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Rasputin Il Patriota 1 – Recensione

Un thriller politico-investigativo che è solo all'inizio ma che vi catturerà dalla prima all'ultima pagina.

La collana Umami di Edizioni Star Comics si arricchisce di un altro titolo davvero interessante e coinvolgente: Rasputin Il Patriota. Tratto dalla storia vera dell’ex diplomatico Masaru Sato, i testi sono di Takashi Nagasaki, frequente collaboratore di Naoki Urasawa, mentre i disegni sono del Maestro dell’horror, Junji Ito. Dopo tante proposte che vedevano Ito come autore completo, come Black Paradox o Uzumaki, stavolta il mangaka si occupa solo del lato grafico.

Da un punto di vista tecnico, la serie si presenta in tre corposi volumi brossurati (il secondo in arrivo a fine marzo) di circa 400 pagine, con pagina di apertura a colori e sovraccoperta. Un’edizione davvero curata e graficamente bella da vedere, per una storia che vi consiglio di non perdere!

Per quanto riguarda la vicenda, non fatevi ingannare dal titolo! Non si tratta di un racconto incentrato sul monaco Rasputin, mio personale incubo sin dai tempi di Anastasia e personaggio storico tra i più celebri. Il protagonista è infatti Yuki Mamoru, soprannominato “Il Rasputin del Ministero degli Esteri”. Un diplomatico giapponese arrestato dal Dipartimento Investigativo Speciale della procura di Tokyo per rispondere di alcune accuse in un caso che coinvolge diverse figure del governo nazionale. Yuki si è sempre impegnato per il suo Paese e sembra essere in buona fede, ma dovrà confrontarsi con un procuratore spietato e disposto a tutto per condannarlo.

Il racconto si sviluppa su due binari, presente e passato, che si alternano alla perfezione. L’interrogatorio subito da Yuki è intervallato da flashback che ripercorrono la carriera da diplomatico del protagonista e che forniscono indizi utili a chiarire il suo ruolo nella vicenda. In questo modo la vita del singolo si intreccia anche con la storia del Giappone e delle relazioni con la Russia. In particolare, in merito alla contesa tra le due nazioni per le isole Curili. Personalmente, la lettura mi ha fatto anche scoprire tanti eventi storici che non conoscevo minimamente.

Pur essendo una vicenda molto dialogica, dove prevale il ragionamento e l’azione è praticamente inesistente, Rasputin vi catturerà dalla prima all’ultima pagina. Ho divorato le 400 pagine di questo volume in un pomeriggio! Nagasaki riesce a creare una tensione altissima ogni volta che avviene il confronto tra Yuki e il procuratore. Quest’ultimo cerca in ogni modo di far parlare l’accusato ma il ragazzo si dimostra un osso durissimo. Yuki è ligio nel suo dovere e fedele al proprio capo, che considera una persona integerrima e che non tradirebbe mai.

Attraverso l’interrogatorio emerge in primo piano anche una forte critica ad alcune frange della politica giapponese e al modo usuale di portare avanti le indagini. Mi ha colpito molto l’immagine del “distributore automatico”, con la quale l’autore indica il modo nel quale chi interroga cerchi di condizionare l’interrogato portandolo ad ammettere tutta una serie di fatti non veritieri.

Il tratto di Ito è perfetto anche in questo caso. In particolare nel trasmettere le emozioni del protagonista e nel creare un senso di inquietudine che aleggia durante gli interrogatori. Non ci sono i mostri o il sangue che spesso scorre copioso nelle sue tavole, ma non si discute il grande talento da disegnatore del mangaka.

CONCLUSIONE

Si configura così quella che sembra una partita a scacchi tra Yuki e il procuratore e che è ben lungi dall’essere conclusa. Mancano ancora due volumi belli corposi e che si preannunciano carichi di eventi, quindi ne vedremo delle belle! Ringraziamo Edizioni Star Comics per averci inviato il volume in digitale e ci risentiamo sicuramente sul sito e/o sui social quando si concluderà la serie. Correte ad acquistare il volume…non ve ne pentirete!

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