Capcom Fighting Collection: recensione

Per celebrare il suo trentacinquesimo anniversario, la casa di Osaka ha rilasciato la Capcom Fighting Collection, una raccolta di storici picchiaduro. Scoprite che cosa ne pensiamo nella nostra recensione!

A soli quattro mesi di distanza dall’annuncio ufficiale, Capcom ha rilasciato la Capcom Fighting Collection, una raccolta contenente dieci titoli classici dell’epoca arcade. Nel corso di questa recensione vi parleremo dei contenuti offerti, della modalità online e degli extra presenti nel pacchetto. Prima di addentrarci nel vivo dell’analisi però, desideriamo fare alcune considerazioni. Come potete immaginare, questo tipo di operazioni consentono di fare facili guadagni senza troppi sforzi, ma a noi piacciono particolarmente perché – quando sono fatte a dovere – rappresentano il modo migliore per preservare i giochi del passato. È dunque lodevole che la casa di sviluppo si preoccupi di riproporre anche quelle serie o iterazioni meno conosciute.

A tal senso, la Fighting Collection propone alcune delle perle che solitamente finiscono in secondo piano rispetto ai vari Street Fighter, ma ci spiace notare come Marvel vs. Capcom sia oramai finita nell’oblio. Questa situazione è dovuta alle licenze dei personaggi Marvel, eppure, vorremmo che la casa di Osaka facesse qualcosa per sbloccare questa situazione. È assurdo che capolavori del calibro di Marvel vs. Capcom 2 restino inaccessibili per motivi del genere.

Detto ciò, una volta avviata la Collection siamo stati accolti da una strepitosa jam dal sapore nostalgico, di quelle che sembrano uscite dagli anni ’90. Inutile dire che adoriamo quando Capcom propone questo genere di contenuti. Dal punto di vista visivo e strutturale invece, ci siamo ritrovati un primo menu dal look decisamente minimale ma funzionale. Da esso è infatti possibile accedere alla modalità offline, a quella online, al museo, alle medaglie e alle opzioni. Una volta selezionata la modalità offline ci siamo infine ritrovati davanti al catalogo di titoli offerti, la maggior parte di essi presenti sia nella versione internazionale che giapponese.

I guerrieri della notte

La metà dei giochi presenti nella Capcom Fighting Collection è costituita dai Darkstalkers, tre dei quali sono presenti sia in versione giapponese che internazionale. Abbiamo quindi Vampire – The Night Warriors, Vampire Hunter: Darkstalkers’ Revenge e Vampire Savior – The Lord of Vampire. Di quest’ultimi due sono presenti anche le loro versioni aggiornate, ovvero Vampire Hunter 2: Darkstalkers’ Revenge e Vampire Savior 2: The Lord of Vampire.

Cosa dire di questa serie, se non che i suoi punti di forza risiedono nella direzione artistica e nei suoi personaggi, che spaziano tra mostruosità di ogni tipo. Il capitolo più debole tra tutti è per ovvie ragioni The Night Warriors, il quale comprende solo 10 personaggi. Ciononostante, visivamente resta ancora incantevole ed è caratterizzato da una barra Super che una volta piena si svuota automaticamente, lasciandoci il tempo di eseguire mosse speciali senza limiti.

Al contrario, i capitoli migliori (nonché più apprezzati) sono il secondo e il terzo, che portano con sé nuovi personaggi, mosse e meccaniche di gioco. In particolare, Vampire Hunter va ricordato per l’introduzione delle tecniche Ex e i cambiamenti alla barra Super. Mentre, Vampire Savior propone un sistema a due barre della salute, per cui, dopo il KO di un giocatore, il vincitore potrà continuare a giocare senza che gli venga “ricaricata” la salute. In questo modo manterrà un certo vantaggio.

Cyberbattaglie

Uno dei titoli più particolari mai realizzati da Capcom è Cyberbots. Nato come spin-off del picchiaduro a scorrimento Armored Warriors, ci mette a bordo di mecha in combattimenti 1vs1. In totale offre sei personaggi differenti, ciascuno dei quali può salire a bordo di uno dei 12 robottoni, divisi a loro volta in quattro famiglie differenti. Ciascuno di questi offre un set di mosse differenti e colpendo gli avversari si va a riempire una barra che, una volta piena, consente di scatenare una Super. A conti fatti è un gioco meno riuscito di quanto ci ricordassimo, ma il personaggio di Jin Saotome ha lasciato il segno, forse proprio per merito del già citato MvC2.

