Black Orchid – Recensione

A fine anni ’80 i lettori americani hanno iniziato a conoscere un autore che avrebbe fatto la storia del fumetto: Neil Gaiman. Poco prima di realizzare la sua serie più celebre, Sandman, per l’etichetta Vertigo, lo scrittore debutta in DC Comics con Black Orchid. Ad affiancarlo in questa miniserie di tre numeri troviamo Dave McKean, già suo partner in Casi Violenti per Escape Books e futuro copertinista delle avventure di Morfeo e degli Eterni.

Adventure comics 428

L’autore si presenta alla DC con un’opera raffinata ed emozionante che sfrutta un personaggio minore per affrontare tematiche profonde. La prima Black Orchid, Susan Linden-Thorne, aveva debuttato nel 1973 su Adventure Comics #428, ma senza ottenere un grande successo. Donna dal passato indefinito e maestra del travestimento, resterà protagonista della testata per soli tre numeri. A quel punto, il personaggio fa diverse apparizioni in altre serie, ma resta relegato ai margini dell’Universo DC. Solo nel 1987, Gaiman decide di farne la protagonista della sua storia e di riplasmarla per darle una nuova vita.

MORTE E RINASCITA

Le tavole iniziali ci catapultano subito nel bel mezzo della storia. Ci troviamo a quella che sembra una riunione aziendale in una location non ben definita. Tra gli uomini presenti al tavolo c’è anche una donna che capiamo subito essere la protagonista in incognito. Purtroppo, gli eventi si fanno subito difficili per lei, scoperta dagli altri e rapidamente giustiziata da quello che sembra il capo dei cattivi. Ma, ovviamente, questo evento non decreta la morte di Black Orchid, quanto una vera e propria rinascita.

Questo processo non è indolore, come ben evidenziato da una magistrale tavola di McKean, e si porta dietro diversi inconvenienti. Prima di tutto, la nuova ragazza sembra non avere ricordi sul suo passato e sulla sua identità. Inizia così per lei un lungo percorso di ricerca che la porterà a incontrare anche alcuni personaggi noti dell’Universo DC. La sua natura “floreale” la lega strettamente ad altre creature simili, come Swamp Thing e Poison Ivy.

Allo stesso modo, la ragazza è costantemente inseguita da un uomo che è legato al suo passato (e che ha una passione sfrenata per Frank Sinatra) e da coloro che hanno fallito l’iniziale tentativo di omicidio. Ogni personaggio ricopre un ruolo preciso in questo percorso di rinascita e riscoperta di sé intrapreso dalla nuova Black Orchid. Man mano che si procede con la storia anche il lettore arriva così ad avere un quadro più completo su questa figura tanto affascinante quanto sofferente. La donna che ritroviamo nelle ultime pagine è completamente diversa dalla Susan dell’inizio, ha potuto riscoprire alcuni lati di sé che aveva scordato e ora di fronte a lei c’è un futuro ignoto, ma ricco di prospettive.

Neil Gaiman ci mette di fronte a una donna che inizialmente può sembrare debole, ma che si dimostrerà in grado di andare avanti con le proprie forze, ritrovandosi anche nel ruolo di madre. C’è grande introspezione nei tre capitoli che compongono la storia, ma non manca anche una piccola dose di azione. Entriamo così nella testa di Susan per divenire partecipi dei suoi pensieri, dubbi e incertezze. Pur essendo la sua prima opera in DC, Gaiman non vuole dimostrarsi banale, ma anzi apre e chiude la storia come può fare solo un grande autore! L’inizio è drastico, scioccante e inaspettato, ma gli permette di ripartire da zero con la protagonista. La fine rappresenta la chiusura di un cerchio ma resta volutamente aperta, spiazzandoci e spingendoci a porci diverse domande.

Bisogna comunque riconoscere che forse non staremmo parlando di Black Orchid allo stesso modo senza i disegni di Dave McKean. Il disegnatore ci regala tavole straordinarie con un stile che alterna alla perfezione scene oniriche a sprazzi di realismo fotografico. Questa distinzione rende ancora più evidente il divario che c’è tra la protagonista e gli esseri umani che le gravitano intorno. Susan sembra sempre sfumata, quasi non avesse una forma precisa e a volutamente pronta a estendere il suo essere e abbracciare la natura che la circonda.

CONCLUSIONE

Black Orchid è un racconto poetico di morte e rinascita. Una storia che ci emoziona e ci restituisce una protagonista forte e tanto misteriosa quanto umana. Un piccolo gioiello di scrittura e disegno realizzato da due grandi maestri come Neil Gaiman e Dave McKean. All’inizio delle loro lunghe carriere ma già capaci di raggiungere livelli artistici altissimi. Vi segnalo, inoltre, che il volume Panini Comics è arricchito da diverse pagine di note, schizzi e materiale d’approfondimento. Non potete lasciarvi sfuggire questo volume, sia che siate assidui lettori delle opere dello scrittore inglese o che vogliate approcciarvi per la prima volta al suo stile.

PS: tenete d’occhio le uscite dei prossimi mesi in casa Panini! Arriva a breve la nuova edizione di Stardust, altra opera cardine di Gaiman, ma introvabile da tempo…

Black Orchid

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Black Orchid è un racconto poetico di morte e rinascita realizzato da due grandi maestri del fumetto. Un piccolo gioiello di scrittura e disegno che costituisce il debutto in DC Comics per Neil Gaiman e Dave McKean e che colpisce per la maturità dei temi e per un inizio e una fine per niente scontati e di grande impatto. Un'opera imperdibile per qualsiasi lettore e immancabile per i fan di Gaiman.Black Orchid - Recensione