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The King of Fighters XV: recensione del picchiaduro SNK

A quasi sei anni di distanza dal capitolo precedente, SNK è tornata sulla sua serie più celebre con un picchiaduro degno del nome che porta!

Live to fight another day. Queste parole sanciscono gli ultimi istanti della modalità storia di The King of Fighters XV e, in un certo senso, rappresentano lo spirito di SNK. Da quando sei anni fa la compagnia di Osaka è tornata a focalizzarsi sui videogiochi tradizionali le difficoltà non sono mancate, ma gli sviluppatori hanno affrontato ogni sfida a testa bassa. Questo è il prezzo da pagare per tornare ai fasti di un tempo, e sebbene la strada sia ancora lunga, ogni titolo rilasciato in questo frangente ha conseguito importanti traguardi. KOF XV si inserisce dunque in un percorso di rifinitura che punta ad offrire la migliore esperienza possibile per i giocatori.

In un contesto in cui bisogna giungere al miglior rapporto tra contenuti, rappresentazione visiva e stabilità del comparto online, la domanda a cui dovremo rispondere è se la software house sia riuscita a confezionare un prodotto competitivo. Pertanto, in questa recensione esamineremo pregi e difetti del nuovo picchiaduro SNK in modo da darvi una risposta soddisfacente.

Una questione di priorità

The King of Fighters XV aveva l’obiettivo di migliorare tutti quegli elementi che nel quattordicesimo capitolo hanno fatto sfigurare l’eccellente gameplay. In particolare, il titolo del 2016 arrancava dal punto di vista grafico e possedeva un netcode delay-based tutt’altro che affidabile. Gli sviluppatori si sono dunque concentrati sul potenziamento di queste due caratteristiche, migliorando al contempo determinati aspetti del sistema di combattimento. Il risultato finale è un gioco qualitativamente superiore al suo predecessore, anche se a rimetterci sono state le modalità singleplayer, ma procediamo per gradi.

Per quanto riguarda la grafica, è impossibile non notare i progressi compiuti dal team in fatto di programmazione in 3D. I personaggi godono finalmente di ottimi modelli poligonali, valorizzati dalle giuste tonalità degli shader. Per di più, siamo rimasti sorpresi dalla notevole espressività dei volti dei lottatori, che risultano molto più convincenti che in passato. E proprio come nel capitolo precedente, è stata posta grande cura nella resa visiva degli abiti, tanto nei dettagli quanto nella rappresentazione dei diversi materiali. Gli unici elementi in cui crediamo si potesse fare di più sono il clipping durante le collisioni e gli effetti particellari. Il problema delle compenetrazioni a dire il vero non è poi così grave, dato che durante le tecniche più veloci nemmeno ci si fa caso. Quanto ai particellari, il team di sviluppo non ha ancora raggiunto livelli soddisfacenti, tant’è che quest’ultimi mostrano diversi alti e bassi.

Infine, non possiamo che dirci soddisfatti dagli scenari presenti. Pur non rivaleggiando con i migliori stage della serie o con quelli visti negli ultimi Guilty Gear, SNK ha svolto un gran bel lavoro. Le dieci location presenti, a cui si aggiungono alcune versioni alternative, sono (quasi) tutte dotate di una direzione artistica incantevole, e tanto ci basta.

Il re è tornato

Passiamo ora al fulcro della produzione, ovvero il gameplay. Per chi non lo sapesse, il titolo offre combattimenti in team da tre lottatori durante il quale ci si affronta uno alla volta. In termini di dinamiche, The King of Fighters XV pone grande enfasi sul gioco neutrale per merito di un’elevata mobilità. Infatti, oltre ad un’utilissima schivata, possiamo sfruttare ben quattro tipi di salti che consentono le manovre più disparate. Lo scaling dei danni è invece molto generoso e ciò incentiva la realizzazione di combo lunghe senza nulla togliere a quelle più brevi. Colpendo gli avversari o ricevendo danni andremo poi a riempire la barra Power fino ad un massimo di cinque livelli.

A tal proposito, è importante prestare attenzione alla composizione della propria squadra. Infatti, soltanto il personaggio centrale (mid) e quello finale (anchor) otterranno l’accesso rispettivamente al quarto e quinto livello dell’indicatore. Di conseguenza, dovrete valutare attentamente l’ordine dei vostri lottatori in modo da poter sfruttare adeguatamente il loro potenziale.

Tornando alla suddetta barra, è utile sia al conseguimento di tecniche offensive (come le Super) che difensive, e serve per attivare la MAX mode. Quest’ultima richiede 2 barre Power e incrementa la capacità d’attacco e lo spezzaguardia, per di più, riduce il costo delle Super attingendo tuttavia alla durata dell’indicatore stesso. È presente anche una versione rapida della suddetta che, pur senza incrementare la potenza d’attacco, permette di concatenare i propri attacchi senza scoprirsi.

