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The Eminence in Shadow – la recensione

The Eminence in Shadow pone subito una grande premessa: e se un normale otaku ossessionato dall’idea di diventare la mente oscura dietro un gruppo di eroi fosse rinato in un mondo fantastico, che ne ha proprio bisogno, ma pensa di essersi inventato tutto? Fatta questa premessa c’è anche da aggiungere che è importante comprendere bene che tipologia di umorismo può piacere al lettore. Dato che proprio l’umorismo è uno dei concetti più soggettivi in assoluto!

Quello dell’umorismo è molto più un “problema” nel prologo della storia principale, che è sia un vantaggio (non è ripetuto altrove nel romanzo) che uno svantaggio, poiché si tratta comunque della prima impressione che incontra il lettore, ma poi cambia il contesto. Il punto nello specifico è come Cid (il protagonista) inizialmente si “reincarni” nel suo mondo fantastico: si è infatti “allenato” a sviluppare poteri extrasensoriali sbattendo ripetutamente la testa contro un albero e, nel suo stato totalmente di alterazione, pensa che i fari di un’auto siano la manifestazione dei suoi poteri magici, correndo così verso la sua morte. Ecco questa premessa potrebbe non essere piacevole per tutti.

Cid si allena quindi per diventare una di quelle che vengono chiamate “eminenze nell’ombra”, ma nonostante l’improbabile metodologia di allenamento. La vera rivelazione avviene solo dopo il gravissimo incidente (quello dei fari dell’auto menzionato prima), in seguito al quale acquisisce poteri straordinari che gli permetteranno di combattere ogni tipo di entità, demoni compresi, rimanendo celato nell’oscurità.

Il risultato è che c’è un senso di disconnessione tra la narrazione di Cid e il punto di vista degli altri personaggi. Funziona però abbastanza bene per l’umorismo che questo racconto vuole alimentare. Nel mentre Cid accumula un harem di cui è totalmente inconsapevole (e per lo più disinteressato) e i cattivi presuppongono che Cid sappia molto di più su di loro e sulle loro operazioni di quanto non sappia in realtà. La coesistenza tra questi elementi umoristici e le descrizioni della battaglia non sono sempre perfette, ma funzionano abbastanza bene nel complesso. La violenza nelle tavole consiste principalmente in arti mozzati, teste che volano in spruzzi di sangue.

Nel complesso la lettura risulta gradevole. Se si è interessati a questo genere di letture non rimarrete sicuramente delusi, al netto della soggettività dell’umorismo di qualche piccola contraddizione che scoprirete sicuramente leggendo la storia.

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