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Demon Slave 1 – Recensione

Dopo il successo riscosso col filone di Akame ga Kill! Takahiro torna con la sua nuovissima opera Demon Slave, un ecchi fantasy che già dal primo volume dimostra di avere un certo carattere

Annunciato al Lucca Comics and Games, Demon Slave, con la storia di Takahiro e i disegni di Yohei Yakemura, è finalmente disponibile dal 10 marzo 2022. Edito da Planet Manga con il prezzo lancio di solo 1 euro.

LA TRAMA

In Giappone in seguito all’apparizione di alcuni portali è possibile accedere ad una dimensione parallela chiamata il Mato, dove vivono creature mostruose e demoniache. L’unica possibilità di salvezza sembrerebbe legata a dei frutti, i “momo”, che conferiscono dei poteri sovraumani, ma solo alle donne.

In questo mondo devastato dal terrore, il giovane Yuuki, accidentalmente finito nel Mato verrà salvato dalla giovane e ambiziosa Kyouka, capo della settima truppa dell’elite delle Mabotai, le squadre di combattimento anti demoni. In una situazione di emergenza però, Kyouka è costretta ad applicare il suo potere su Yuuki. Questo la convincerà a prendere il ragazzo come suo schiavo.

CONSIDERAZIONI

Una buona dose di scene ecchi, fan service sparso e dinamiche già viste altrove, non impediscono a questo volume di risultare sia godibile che di intrattenimento. Il “world building” non è perfetto, purtroppo non risulta minimamente credibile e troppo semplicistico. C’è da considerare però che lo scopo per il quale nasce quest’opera a mio parere è di divertire e intrattenere i lettori, e questo scopo è raggiunto alla grande. I personaggi presentati in questo primo volume sono fondamentalmente cinque. Oltre a Yuuki e la sua nuova padrona infatti, vengono presentati gli altri membri della squadra. Rigorosamente tutte donne tra le quali troviamo la piccola Nei, la fredda Himari e l’alternativa Shusu.

La caratterizzazione è ancora superficiale, ma è possibile trovare qualche tratto identificativo molto particolare in alcuni dei personaggi. Forse questo manga nasconde anche un aspetto più maturo, tanto interessante quanto inaspettato, cioè che in maniera non del tutto sottile il mangaka ironizza sulla nostra società invertendo le figure di potere tra uomo e donna. Questo meccanismo fa si che la lettura diventi ancora più divertente accentuando questo aspetto con esagerazioni davvero al limite dell’assurdo.

Visivamente Demon Slave è decisamente uno spettacolo. I disegni sono bellissimi, anche se il mangaka ha sicuramente dedicato la maggior parte del suo tempo alle donne. E anche con la presenza di un protagonista di sesso maschile presente in numerose tavole non è raro che la maggior parte dei dettagli del nostro protagonista venga tralasciata. Anche gli sfondi sono molto affascinanti e disegnati con attenzione ai dettagli, soprattutto nelle tavole più grandi. Curiose anche le brevi biografie su ogni personaggio principale presenti tra la fine e l’inizio dei vari capitoli.

CONCLUSIONI

Demon Slave 1 è un manga molto divertente, con le solite meccaniche da harem giapponese condite con battaglie epiche. Battaglie ben strutturate e soprattutto magistralmente disegnate, e tanto tanto fan service. Rappresenta una lettura estremamente leggera in grado di strapparvi qualche risata. È anche possibile osservare un meraviglioso colpo di scena nel finale, che ovviamente non spoileriamo, ma che compie esattamente il lavoro per cui è stato inserito: incuriosire il lettore e farlo proseguire nella lettura degli altri numeri.

Demon Slave Cut-Price 1 Azione magazines

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Una buona dose di scene ecchi, fan service sparso e dinamiche già viste altrove, non impediscono a questo volume di risultare sia godibile che di intrattenimento, visivamente poi Demon Slave con i suoi disegni bellissimo è decisamente uno spettacolo per gli occhi.

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