I segreti del combattimento

Per quanto concerne le manovre difensive, KOF XV permette di utilizzare mezza barra Power per eseguire alcune interessanti mosse. Oltre alle Guard cancel già presenti nel titolo precedente, è stato introdotto il Colpo d’impatto, che ricorda le V-Reversal di Street Fighter V. Nello specifico, si tratta di un counter che, al costo di un segmento di barra, permette di contrattaccare in sicurezza dalla posizione di guardia. Un’altra meccanica nuova di pacca è determinata dallo Shatter Strike. Anch’esso consuma mezza barra e, oltre ad essere utile come contrattacco, si può utilizzare durante le combo per prolungarne la durata.

Rispetto al capitolo precedente sono stati apportanti anche altri cambiamenti, tra cui, la possibilità di eseguire le mosse EX senza dover attivare la MAX mode. Merita di esser menzionato anche il rinnovamento delle autocombo. Difatti, se in KOF XIV si attivavano premendo consecutivamente quattro volte il pugno leggero, ora sono state aggiunte tre varianti differenti. E quindi, a seconda dal tasto che premeremo al termine della combo, andremo ad attivare una tecnica speciale differente, a patto di possedere il numero di barre necessarie.

Insomma, gli sviluppatori hanno reso il gameplay ancora più interessante e strategico di quanto non lo fosse in precedenza. L’unica pecca è che non basterà un sistema di autocombo per rendere il titolo più appetibile per i neofiti del genere. In ogni caso, i risultati raggiunti sono estremamente positivi.

Contenuti e modalità di gioco

Come accennavamo in precedenza, The King of Fighters XV non brilla per contenuti, ciononostante, rispetto alla concorrenza il suo roster base è corposissimo. Sono disponibili ben 39 lottatori e ne arriveranno altri 12 nel corso dell’anno tramite DLC a pagamento. Attualmente, la varietà è comunque elevatissima: i personaggi sono estremamente diversificati e non faticherete a trovare il vostro team ideale.

Riguardo le modalità di gioco offline, abbiamo l’immancabile VS CPU o in locale, l’allenamento, le missioni e la modalità storia. Le missioni non sono altro che cinque prove per ogni personaggio, mentre la storia è il classico arcade con qualche cinematica nel mezzo. Completandola con i vari team otterrete i rispettivi finali sotto forma di illustrazioni. Detto ciò, l’elemento che garantisce la rigiocabilità è costituito dalla DJ Station. Praticamente, completando la suddetta modalità con determinate squadre sbloccherete l’accesso alle colonne sonore dei capitoli precedenti, compreso qualche extra come Samurai Shodown. Una volta sbloccate potrete infine creare le vostre playlist personalizzate, così, per dare un tocco in più alle vostre partite o per tuffarvi nella nostalgia.

Sul fronte delle modalità online, sono presenti le partite classificate, quelle casuali, le lobby e perfino l’allenamento, senza dimenticarci delle classifiche e dei replay. Ad ogni modo, abbiamo testato il netcode di KOF XV per diverse ore e l’esperienza si è rivelata estremamente fluida, senza alcun tipo di rallentamento. Sinceramente, non potevamo chiedere di meglio.

Comparto tecnico e direzione artistica

Per concludere questa recensione non ci resta che parlare delle caratteristiche tecniche di The King of Fighters XV. Come già detto in precedenza, in termini puramente grafici il titolo SNK mostra netti miglioramenti sotto quasi tutti gli aspetti. Se escludiamo qualche texture meno rifinita ed effetti particellari non proprio brillanti, possiamo affermare che la casa giapponese sta facendo passi da gigante. In ogni caso, l’ottima direzione artistica compensa certe mancanze. L’unico grosso difetto che ci sentiamo di segnalare è l’imput lag, che nella versione PS5 del gioco non è il massimo.

Eccezionale la colonna sonora: come sempre SNK non si smentisce e i compositori coinvolti hanno dato vita ad un mix di tracce magnetico. Non solo i vari brani abbracciano i generi più disparati, ma addirittura colgono appieno l’anima dei diversi team del gioco. Per non parlare dei magnifici remix relativi a certe tracce del passato. Cosa potremmo chiedere di più?

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The King of Fighters XV segna un grosso balzo in avanti rispetto alla precedente iterazione della serie. Pur dovendo rinunciare a qualcosa, SNK ha lavorato duramente per portare sui nostri schermi un titolo di eccezionale qualità. Gli elevati tecnicismi del gameplay questa volta sono stati supportati da una componente visiva più appagante e da un netcode degno di tale nome. Probabilmente qualcuno storcerà il naso per la penuria di modalità singleplayer, ma se consideriamo l’impatto che ha avuto la pandemia e l’offerta al lancio di altri titoli appartenenti a questo genere, possiamo affermare che i contenuti proposti (per quanto esigui) sono comunque superiori alla media. In definitiva, si tratta di un gioco che farà la gioia dei fan e degli amanti dei picchiaduro, ma che potrebbe scoraggiare chi non è avvezzo al genere per via dei suoi tecnicismi. The King of Fighters XV: recensione del picchiaduro SNK