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King’s Bounty II: la recensione immersa nel medioevo!

King's Bounty II si pone l'obiettivo di rivoluzionare la serie, rendendola più vicina ai canoni odierni dell'open world.

Con l’arrivo del secondo capitolo della serie King’s Bounty, ci si aspettano grosse novità, accompagnate da una grande rielaborazione di quella che è una serie iniziata con il primo titolo targato 1990. Benché da allora siano cambiate non poche cose, King’s Bounty 2 è senz’alcun dubbio un titolo che ringiovanisce la serie di cui fa parte.
Nel corso degli anni, abbiamo avuto modo di vedere una vasta serie di titoli dedicati alla saga anche se, non ci sono sembrati particolarmente rivoluzionari. Si è infatti sempre trattato di una sfilza di titoli in linea con quella che era l’idea di base della serie: i combattimenti a turni, sono la portata principale tipica di una serie che però non osa troppo, anche se prova comunque a migliorarsi tra un titolo e l’altro.

Forgia il destino di un regno!

Con King’s Bounty 2, ci ritroviamo di fronte a quella che si può considerare la miglior versione della serie, anche se alcune aspettative tendono a lasciare l’amaro tra le labbra dei neofiti. Per chi conosce King’s Bounty, il secondo capitolo è un gran salto in avanti, con cinematiche, avventure e combattimenti che intrigano i giocatori, trasportandoli in un mondo fantasy-medievale tipico dei titoli videoludici più tradizionali.
Di questo passo però, il gioco in questione fatica a soddisfare le esigenze di un pubblico odierno che fino ad allora, non si era mai accostato alla serie. Benché King’s Bounty 2 appartenga al genere d’avventura, è difficile per un giocatore fare distinzione sin dal principio con l’open world, ne peccano le premesse fatte dallo studio russo 1C Company. Non c’è dubbio, rispetto ai titoli precedenti, il secondo capitolo canonico azzarda un po’, con villaggi tipicamente medievali e città che ricordano i modelli tipici delle produzioni più famose, da Bethesda passando per Obsidian fino ad arrivare a CD Projekt Red. È innegabile quanto certi titoli siano stati d’ispirazione per i giochi futuri ma d’altro canto, King’s Bounty 2 non si fa certo pregare in materia di originalità e innovazione.

Un cavaliere è sempre fedele al suo giuramento!

In un’epoca risalente all’anno 320, definito come Anno della Prosperità, un eroe è chiamato a salvare il regno di Nostria, sul ciglio di una crisi: il re è stato avvelenato ed il protagonista dell’avventura, è stato rinchiuso in un forte a nord poiché è egli stesso sospettato di regicidio. Tutto ha inizio con la sua scarcerazione voluta dal figlio del re il quale, lo convoca accompagnato dall’ordine nella capitale Marcella. La possibilità di riscattarsi si fa viva ora, grazie ad un compito finalizzato alla scoperta dei segreti di una misteriosa “malattia” alla quale porre fine, per riportare la pace nel regno di Nostria.
Come dicevamo anche in precedenza, la caratteristica principale di King’s Bounty 2 è il combattimento a turni: non si avrà mai modo di combattere con il proprio personaggio giacché egli, ricoprirà tradizionalmente il ruolo di comandante. Egli potrà in alcuni casi, utilizzare magie di supporto per aiutare il proprio esercito il quale, si muoverà tra uno slot e l’altro per attaccare tatticamente i propri nemici, in base alle armi di cui dispongono e se ci si approccia con un combattimento a distanza o ravvicinato.


Rimanendo sempre legati alla tipicità e alla tradizionalità della serie, il titolo non si preannuncia di certo come un’opera rivoluzionaria dell’epoca attuale. Senz’alcun dubbio, non si era mai visto prima nella serie un capitolo così innovativo d’altro canto, non convince certamente chi è abituato ad immergersi nelle avventure di Geralt di Rivia o del Sangue di Drago! L’approccio è completamente diverso, con un sistema di movimento che non fa gioire qualunque giocatore, ma fondamentalmente utile solo all’esplorazione, al crafting e ai potenziamenti che si possono trovare in giro per il mondo di gioco, o da acquistare tranquillamente da un mercante in città. Giacché dunque la fase di combattimento è sostanzialmente a turni, non si ha alcun modo di affrontare i pericoli che si possono celare nelle lande desolate o all’interno di un dungeon, con un combattimento corpo a corpo: il che lo si può considerare un bene, data la scarsa mobilità del personaggio, finalizzata solo ed esclusivamente all’esplorazione e al potenziamento del nostro main e delle sue truppe.
Detto ciò, le statistiche e l’equipaggiamento del nostro personaggio, influenzeranno la fase di combattimento, con bonus difensivi e offensivi dettati dall’armatura e dalle armi del nostro eroe. Ancora in merito all’esplorazione, il nostro protagonista potrà muoversi anche più rapidamente tra un luogo e l’altro, grazie ad un cavallo che potrà richiamare all’occorrenza, specie quando si presenta l’occasione di rivendere oggetti o potenziare sé stesso ed il proprio esercito.

