L’Acchiapparane – Recensione

Su NerdPool vi abbiamo parlato tante volte di Jeff Lemire, autore canadese dal grande talento che ha saputo realizzare nel corso degli anni opere diverse, ma ogni volta superapprezzate dal pubblico. Nel mio piccolo sono sempre stato un estimatore dello scrittore sia nelle serie lunghe che nell’ambito del graphic novel. Proprio in questi giorni è uscito per Bao Publishing l’ultimo suo racconto da autore completo, L’Acchiapparane, ulteriore conferma della straordinaria creatività di Lemire.

Qualche giorno fa, vi ho presentato la recensione del terzo volume di Ascender. Ecco, allo stesso modo in cui riesce a incantarci parlandoci di robot e magia, così ci fa emozionare e piangere raccontandoci la storia di un semplice uomo e della sua passione per le rane. La storia si apre con un bambino intento ad acchiappare rane per gioco in un ruscello vicino casa. Dopo poco però l’attenzione si sposta su un anziano signore, ospite di un misterioso hotel sul mare dal quale sembra impossibile uscire. Non è però l’unico abitante della struttura. Con lui c’è un ragazzino che sta cercando di sfuggire a Re Rana. Chi sono questi personaggi e quello che sta accadendo davanti ai nostri occhi è la realtà o solo il sogno di qualcuno?

L’Acchiapparane è una storia che cattura e che si divora in pochissimo tempo. Tutta la prima parte del fumetto è muta, quindi sta a noi lettori prenderci il tempo per fermarci su ogni singola tavola e seguire l’avanzare della vicenda. Il tratto sporco delle matite di Lemire, più abbozzato e impreciso in alcuni elementi, diventa più preciso quando si tratta di raffigurare i volti e trasmettere così quello che stanno provando i personaggi. Lo smarrimento e la confusione sono emblematici dell’uomo anziano, inconsapevole inquilino dell’Edgewater Hotel. Così come la concentrazione, la soddisfazione o la frustrazione sono evidenti nel piccolo acchiapparane delle prime pagine.

Magistrale il modo scelto da Lemire per collegare i vari piani temporali della storia con trovate stilistiche sempre originali, che giocano con il disegno e permettono di creare una narrazione unitaria, senza attimi di stacco. Inoltre, anche il colore ha un ruolo ben preciso nella struttura dell’opera perché ci permette di distinguere alcuni momenti ben specifici dal resto del racconto.

L’autore ci accompagna in un viaggio onirico, al di fuori del tempo, che si rivela pian piano per quello che è realmente. Insieme al lettore, anche il protagonista si rende conto di quello che sta vivendo e capisce di non avere altra scelta che seguire il percorso fino in fondo. Il bambino è così una sorta di Virgilio, che spiega all’uomo il contesto nel quale si trova e che lo accompagna e protegge lungo la via.

Alla base del racconto c’è una forte riflessione sulla vita e sui momenti che precedono la morte, temi già affrontati in passato da Lemire. Mi è capitato di sentire molte persone criticare la ripetitività di certi argomenti o atmosfere nei graphic novel dello scrittore. A mio parere, il suo grande pregio sta proprio nel saper declinare il tema con sfumature sempre inedite e con elementi aggiuntivi che lo rendono ogni volta interessante.

Dunque, anche stavolta mi sento di promuovere a pieni voti il lavoro dello scrittore e vi consiglio di non perdervi il volume. Ringraziamo anche Bao che continua a proporci queste piccole gemme, oltre alle sue serie più blasonate! I prossimi appuntamenti ci riporteranno nell’universo di Black Hammer, con altre storie inedite, nell’attesa di nuove opere in veste di autore completo.

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L'Acchiapparane è una storia che cattura e che si divora in pochissimo tempo. Magistrale il modo scelto da Lemire per collegare i vari piani temporali della storia con trovate stilistiche sempre originali e il sapiente uso dei colori in momenti topici del racconto. Un'altra grande prova da autore completo per lo scrittore canadese che vi farà riflettere ed emozionare e che non dovete assolutamente perdervi!L'Acchiapparane - Recensione