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Strappare lungo i bordi: la recensione della serie Netflix di Zerocalcare

A volte le parole sono superflue e non riescono ad esprimere o trasmettere al meglio l’essenza delle cose, come superflue e ridondanti risulterebbero le parole usate per descrivere Strappare lungo i bordi, che di superficiale non ha nulla.

Strappare lungo i bordi: la recensione della serie Netflix di Zerocalcare

La nuova serie animata di Netflix dà un’ulteriore conferma del talento di Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, che attraverso i suoi fumetti si è da sempre dimostrato un maestro nel raccontare con ironia e allo stesso tempo profonda e cruda realtà coinvolgenti storie.

In soli sei episodi, probabilmente unica pecca della serie, il protagonista Zero, giovane trentenne romano che noi tutti conosciamo attraverso i fumetti, racconta un difficile momento della sua vita che lo ha inevitabilmente segnato, dando però spazio ad una serie di eventi narrati con leggerezza e umorismo.
Ogni episodio, in circa venti minuti, contiene varie digressioni verticali all’interno del racconto principale che vedo Zero e i suoi amici Sarah e Secco partire per un viaggio ricco di significato.
La serie affronta diversi temi, dalla ricerca di se stessi, al senso di impotenza ed incompletezza di fronte all’immensità della vita, davanti alla quale “non siamo altro che fili d’erba in un vasto prato“.

L’inconsapevolezza dell’essere

Zero, accompagnato dalla sua coscienza rappresentata da uno schietto Armadillo con la voce di Valerio Mastandrea, ritrae il tipico millenial costantemente alla ricerca del suo posto nel mondo, in una società che sembra solo pronunciare sentenze e non comprenderlo.
In un vortice di ansia, senso di colpa e paura del giudizio, Zero affronta un viaggio fisico ma anche e soprattutto interiore, dalla giovinezza all’età adulta, convinto di dover seguire quella linea tratteggiata alla quale ognuno di noi è destinato.

Strappare lungo i bordi

Strappare lungo i bordi è una serie intima e toccante, non è l’opera che stavamo cercando ma di certo quella di cui avevamo bisogno. Capace di condurti su una montagna russa di emozioni, in cui ci si trova dapprima a ridere sguaiatamente e un minuto dopo, con un polpo alla gola, ritrovarsi immersi in una valle di lacrime inarrestabili.

Sprofondare in un bingewatching non risulta dunque difficile o impegnativo, bensì pare inevitabile e anzi consigliato per riuscire a godersi appieno la serie senza uscire dal mood creatosi.
Numerose sono le citazioni alla cultura pop e altrettanti gli easter egg che ogni buon nerd coglierà e apprezzerà sicuramente.

Una serie da non perdere

Strappare lungo i bordi parla di Zerocalcare ma anche di ognuno di noi, di un’intera generazione che affronta le sue stesse paure e difficoltà, cercando di non far pesare la propria apparente inadeguatezza su chi ci circonda, finché si riesce, anche se purtroppo non tutti riescono…

Con intelligenza e padronanza Zerocalcare dà vita con Netflix ad uno dei migliori prodotti Italiani, se non Il miglior prodotto italiano, presenti sulla piattaforma e ci ricorda che va bene anche se a volte strappiamo il foglio fuori dai bordi, facendoci capire e accettare che si può vivere anche con le forme frastagliate, perché alla fine stringendosi insieme attorno ad un fuoco ogni pezzo di carta è buono per scaldarsi.

E adesso…annamo a pija un gelato?

Voi cosa ne pensate?
Avete visto questa serie o la vedrete?

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Trailer “Strappare lungo i bordi”

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Strappare lungo i bordi è una serie emotivamente coinvolgente, profonda e divertente. Con intelligenza e padronanza Zerocalcare dà vita con Netflix ad uno dei migliori prodotti Italiani, se non IL migliore, presenti sulla piattaforma. Un viaggio fisico ed interiore che tocca ognuno di noi e di fronte al quale risulta impossibile non commuoversi.Strappare lungo i bordi: la recensione della serie Netflix di Zerocalcare