Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, la nostra recensione

Anche se avete amato i giochi della saga di Final Fantasy, aspettatevi di sentirvi estranei in una terra sconosciuta con Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin. Questa violenta rivisitazione del gioco originale di Final Fantasy (del 1987) elude in gran parte lo spirito avventuroso ed il sincero misticismo della serie per concentrarsi su muscoli, attitudine e tutto ciò che è estremo.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin Recensione

Square Enix etichetta questo remake come un “gioco d’azione/RPG hardcore“, una descrizione appropriata per un gioco che raramente cede alla sua aggressività. Quando le spade vengono sguainate e le bestie giganti entrano in stati frenetici, questo esperimento tagliente brilla, mentre il campo di battaglia si illumina con una raffica di combo e magie contro mostri fantastici che rappresentano una vera minaccia. Quando le spade, invece, sono nella fondina ed i personaggi hanno bisogno di conversare o esplorare, Stranger of Paradise raggiunge livelli minimi raramente visti nei 35 anni di storia di Final Fantasy. Cerchiamo di capirne i motivi.

La leggenda di Ash, Jed e Jack

Sì lo so cosa state pensando: Aldo, Giovanni e Giacomo. Esatto! Con la differenza che il trio comico ha più dialogo in 5 minuti, che loro in tutto il gioco.

Il nuovo protagonista, Jack, è il tipico protagonista burbero – e a tratti persino noioso – di Final Fantasy, al di fuori delle battute che fanno rabbrividire. Per trovare e uccidere Caos non si fermerà dinnanzi a nulla. Persino quando, ad un tratto, l’ipotesi che Caos possa non esistere, si infrangerà sul muro del suo: “Non ci credo. Lo troverò e lo ucciderò” – un po’ meno Liam Neeson, grazie.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin Recensione

Gli altri due? Beh.. non sappiamo neanche come si trovano tutti riuniti lì… Ah sì! Loro sono i Guerrieri della Luce, ed un cristallo, vibrando al contatto con altri possessori di quest’ultimo, li porta a ritrovarsi ed unirsi in questo gruppo alla ricerca di Caos – ovviamente sotto approvazione del Re che già ha perso non si sa quanti soldati. Fine della narrativa di Stranger of Paradise.

Perchè diciamo ciò? Perchè è ciò che ci ha colpito da inizio game. Nessun background. Nessuna lore. Nulla che ci faccia appassionare ai personaggi come ci è accaduto nel XV° capitolo della saga targata Square Enix. Persino i vecchi personaggi del gioco anni ’80 tornano con qualche cambiamento: sia Pravoka che Bikke tornano in Stranger of Paradise Final Fantasy Origin, con qualche differenza rispetto all’originale. Alla fine della fiera, parliamo “quasi” di un remake.

Ovunque bottino

I primi 3 (il 4° si aggiungerà dopo qualche ora di game, Neon) Guerrieri della Luce iniziano il gioco con l’aspetto di un gruppo di surfisti che hanno vagato per caso in un palazzo e ora si trovano alla ricerca di un re senza molte spiegazioni. I disegni dei costumi iniziali sono tristemente noiosi, ma fortunatamente non dovremmo sopportarli a lungo.

Il gioco, difatti, fornisce una quantità elevata di bottino fin dall’inizio. Questo ci ha entusiasmato un po’ di più, visto le prime delusioni date dalla mancanza di narrativa e dalla grafica che ricorda molto la risoluzione di una Ps3, se dio vuole. Ci siamo divertiti ad armeggiare con la nostra attrezzatura osservando i vari cambiamenti di stili. Tuttavia, il cambiamento costante diventa presto noioso e, quando lo fa, il pulsante “Ottimizza” diventa il tuo migliore amico. C’è così tanto bottino che non ci si può aspettare che nessuno esamini ogni pezzo individualmente, quindi la funzione “ottimizza” è un vero toccasana.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin Recensione

L’adrenalina del combattimento

Come titolo del Team Ninja, Stranger of Paradise dà il meglio di sé quando il giocatore è in combattimento.