È sempre una buona occasione per ammirare il paesaggio!

C’è da apprezzare inoltre, il modo in cui sono strutturati gli ambienti e le cittadine di King’s Bounty II: sebbene il numero di case e di abitanti è pressoché limitato, la disposizione delle strutture è egregiamente curata con la rocca nel punto più alto, seguite dalle abitazioni nobiliari, poi le taverne ed infine, alla base, il sobborgo rurale con strade in terriccio che ci guidano presso fattorie, borghi marittimi e grotte poco più distanti dalla capitale Marcella. La cura nei dettagli dell’ambientazione, risiede fondamentalmente in un rifugio più medievale, rispetto ad un fantasy sfarzoso dove le armature dei soldati sono piuttosto semplici, senza ricorrere a decorazioni eccessivamente principesche o di tipo leggendario, con una base per lo più storica.

Affronta ogni insidia grazie ai tuoi valorosi soldati!

King’s Bounty II prova sì ad azzardare il passo verso l’open world, ma somiglia più a The Witcher 2 dove la mappa si divide in macro aree non necessariamente esplorabili tra un capitolo e l’altro, ma lo spostamento tra una zona e l’altra ricorda più lo stile del terzo capitolo di CD Projekt Red.
I tesori nascosti all’interno dei dungeon, sono infatti celati al radar e appaiono solo quando il personaggio passa nelle vicinanze. I nemici sono pochi, i combattimenti non sono casuali e avvengono solo in zone specifiche, questo perché l’impostazione tattica degli scontri richiede delle mappe ben studiate per evitare problemi e sbilanciamenti. I percorsi sono inoltre lineari (il personaggio non può saltare) e di conseguenza si possono esplorare solo strade ben predisposte, un limite che se da un lato evita ricerche asfissianti, da un altro ci rendiamo conto che una mappa ricca in ogni angolo, non ha mai stancato nessuno. Per questo motivo è difficile non pensare che determinati limiti sono imposti da un budget che però, è stato usato dal team russo come meglio lo si poteva sfruttare.
Anche dalle quest inoltre, emerge l’intento di King’s Bounty II di dare una rinfrescata alla serie, secondo i canoni odierni dettati dai più apprezzati open world. Abbiamo infatti una quest principale che ci invoca il più disperato degli aiuti, in un’urgenza affiancata da un numero notevole di missioni secondarie, che incorniciano una storia asciutta e lineare, di una sceneggiatura che non azzarda troppo. Le scelte da fare sono sostanzialmente due, senza troppe possibilità e varianti, concedendoci il modo che consideriamo più adatto al completamento della quest, con conseguenze che poi ricadranno su quella principale o sulle missioni secondarie successive, rendendo ogni compito subordinato all’altro.

E voi, avete già messo le mani su King’s Bounty II? Siete grandi appassionati della serie videoludica in questione o dei neofiti? Fatecelo sapere nei commenti e continuate a seguirci su Nerdpool.it.

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Un fantasy-medievale che riesce senz’alcun dubbio nell’intento di ringiovanire la serie di cui fa parte, benché alcuni dei canoni odierni incentrati sull’open world, non hanno trovato spazio in un’opera che non abbandona il tradizionale combattimento a turni. L’esplorazione plastica dettata da movimenti finalizzati alla sola esplorazione, senz’alcun combattimento occasionale, lascia i giocatori all’interno di un mondo privo di pericoli, se non quando ci si imbatte in zone specifiche, predisposte per lo scontro. Gli ambienti e gli scenari aspirano fedeltà dal punto di storico, esprimendo un fascino invidiabile sin dal primo sguardo che viene concesso a città e villaggi, grazie alla disposizione delle case e delle numerose strutture caratterizzano il mondo di gioco in King’s Bounty II.King's Bounty II: la recensione immersa nel medioevo!