Jurassic World: in attesa del prossimo capitolo, Jurassi World: Dominion, facciamo il punto sul dove siamo e sul come ci siamo arrivati

Mentre l’attesa per Jurassic World: Dominion aumenta di giorno in giorno, facciamo la panoramica di una delle saghe più in salute al momento

Jurassic World: Dominion, prossimo capitolo della saga iniziata nei primi anni ’90, segnerà sicuramente uno spartiacque non solo per una delle saghe più longeve nel panorama cinematografico, ma probabilmente anche nel mondo cinematografico stesso.

Può sembrare un commento roboante, probabilmente eccessivo, ma l’utilizzo sapiente del revival degli anni ’90 (in espansione dopo aver attinto agli anni ’80) unito alle novità dei tempi d’oggi, ha saputo dare nuova linfa.

Quando i secondi capitolo erano sinonimo di crescita

Dopo il secondo capitolo di Jurassic Park, Jurassic Park: il Mondo Perduto, ci trovavamo in una situazione molto simile a quella già incontrata con le uscite di Terminator 2: il Giorno del Giudizio e di Aliens: Scontro Finale.

Due capitoli di saghe molto diverse tra loro ma che avevano un elemento comune, ovvero aver sfornato dei sequel che seppero sedurre e convincere gli spettatori ancora di più rispetto ai rispettivi primi capitoli.

Le motivazioni furono diverse. Innanzitutto i registi avevano già la stoffa dei fuori classe, in alcuni casi già affermati, ed in altri con questi film utilizzati come trampolino di lancio (vedi James Cameron).

La seconda motivazione va ricercata nei processi tecnologici. Oggi può suonare strano, ma nei primi anni 90′ quello che venne portato sui grandi schermi ebbe l’effetto che molti di noi provarono durante le prime visioni con le pellicole in 3D. L’utilizzo degli animatronics e dei primi effetti computerizzati, rivoluzionarono in maniera permanente il modo di fare il Cinema.

La terza motivazione fu la capacità d’intercettare delle tematiche presenti nella coscienza collettiva, come le scoperte legate al DNA ed alla clonazione e le prime esplorazioni spaziali, portando sugli schermi le paure e le incertezze della società occidentale che si affacciava al 21° secolo.

Questo era il contesto con cui si arrivò ai terzi capitoli sia per Alien (ne parliamo qua) che per Terminator con risultati estremamente deludenti. Jurassic Park incontrò le stesse difficoltà delle sue saghe cugine.

Jurassic Park

Jurassic Park 3: il film che poteva segnare la fine di una saga

Così come le motivazioni per spiegare il successo dei secondi capitoli non possono essere derubricare ad un semplice “Perché era bello”, lo stesso approccio dobbiamo utilizzarlo anche per i problemi che Jurassic Park 3 incontrò dopo il suo rilascio sui grandi schermi.

Era il lontano 2001 (vent’anni fa. Lo sò, fa male).
Il film uscì carico di aspettative, probabilmente troppe, ma il biglietto da visita era effettivamente di quelli da grande evento. Il regista non era più Steven Spielberg (voci maligne dicono che avesse fiutato il rischio del flop) ma comunque rimase nella plancia di comando con il ruolo di produttore esecutivo. Il nuovo regista, Joe Johnston, era comunque il delfino dello stesso Spielberg, quindi l’idea era quella di una continuità garantita.

Lo stesso cast era sinonimo di garanzia, con dei ritorni importanti come quelli di Laura Dern e Sam Neill. Tutto sembrava pronto ed inevitabile per un nuovo rilancio, ma non andò così.

Gli incassi furono buoni ma il film venne affossato dalla critica, con accuse di superficialità della trama e mancanza di spessore. Addirittura, il film vinse la nomination durante i Razzie Awards del 2001 come peggior remake o sequel. La fama di Jurassic Park rimase intatta per i primi due capitoli, ma i sogni di un possibile nuovo quarto film tramontarono. O almeno, calò il buio fino al 2015.