Dopo aver superato il primo combattimento, inizierete a sentire l’influenza dello sviluppatore di Ninja Gaiden. Non solo il gioco sembra più vicino al combattimento d’azione di Final Fantasy XV (seppur il livello di combo sia stato sviluppato meglio per il gruppo guidato da Noctis), ma trasmette un qualche che ricorda anche la serie Nioh del Team Ninja.

Difatti, il combat system di Stranger of Paradise è ricco di profondità, consentendo a ogni personaggio giocabile di passare da una classe ad un’altra in un istante a seconda della situazione. Potrete affrontare sfide con una squadra totalmente tank o passare ai caster quando se ne presenta la necessità. Oppure mescolare e abbinare, creando una squadra variegata e attrezzata per qualsiasi minaccia.

Abbiamo passato del tempo a sperimentare questi sistemi, cambiando costantemente classi ed abilità, e non abbiamo ancora visto tutto. La libertà di scelta è interessante e porta una folata d’aria fresca. Questo perchè il gioco non ti costringe a seguire un percorso prestabilito o spinge i giocatori a impegnarsi in una build specifica. Potrete scegliere ciò che per voi rende meglio in certe situazioni.

Il risultato è un gioco che fonde la meccanica di Nioh con l’estetica di Final Fantasy e funziona bene. 

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin Recensione

Coloro che cercano un’esperienza in stile Souls, nel multiverso di Final Fantasy sono accontentati in minima parte. Questo perchè l’unico modo di salvare il gioco, cambiare equipaggiamento, controllare le mosse, e posizionare i punti classe accumulati, sono i Prisma di salvataggio. Ricorda qualcosa? Tipo piccoli falò, illuminati, dove poter salvare, ripristinare vita e mana e salire di livello? Già… Elden Ring!

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin Recensione

Lo Scudo dell’Anima

Lo Scudo dell’Anima, è un metodo alternativo al blocco regolare che riduce l’indicatore di rottura di un nemico – chiamato logoramento all’interno del gioco. L’esaurimento completo di questo indicatore vi consente di utilizzare Soul Burst, un vistoso finisher che vede i nemici trasformarsi in cristalli prima di frantumarsi in modo spettacolare in minuscoli pezzi. È allo stesso tempo elegante e innegabilmente soddisfacente. Potrete anche assorbire temporaneamente alcune abilità parandovi da attacchi attraverso questo scudo, per poi riutilizzare la mossa appena appresa (che conterrà un limite minimo di utilizzi, per esempio 3) contro i nemici.

Ben 28 classi differenti

Il sistema di combattimento, ovviamente il fulcro principale di questo gioco, ci presenta ben 28 classi sbloccabili differenti:

Classi Basi:

  • Schermidore – spada
  • Spadaccino – spadone
  • Ronin – katana
  • Pugile – tirapugni
  • Predone – ascia
  • Mago – mazza
  • Assalitore – coltelli
  • Lanciere – lancia

Classi Avanzate:

  • Guerriero – sbloccato da Ronin e Spadaccino
  • Cavaliere – sbloccato da Spadaccino e Schermidore
  • Berserker – sbloccato da Predone e Spadaccino
  • Ladro – sbloccato da Assalitore e Pugile
  • Monaco – sbloccato da Pugile e Lanciere
  • Mago Bianco – sbloccato dal Mago
  • Mago Nero – sbloccato dal Mago
  • Mago Rosso – sbloccato da Mago e Schermidore
  • Dragone – sbloccato da Lanciere e Predone
  • Samurai – sbloccato dal Ronin

Classi Supreme:

  • Cavaliere oscuro – sbloccato da Berserker, Guerriero e Mago Nero
  • Paladino – sbloccato da Cavaliere e Mago Bianco
  • Ninja – sbloccato da Samurai e Ladro
  • Assassino – sbloccato da Ladro e Monaco
  • Liberatore – sbloccato da Dragone, samurai e Berserker
  • Cavaliere del Vuoto – sbloccato da Cavaliere e Mago Rosso
  • Tiranno – sbloccato da Monaco e Mago Rosso
  • Saggio – sbloccato da Mago Bianco e Mago Nero
  • Guerriero Ciclico – sbloccato uccidendo Chaos

Tutto questo, rende interessante la crescita del personaggio e ci ha divertito parecchio, come detto precedentemente.

