Microsoft: Activision Blizzard è l’ennesimo passo verso il predominio?

A seguito dell'acquisizione di Activision-Blizzard Phil Spencer ha annunciato l'apertura di Microsoft Gaming, di cui esso sarà CEO. Si tratta di un'etichetta che sottolinea l'impegno del colosso nel settore dell'intrattenimento e pone diversi interrogativi su quel che potrebbe comportare.

Pochi giorni fa Microsoft ha annunciato un’altra delle sue acquisizioni, questa volta la più grande di sempre. Per 68.7 miliardi di dollari, il colosso di Redmond si porterà a casa Activision Blizzard. È una cifra da capogiro, che fa impallidire l’acquisto di Zenimax avvenuto sul finire del 2020. Considerate le condizioni in cui riversa attualmente la compagnia di Robert Kotick, la notizia è stata accolta positivamente da quasi tutto il settore. Perché diciamocelo, se non fosse intervenuto qualcuno, non sarebbe cambiato assolutamente niente. Da quando la società americana è stata accusata per maltrattamenti alle donne le cose non hanno fatto altro che peggiorare. Infatti, il menefreghismo di Kotick ha portato Activision-Blizzard sull’orlo di un baratro dal quale non ci sarebbe stato scampo. Ma come ci insegna la storia, l’infame capitano è quello che abbandona la nave fregandosene delle conseguenze e lasciando che siano gli altri a porre rimedio al disastro.

Le recenti vicende di Activision dovrebbero far riflettere sull’efferatezza del capitalismo e sui disastrosi effetti che ne conseguono sull’animo umano. Che valore ha un uomo che mette i soldi prima della salute dei propri dipendenti, della qualità dei propri prodotti e della soddisfazione dei clienti? Un uomo che per cambiare l’opinione pubblica della propria compagnia avrebbe valutato l’acquisto di testate giornalistiche come Kotaku e PC Gamer. Un uomo che, per giustificare il crollo delle azioni e i ritardi dei giochi in sviluppo, incolpa i dipendenti. E in tutto ciò, sembra che alla fine quest’uomo abbia scelto la via più semplice vendendo la baracca al miglior offerente. Al termine delle trattative – nel giugno del 2023 – Kotick abbandonerà il suo ruolo di CEO portandosi dietro un’immeritata buonuscita.

Microsoft e l'acquisizione di Activision Blizzard

L’altra faccia della medaglia

Alla luce di questi avvenimenti, l’intervento di Microsoft non può che apparire provvidenziale. E mentre il primo obiettivo da perseguire sarà la riabilitazione di Activision-Blizzard – sia nel nome che nelle dinamiche interne – si pongono nuovi interrogativi. Quanto farà bene questa acquisizione all’industria? Ma soprattutto, quali saranno le conseguenze sul lungo periodo?

Phil Spencer viene ormai visto come un salvatore, il bianco cavaliere che non solo ha risollevato Xbox, ma ha anche dato vita al Game Pass. Approfittando dell’annuncio della suddetta acquisizione, il CEO di Microsoft Gaming ha colto l’occasione per svelare il raggiungimento di 25 milioni di utenti iscritti al servizio. Tali numeri stanno crescendo vertiginosamente e l’obiettivo di Spencer e soci risulta evidente. Microsoft punta a monopolizzare questo settore, proprio come ha fatto Office con i PC. Buffo come, vent’anni dopo la nascita di Xbox – generata dalla paranoia nei confronti dell’hardware Sony – la situazione si stia ribaltando. Anche se stiamo ancora vivendo il gaming in una forma piuttosto tradizionale con le console e tutto il resto, le cose sono destinate a cambiare.

Nel prossimo futuro saranno i servizi a farla da padrone e Microsoft occuperà una posizione predominante in quanto pioniera di questa branca di mercato. I problemi ad ogni modo non nascono da tale fattore, quanto dall’influenza che eserciterà nei confronti dei competitor. Cosa accadrebbe se dovesse espandersi ulteriormente? Quanti brand storici multipiattaforma andranno persi e quante community rischieranno di essere destabilizzate? In uno scenario del genere è plausibile che MS proponga il proprio servizio sulle piattaforme avversarie, manovra che comporterebbe gravi compromessi. E ponendo che trattative del genere non portino a nulla, a rimetterci sarebbero i soli giocatori.

Tra rischi e perplessità

Probabilmente sto correndo un po’ troppo, ma si tratta di implicazioni su cui sarebbe meglio riflettere. Certamente, Microsoft si è costruita l’immagine di chi ci tiene al cliente, mentre Phil Spencer in qualità di videogiocatore potrebbe rivelarsi un CEO sopra la media. Nonostante ciò, l’idea che così tante case third party vengano accorpate sotto un’unica corporazione dovrebbe spaventare. E invece la gente è felice della piega che sta prendendo questo business, addirittura c’è chi scommette su quale sarà la prossima acquisizione. Tutto ciò è dovuto all’influenza messianica che il Game Pass ha sortito sul pubblico, con la mentalità del gratis e quel che ne consegue. In particolare, si è oramai diffusa – come una piaga – la narrativa di quanto sia sbagliato pagare un gioco a prezzo pieno. Vade retro Sony, non ti daremo 80 euro per un gioco frutto del duro lavoro di tantissime persone! Lo vogliamo gratis!

Chi spera in eventuali acquisizioni probabilmente non pensa a quanto potrebbero essere deleterie al fine di una buona concorrenza. Per non parlare del rischio – seppur esiguo – che certi studi vengano chiusi a causa di un qualche insuccesso. Vi ricordate Lionhead? Certe volte la neutralità delle sh di terze parti è un vantaggio da non sottovalutare, anche se tutto questo si traduce in meno risorse. Inoltre, l’efficienza della guida di Spencer è ancora tutta da verificare. Perché potrà aver realizzato il Game Pass e acquistato una miriade di studi, ma non ci sono ancora grandi giochi nati sotto la sua gestione. Se escludiamo le serie tradizionali di Microsoft o i titoli già in sviluppo prima che i rispettivi studi venissero acquistati (tipo Starfield) cosa rimane? Purtroppo, otterremo una risposta solo quando avremo per le mani i vari Everwild, Perfect Dark ecc., ma ciò richiede un quantitativo indefinito di tempo.

Ultime considerazioni

Arrivati a questo punto avrete capito che nutro poca fiducia sulla piega che potrebbe prendere questa storia. Badate che non sto facendo un discorso volto a demonizzare Microsoft, ci mancherebbe, ma credo sia giusto andarci con i piedi di piombo.

L’acquisizione di Activision-Blizzard rappresenta la volontà di portare uno spiraglio di luce in uno dei contesti più marci dell’industria videoludica. Probabilmente non ci sarebbero state soluzioni migliori e tuttavia, questa manovra si inserisce in un contesto più insidioso di quanto possa sembrare. A conti fatti, non è altro che l’ennesima astuta mossa in un gioco tra corporazioni. Mi chiedo però quanto a lungo potrà andare avanti tutto ciò. Viviamo in un periodo in cui ci si batte per “liberare” i giochi bloccati su singole console ormai obsolete, per il cross-platform, e tuttavia queste major dell’intrattenimento hanno portato la guerra su un altro livello.

Ora come ora, Microsoft è nelle condizioni di dominare il settore: con il Game Pass a fare da esca e sempre più studi tra le proprie fila, non c’è niente che possa fermarla. Che sia un bene o un male, ce lo dirà soltanto il tempo.

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