Ponchione è davvero perfetto per questo tipo di narrazione e viene esaltato ancora di più dai colori molto vivaci di Nicola Righi. I personaggi sono sempre super espressivi e questo li rende ancora più ridicoli e grotteschi in alcune pagine. In particolare, il disegnatore da il meglio di sé ricorrendo a trovate geniali quando gli eroi devono utilizzare i loro poteri.

Gli Uomini della Settimana si inserisce nel solco di un lavoro di decostruzionismo della figura dell’eroe che tanti grandi autori hanno affrontato nel corso degli anni. Bilotta si dimostra all’altezza dei suoi predecessori e affronta il tema in maniera originale con una storia ironica e ricca di spunti interessanti che abbiamo solo potuto intravedere in questo primo numero (di tre). Si vede come l’autore abbia dietro di se una grande cultura fumettistica che gli consente di prendere alcuni topoi del genere e di stravolgerli per metterli al servizio dei concetti che vuole trasmetterci. Una grande prova per il team creativo e una storia che saprà riservarci tante sorprese. Non vedo l’ora di leggere il secondo numero! Grazie anche a Panini Comics per aver creduto in questa serie.

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