Grafica e suoni

A livello grafico e sonoro, Stranger of Paradise, ci lascia con l’amaro in bocca. Una grafica che rasenta la definizione di una PS3. Addirittura, su PC di fascia alta, è consigliato ai giocatori di bloccare gli FPS a 60. Sembra che il problema siano i modelli poligonali. Difatti, persino i modder del gioco, hanno avuto da ridire in merito.

Capiamo fare un remake di un gioco datato, ma nel 2022 ci aspettavamo qualcosa in più! Pellicce ed effetti applicati agli NPC risultano fixati così male da farci storcer la bocca in una smorfia. Questo, porta il gioco ad un livello ancor più basso rispetto agli standard attuali videoludici. Le musiche, caratteristiche dei giochi Final Fantasy, ricordano quasi quel sound tipico di quando giocavamo su un GameBoy – di importanza secondaria se non nulle. Ricordate i momenti in cui stavate quasi per arrivare ad un boss e la tensione saliva con il cambio tonalità o con una canzone più accattivante? Qui scordatevelo.

La nostra valutazione finale

Le prime impressioni su Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin sono state abbastanza positive. Il dialogo sintetico ed il combattimento avvincente sono stati sufficienti per tenerci impegnati con questo spin-off orientato all’azione nonostante i suoi spigoli. Sfortunatamente, è impossibile ignorare i difetti che si sono manifestati nel tempo. 

Al di fuori di una lunga lista di critiche riguardo al tono incoerente della narrazione, Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin soffre di una serie di problemi fondamentali di design e prestazioni. Con le ispirazioni derivate da Dark Souls e altri giochi di ruolo FromSoftware, la scoperta di scorciatoie e trappole abilmente posizionate è iniziata in modo nuovo e interessante. Purtroppo, dopo circa diverse ore di gioco, è diventato impossibile ignorare la ripetizione degli schemi del gioco. L’esplorazione restrittiva degli ambienti e i continui corridoi stretti fanno sentire Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin come un JRPG dell’era PS2, o poco più.

Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin Recensione

Mentre gli eventi di questo titolo alla fine culmineranno nell’origine del protagonista principale di Final Fantasy, Garland, l’approccio generale a Stranger of Paradise è drasticamente diverso. L’attenzione sulla caccia e l’uccisione del Caos c’è, ma c’è molta più enfasi sul machismo e sul melodramma. Nonostante il mio apprezzamento per le tendenze comiche potenzialmente non intenzionali, è chiaro che il gioco mira a un’esplorazione più oscura e cruda della storia originale di Final Fantasy e il team non riesce a raggiungere l’obiettivo. Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin sembra Kingdom Hearts – ma scritto da qualcuno che sta attraversando una crisi di mezza età.

I personaggi e gli ambienti sono aggressivamente sfocati e spesso completamente sbiaditi, le trame ambientali sono insipide e ripetitive e ci sono enormi problemi di ritmo durante il combattimento e i filmati. Ogni volta che attivavamo un’esecuzione, il gameplay laggava o addirittura si fermava. Possiamo ignorare alcuni cali di frame qua e là, ma le prestazioni in Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin sono state a dir poco stridenti. L’impressionante combattimento – punto solido e molto positivo – è stato costantemente smorzato da immagini di bassa qualità e framerate scoraggianti.

Per quanto amanti della saga, rimaniamo con un amaro in bocca difficile da togliere, mentre le scene del gioco ci scorrono davanti. Tuttavia, non ci sentiamo di bocciarlo completamente, ma di concedere al gioco una sufficienza, forti dell’amore provato per la saga e della parte coop-online che ci è risultata molto veloce nel trovare altri giocatori con cui proseguire nel dungeon, nonostante i frame lag prima che essi si uniscano al party.

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Stranger of Paradise è un remake, o quasi, riuscito a metà. Con un background potenzialmente infinito, dato dalla lore di una delle saghe più famose di sempre, Final Fantasy Origin non valorizza assolutamente questo bacino da cui pescare. Il gameplay, specie nel combat-system, riesce a divertire, ma tutto ciò che gira intorno è a malapena sufficiente. Stranger of Paradise: Final Fantasy Origin, la nostra recensione