La Casa di Carta – Parte 5: Volume 1, recensione degli episodi 3-5

Ieri, venerdì 3 settembre, La Casa di Carta – Parte 5: Volume 1 ha debuttato su Netflix. Qui trovate la recensione dei primi due episodi. In totale sono disponibili sulla piattaforma streaming 5 puntate della quinta parte. Per vedere la restante metà, invece, dovremo aspettare il 3 dicembre, quando uscirà il Volume 2. Ecco la recensione senza spoiler degli episodi dal 3 al 5.

La scelta di Stoccolma

All’inizio del terzo episodio, Stoccolma deve fare una scelta decisiva: salvare la vita di Arturo e risparmiare la sua coscienza o tutelare il resto della banda. Non è la prima volta che vediamo Monica a disagio con la sua nuova vita da criminale. Più volte – durante il colpo alla Banca di Spagna – Stoccolma sembra ancora legata alla persona che era prima di conoscere Denver, la segretaria fedele di Arturo. Inoltre, è preoccupata per il destino del figlio qualora il colpo non andasse a buon fine. Seppur le sue difficoltà sono comprensibili, Stoccolma è l’anello debole del gruppo. Che il Professore abbia sopravvalutato la sua capacità di rimanere concentrata? Stoccolma stessa sembra pentita di aver preso parte alla rapina.

L’assenza di un piano preciso

Per la prima volta in La Casa di Carta, la banda dalle tute rosse non ha un piano preciso da seguire. L’ingresso dell’esercito ha spiazzato i piani del Professore, che per la maggior parte del tempo non può comunicare con i rapinatori. L’assenza di una strategia porta a pensare che nella Banca di Spagna ogni istante potrebbe essere l’ultimo. La tensione aumenta ancora rispetto ai primi due episodi. Le scene di azione sono molte e spettacolari. È difficile immaginare che i protagonisti sopravvivano a degli scontri armati così violenti con soldati esperti e spietati. Ormai la squadra è decimata e indebolita. Difficilmente il colpo avrà un esito positivo, a meno che il Professore non inventi improvvisamente una soluzione geniale. I membri della banda sembrano destinati a cadere, immolandosi per gli ideali di libertà in cui credono.

Come fratelli

Uno degli aspetti più apprezzabili degli episodi 3-5 è la solidarietà tra i rapinatori. A questa caratteristica già presente nei primi due episodi si aggiunge il desiderio di non mentire più, come in prossimità di un addio. Attori come Miguel Herrán, Jaime Lorente e Úrsula Corberó dimostrano delle ottime capacità interpretative, anche al di fuori delle scene d’azione. Denver definisce Tokyo “sua sorella”. Palermo rischia la vita per aiutare Helsinki. Tuttavia, ciò non rende le puntate eccessivamente sentimentali, in quanto il contesto è la guerra. L’umanità contraddistingue i rapinatori rispetto all’esercito e alla polizia.

Nella storyline dedicata al Professore, non mancano i colpi di scena. Sebbene in modo molto diverso dai suo compagni, anche lui dà prova di una grande umanità. Accantona le ostilità con l’ispettrice Sierra e mette a disposizione tutte le sue conoscenze per salvare una vita. Un montaggio eccellente mette a confronto le vicende del Professore e quelle della banda. L’effetto risulta estraniante e molto d’impatto.

I flashback sul figlio di Berlino

I flashback senza dubbio spezzano la tensione dei combattimenti e delle sparatorie. Le vicende di Berlino e di suo figlio Rafael proseguono come un romanzo di formazione. Con un piano relativamente semplice ma accattivante, il giovane uomo – nonché gli spettatori – comprende meglio la filosofia di vita del padre. A differenza di altri flashback, però, questi sono meno legati alla storia principale e perciò non risultano molto incisivi. Nell’ultima Parte di La Casa di Carta ogni istante è pensato e definito. Molto probabilmente la storia di Rafael si ricollegherà con la trama principale nel Volume 2, contribuendo alla conclusione della serie.

I flashback dedicati a Tokyo

Tokyo è la protagonista indiscussa di questi tre episodi. I flashback riguardanti la sua storia d’amore con René aggiungono un filtro poetico a delle puntate caratterizzate dall’azione. Ad esempio, viene spiegato perché la donna continua a chiamare il defunto criminale l’amore della sua vita, anche dopo aver intrapreso una relazione con Rio. Infatti, Tokyo dice di aver vissuto più vite. Poi, i flashback si spostano più avanti nel tempo. In una di queste scene, Alba Flores torna nei panni di Nairobi. Un volto tanto familiare non poteva mancare nel Volume 1. Anche in questo caso, la profondità e la malinconia contraddistingue il suo breve ritorno.

Nel terzo episodio, vengono dedicati dei flashback anche a Manila. Il personaggio è entrato lentamente a far parte della banda. Giustamente conosciamo meglio il suo passato, anche se i flashback dedicati a lei sono – almeno in parte – sono soffocati dall’incalzante storia principale.

In generale, gli episodi dal 3 al 5 della quinta Parte sono ben riusciti, anche se di livello appena inferiore rispetto ai primi due. Il Volume 1 ha messo le basi per la fine di La Casa di Carta, in modo tragico e drastico. L’adrenalina tiene sulle spine gli spettatori. D’altro canto, anche i villain contribuiscono a rendere la trama imprevedibile. Il ritorno di Gandia tra le fila dell’esercito, invece, era immaginabile anche se è stato piuttosto precoce. Solo qualche ora prima l’uomo era in punto di morto a causa delle sue ferite.

La Casa di Carta – Parte 5, Volume 1 è ora disponibile su Netflix.

Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti e non dimenticate di iscrivervi alla nostra pagina Facebook per rimanere aggiornati su Film e Serie TV.

CORRELATI

Gli episodi dal 3 al 5 sono caratterizzati dall'adrenalina. Le numerose scene d'azione sono di livello. Tuttavia, si sente la mancanza di un solido piano che guidi i rapinatori. I flashback approfondiscono i personaggi poeticamente. Ci sono diverse trame ma sono tutte unite dall'umanità e dal desiderio di libertà dei protagonisti. La Casa di Carta si avvia alla conclusione con il suo stile inimitabile. La Casa di Carta - Parte 5: Volume 1, recensione degli episodi 3-5