Jurassic Park III

La rinascita dei Dinosauri con Jurassic World

Se fin qua la saga di Jurassic Park poteva essere un ricalcare delle vicende di Alien e di Terminator, fu l’arrivo di Colin Trevorrow e la presenza di Chris Pratt che segnarono la svolta.

Steven Spielberg mantenne il ruolo come produttore esecutivo, ma già nel trailer di Jurassic World si potevano vedere alcune differenze rispetto al terzo capitolo: si era deciso di osare ma soprattutto di regalare ai fan quello che si aspettavano dal 1993 e che non trovarono nella terza pellicola: il Parco aperto ai turisti.

“Benvenuti al Jurassic World”

Quando il film uscì nel 2015, l’esito fu totalmente diverso dal 2001. Il successo della critica e gli incassi (1,6 miliardi di dollari) convinsero tutta la produzione che l’obiettivo era stato raggiunto e che il vento fosse tornato a soffiare per il verso giusto. Una nuova trilogia poteva trovare la luce. Ma la vera novità stava per arrivare.

Jurassic World 3
Jurassic World, il primo capitolo della nuova trilogia

Jurassic World: Nuove Avventure

Più che su Jurassic World: Il Regno Distrutto, secondo capitolo successivo a Jurassic World, ci si vuole focalizzare su un aspetto parallelo ma che ha, probabilmente, ha reso differente il destino del brand Jurassic Park / Jurassic World rispetto a quello di Alien.

Con una scelta coraggiosa, infatti, non si è puntato tutto solo sui risultati dei film ma si è deciso di costruire una specie di micro galassia (e qua l’effetto Marvel si può sentire) con una trama più amplia che univa i vari film e la costruzione di una serie tv animata parallela ai film, anch’essa inglobata nel filone più grande. Su Netflix comparve la prima serie tv nel mondo dei Dinosauri, Jurassic World: Nuove Avventure.

Arrivata oggi alla quarta stagione, abbiamo potuto vedere fino ad oggi le avventure di un gruppo di adolescenti rimasti bloccati sull’Isola dopo i fatti di Jurassic World. Per quanto le singole disavventure non trovino spazio nei film, la trama più grande si riallaccia perfettamente ai filoni cinematografici, con la conclusione di una terza stagione assolutamente di qualità.

Il coraggio di puntare su una serie tv non solo con dei ragazzini come protagonisti ma con una produzione interamente in computer grafica, ha dato alla saga di Jurassic World quella marcia in più che gli ha permesso di non impantanarsi come, invece, è avvenuto alle saghe cugine. L’aver saputo sfruttare i vari strumenti a disposizione (soprattutto il piccolo schermo) ha dato una linfa ed uno spessore narrativo ad oggi assente in altre realtà.

Jurassic World: Nuove Avventure (disponibile su Netflix)

La chiusura del cerchio con Jurassic World: Dominion

Arriviamo ad oggi.

Con il terzo capitolo, Jurassic World: Dominion alle porte, gli interrogativi e le aspettative sono tornati alle stelle. La prospettiva è quella di un mondo diviso tra Dinosauri e l’Uomo, con ripercussioni ed effetti immaginabili ma assolutamente allettanti.

E’ difficile, anche al netto degli effetti della pandemia da Coronavirus (Covid – 19), prevedere il risultato del prossimo film. La strada tracciata è sicuramente più solida rispetto a quando uscì Jurassic Park III per i motivi spiegati prima. L’aria che si respira è quella della chiusura di un percorso già immaginato e dispiegato su più fronti (Cinema e Serie Tv).

La notizia, confermata, di un ritorno anche degli attori della precedente trilogia da ancora di più la misura della portata del progetto e le strategie di marketing si stanno basando sul rilasciare continui anticipazioni andando ben oltre il semplice concetto di trailer, aumentano l’attesa con veri e propri micro filmati (qua e qua i corti rilasciati).

Non ci rimane che aspettare preparandoci a gustarci un percorso iniziato quasi trent’anni fa.

Jurassic World: Dominion

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