Una puntata che comincia a mettere dei punti fermi nella narrazione di Y: L’Ultimo Uomo, con un focus particolare sulle debolezze dell’animo umano
Come avevamo già visto nella recensione precedente, le basi che sono state poste per lo sviluppo del telefilm avevano l’aria di essere decisamente solide, con dei focus interessanti.
Questa sensazione, in questa quarta puntata de Y: L’Ultimo Uomo, si rafforza ulteriormente grazie ad una scelta molto interessante: mostrare la fragilità umana senza filtri da supereroe.
Y: L’Ultimo Uomo al di là dello sviluppo degli eventi, che per alcuni aspetti non dice molto di più rispetto ad altri prodotti, decide di mettere un forte accento sulla natura umana in situazioni estreme con una schiettezza incredibile.
Per quanto vi siano figure che ricadono negli stereotipi più classici per prodotti del genere, vi sono almeno due o tre scene dove l’umanità viene mostrata per quello che spesso è nella normalità della vita, con casi di empatia affiancati a momenti di distacco o crudeltà.
Mancano, ad ora, gli estremismi in favore di quell’atteggiamento già registrato nelle scorse puntate: persone normalissime con reazioni assolutamente credibili in un contesto estremo.
Ulteriore aspetto da rimarcare, questa volta legato alla sviluppo degli eventi, per quanto effettivamente lungo un tracciato tutto sommato classico, bisogna però enfatizzare la scelta della tecnica del “ricongiungimento” tra vari personaggi inizialmente ubicati in posti diversi.
Il loro ricongiungimento, potrebbe portare a degli sviluppi davvero interessanti.