Y: L’Ultimo Uomo 1×03, la recensione no spoiler. Le prime tre puntate promettono colpi di scena per tutta la serie

Con le prime tre puntate di Y: L’Ultimo Uomo, Disney + dimostra di aver portato sul piccolo schermo un altro prodotto di qualità che sa porre i giusti interrogativi senza mai perdere nella narrazione

Avete presente quando assaggiate un piatto ed all’inizio non capite se quello che state mangiando vi piaccia o meno? Bene, perchè con Y:L’Ultimo Uomo questo dubbio non vi verrà.

Y: L’Ultimo Uomo non solo donne

Come già annunciato nella prima puntata, il ruolo femminile risulta predominante e non solo per i fini della trama.

Y:L’Ultimo Uomo ha palesemente l’ambizione di mostrare un Mondo non tanto senza uomini (il protagonista è la chiara dimostrazione di quello che sto dicendo, scimmia compresa) ma di una società che veda le donne farsi carico della responsabilità del potere a 360 gradi.

La sfida narrativa, a questi punti, diventa saper inquadrare questo nuovo mondo con una chiave differente per evitare che l’interpretazione dei personaggi al femminile risulti la stessa se fossero stati uomini e, al momento, sta funzionando.

Y: L’Ultimo Uomo in rosa… scuro

E’ difficile dire se la cosa fosse voluta o meno, ma nell’interpretazione dei personaggi alcune scene sono venute con un sottofondo talmente particolare e di “genere” che l’impressione di un già visto (inevitabile vista la tematica post apocalittica già ampliamente approfondita in questi decenni) esiste ma avviene con un tocco diverso e quasi…nuovo.

Tra le particolarità, la sensazione per tutte le puntate che a causa della mancanza della parità di genere protratta nella Storia, la società sia talmente plasmata sulla figura maschile da risultare quasi ostile ad un modo di gestire le cose con una conduzione differente.

Si ha la sensazione che gli uomini continuino a mantenere le leve del potere anche da morti.

Y: L’Ultimo Uomo tra Repubblicani e… post apocalittici

Y: L’Ultimo Uomo riporta in auge un concetto spesso abbandonato dalla fantascienza post apocalittica, ovvero che nel nuovo presente alcune tracce del passato possano rimanere.

In generale, per spiegare il concetto, si proietta il messaggio che nel nuovo mondo post apocalittico tutto possa essere diverso (sia in peggio che in meglio), come se l’evento catastrofico di turno possa essere una forma di “reset catartico”.

Invece, in Y: L’Ultimo Uomo, si possono vedere tantissime tracce del passato sia nei comportamenti che nelle divisioni politiche e sociali, suggerendo come sia impossibile dimenticare più di 2000 anni di storia. In tal senso, molto azzeccati i continui riferimenti alla divisione tra Repubblicani e Democratici (già adattati al nuovo mondo?) che appaiono volutamente insignificanti nel nuovo mondo allo spettatore ma così care, quasi abbracciate come fossero un’ancora di sicurezza, da alcuni personaggi.

Y: L’Ultimo Uomo con buone marce e tanta ambizione

Se possiamo dire che con le prime tre punte ci siamo, rimangono molti interrogativi sui prossimi passi. L’idea è buona già dai tempi del fumetto ma il suo sviluppo non sarà semplice.

Alcuni eventi narrativi, che in fumetto possono avere un tipo di resa, non è detto che sullo schermo (grande o piccolo che sia) abbiano lo stesso impatto.

Le premesse sono buone anche grazie a degli attori estremamente azzeccati, anche se qualche scena è risultata tra il comico ed il surreale, senza capire se fosse intenzionale o meno.

Sicuramente, Y: L’Ultimo Uomo ha molto da dire e, se verrà mantenuto lo scheletro attuale, saprà regalare ottime puntate e stagioni.

CORRELATI

Se possiamo dire che con le prime tre punte ci siamo, rimangono molti interrogativi sui prossimi passi. L'idea è buona ma il suo sviluppo non sarà semplice.Y: L'Ultimo Uomo 1x03, la recensione no spoiler. Le prime tre puntate promettono colpi di scena per tutta la serie