Capcom Fighting Collection Cyberbots
L’utilizzo dei mecha rende Cyberbots uno dei giochi più particolari del catalogo Capcom.

Il ritorno dei World Warriors

Hyper Street Fighter II è un gioco che non ha bisogno di presentazioni, più o meno. Inizialmente è stato rilasciato per il quindicesimo anniversario della serie e si contraddistingue per la possibilità di controllare ogni versione dei personaggi. Il che vuol dire che i 17 lottatori offrono un totale di 65 combinazioni differenti, roba che per l’epoca faceva un certo effetto.

Gemme, gemme ovunque

Due dei capitoli più bizzarri della Capcom Fighting Collection sono Super Puzzle Fighter II Turbo e Super Gem Fighter Minimix, conosciuto anche come Pocket Fighter. Se amate i giochi alla Puzzle Bobble il primo è una buona variante sul tema, ma la vera perla è costituita da Pocket Fighter. Si tratta di uno spin-off del titolo appena menzionato, in cui ci si picchia utilizzando personaggi super deformed. Qui l’esecuzione delle special viene semplificato, mentre un grande ruolo nell’economia di gioco è dato dalle gemme, che potenziano gli attacchi speciali. Gli scenari sono magnifici, ricchi di dettagli, mentre il roster comprende personaggi di Street Fighter, Darkstalkers e Tessa, di Red Heart.

Tra ninja e leoni

Uno dei pezzi forti della Capcom Fighting Collection è proprio Red Heart, che arriva per la prima volta su console con questa raccolta. Per farla breve, è una sorta di boss rush in cui si affrontano nemici potentissimi. L’elemento interessante è che Capcom ci ha messo in mezzo finali multipli, un sistema di livelli a mo’ di gioco di ruolo e delle password. In ogni caso tranquilli, perché le opzioni per l’accessibilità consentono di godersi il gioco senza troppe preoccupazioni. Purtroppo il roster è limitato a quattro soli personaggi, anche se sono tutti iconici e ben differenziati.

Modalità online ed extra

Una delle nostre maggiori preoccupazioni in merito alla Capcom Fighting Collection riguardavano la qualità del netcode. Abbiamo testato la raccolta per diverse ore e non abbiamo incontrato alcun tipo di rallentamento, tutto è filato liscio per merito dell’ottimo rollback. Il lato negativo è che non è presente il cross-play, e questo renderà le cose difficili quando i server si svuoteranno. Comunque, una volta giunti nell’apposito menu, potremo selezionare i titoli in cui desideriamo cimentarci e filtrare la ricerca in base alla regione, versione del titolo e tipologia di comandi. Quest’ultima opzione si riferisce alla versione tradizionale o semplificata, che agevola l’esecuzione delle special. In merito alle modalità presenti, sono inclusi i match amichevoli, le classificate e le lobby, per non farsi mancare nulla.

Sul fronte degli extra, la Collection offre un quantitativo smisurato di illustrazioni per ognuno dei giochi presenti, e tantissimi brani inediti tra remix e stilose jam. Pregevole anche la gestione degli obiettivi, rilegata al menu delle medaglie che danno accesso alle statistiche di ogni gioco.

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Capcom Fighting Collection è una raccolta che fa un buon lavoro sia per quanto concerne le versioni dei titoli presenti che per le loro prestazioni online. Eppure, nonostante tutto abbiamo avuto l’impressione che Capcom potesse fare di più. Non è presente il cross-play né tantomeno sono stati presi in considerazione i Marvel vs. Capcom, che costituiscono una parte fondamentale del curriculum della casa. Discorso analogo per i picchiaduro 3D come Rival Schools o Star Gladiator, che speriamo di ritrovare in un’eventuale futura collection. In ogni caso, l’esperienza offerta resta estremamente piacevole, mentre gli extra ci hanno soddisfatti a dovere per merito della loro qualità.Capcom Fighting Collection: recensione